La piccola principessa
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Mille e una storie
«Tutto è una storia» , esclama la protagonista e vera e propria eroina di questo romanzo, la piccola Sara Crewe. È nata e cresciuta in India ed è una bambina buona e gentile, sempre pronta ad aiutare gli altri anche solo con un sorriso. Non ha mai conosciuto la madre, morta nel darla alla luce, e tutto il suo mondo ruota intorno al padre, ricco ufficiale dell’esercito inglese, con il quale ha un rapporto tenero e affettuoso. Ma il piccolo mondo di Sara è in realtà infinito: è il mondo delle mille e una storie che è capace di inventare senza sosta, ispirata dai libri e da tutto quello che vede intorno a sé, persone, fatti, luoghi, oggetti. Qualunque cosa può accendere la sua brillante fantasia e gettare nella sua mente il seme dal quale nasceranno nuove, incredibili storie. Storie nelle quali la piccola Sara crede così intensamente e profondamente da riuscire a renderle reali con la semplice forza dell’immaginazione, e non soltanto per se stessa, ma anche per gli altri.
Nel raffinato collegio londinese per signorine della buona società che è costretta a frequentare Sara è l’alunna più in vista e ben presto diventa la beniamina delle compagne, irresistibilmente attratte dalle sue storie, dal lusso dei suoi abiti e dei suoi giocattoli, dall’aura di gioia e serenità che diffonde intorno a sé. E quando la situazione si capovolge e Sara si ritrova improvvisamente sola e povera, costretta a lavorare come sguattera tutto fare per sopravvivere, le sue storie di principesse prigioniere, sirene, angeli e giocattoli che prendono vita diventano l’unico rifugio da una realtà triste e difficile. Grazie alla forza dei suoi sogni, Sara è capace di chiudere gli occhi e immaginare una realtà completamente diversa, immaginare di essere davvero una piccola principessa che ha perso ogni cosa e che nonostante ciò non smette di essere buona e altruista, perché è così che si comporta una vera principessa. Ma a volte le favole possono avverarsi, in modi imprevedibili e diversi da quelli che si erano immaginati, se si ha la forza di non arrendersi mai, di continuare a lottare e a credere che non tutto è perduto.
La piccola principessa può essere forse etichettato come un libro per bambini, pieno di buoni sentimenti e consigli comportamentali, ascrivibile al filone della children’s literature nel quale rientrano, ad esempio, Piccole donne di Louise May Alcott, Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery, Il piccolo Lord e Il giardino segreto della stessa Frances Hodgson Burnett. A mio avviso, però, è anche molto di più: è incredibile la forza che si può trarre da queste pagine, dalle tristi vicissitudini di una bambina dolce e coraggiosa, proprio come Sara trae forza dalle storie che inventa, soprattutto se si affronta la lettura in un momento difficile. Questo romanzo è la concretizzazione dell’immenso valore che nella vita di una persona possono avere l’amore per la fantasia e per i libri e del sereno rifugio che essi sono in grado di offrire nei giorni più tristi. È ciò che accade alla piccola Sara, eroina piena di buone qualità eppure non perfetta, un’eroina che, messa duramente alla prova, vacilla e vive momenti di rabbia e sconforto, perché è difficile continuare a credere di essere una principessa quando ci si veste di vecchi abiti e si lavora tutto il giorno patendo il freddo e la fame. Ma Sara è determinata e coraggiosa, non smette mai di sperare ed è impossibile non lasciarsi incantare da questa piccola figura dalla potenza straordinaria, che ha così tanto da insegnare, e dalle sue fiabe. La stessa storia di Sara ha il sapore di una fiaba, impressione accentuata dai frequenti interventi del narratore che si rivolge ai lettori come se stesse davvero raccontando una favola ad un uditorio, e allo stesso tempo il sapore di una triste realtà, le condizioni di vita delle classi sociali umili nella fredda e indifferente Londra vittoriana.
Un’appassionante storia di evasione, ma anche breve “lezione” sull’immenso potere terapeutico della lettura e della fantasia che un amante dei libri non potrà non apprezzare. Lo stile è piacevolissimo e adatto anche alla lettura da parte dei più giovani, per quanto mai infantile e banale, capace di suscitare il riso, la commozione e la partecipazione emotiva del lettore alle avventure di Sara in ogni pagina.
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Il dono della speranza
Chiusa nel suo piccolo mondo fatto di giochi, magia, sorrisi, ricordi e storie narrate e vissute attraverso i libri, Sara Crewe è proprio la piccola principessa delle fiabe che vive serena e felice nel suo castello incantato, confortata dall'amore di un padre adorante.
A fare da sfondo c'è l'India, con i suoi colori, il suo misticismo e la sua saggezza antica e così,da quel mondo, si librano storie delicate....racconti esotici da terre lontane che profumano l'aria di spezie ed incensi, capaci di trasportare ovunque la fantasia conceda.
Il mondo incantato di Sara, però, sta per cambiare.
Il capitano Crewe, l'amato padre, sta ripartendo dopo averla lasciata in un collegio inglese per signorine di buona famiglia, diretto dalla gelida Miss Minchin. Qui, Sara, dovrebbe ricevere la migliore educazione possibile e, essendo lontana da casa, sentirsi al sicuro e felice.
Ma è davvero così apparentemente perfetto? O anche questo è frutto della fantasia?
Tutto va in frantumi.
Come una bella porcellana lasciata cadere sul pavimento, così il mondo di Sara va in pezzi.
Il capitano Crewe muore....e Sara resta sola al mondo.
Tra le gelide pareti del collegio, conoscerà l'altra faccia della medaglia. Niente più giochi, niente più sogni, niente più racconti....tutto sembra essere stato risucchiato da un'enorme buco nero.
Nel buio totale, però, un remoto,piccolo lume torna a splendere....è la speranza.
Non tutto è andato perduto.
Un sorriso, nascosto tra le pieghe di un cuore infranto, può tornare ancora ad allietare un'esistenza.
Questo romanzo riporta a galla i migliori sentimenti e i sempre cari ricordi d'infanzia. Seguendo un filone ben noto che parte da Piccole donne e arriva al Giardino segreto la Burnett, con genuina semplicità, regala al mondo uno dei più bei racconti per ragazzi mai stati narrati. Le parole scorrono morbide sulla carta e le situazioni e i personaggi vanno direttamente ad imprimersi nei cuori. Un libro dalle atmosfere indimenticabili.
"Tutte noi, almeno una volta nella vita, dovremmo essere Sara Crewe".
Buona lettura!
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PRINCIPESSA NELL'ANIMO.
UNA PRINCIPESSA NELLA VITA.
Ero in terza elementare quando mia cugina mi regalò questo suo libro, perchè aveva visto che ero rimasta affascinata dalla copertina.
E fu il primo libro che lessi. Mi piacque così tanto che lo rilessi ben altre due volte e che mi è rimasto per sempre nel cuore.Mi piacevano anche le poche fotografie che vi erano inserite e ci passavo del tempo a guardarle e a fantasticare.
Nella lettura mi ero immedesimata nella protagonista e con lei sentivo i sentimenti che lei provava, le sue goie, la sua capacità di rendere tutto bello, anche ciò che all'apparenza poteva sembrare di non avere proprio nulla, la sua capacità di fantasticare e immaginare, la sua grande gnerosità d'animo, la sua attenzione verso i più deboli, ma soprattutto il suo "modo di essere" in ogni momento di vita.
Quando era stata portata dal papà dall'India in Inghilterra per essere ben educata in un college inglese, ho vissuto con lei la gioia di essere trattata e riverita come una principessa. Lei orfana di madre era comprensiva con chi come lei lo era; aiutava i meno capaci nello studio;rincuorava e sostenava chi , povero, era costretto a fare lavori da sguattero .
Poi quando la situazione è cambiata e lei stessa è diventata povera, ha saputo continuare ad essere una vera principessa, riuscendo con la fantasia a trasformare tutto ciò che aveva attorno a sè in qualcosa di bello e di magico..Con la sua immaginazione raccontava sorie bellissime e incantava le amiche, rendeva splendente e bello tutto ciò che la circondava. Soprattutto non ha mai perso la speranza di vivere con la gioia nel cuore e questo suo modo d'essere non lo proiettava nel futuro, ma lo viveva costantemente nel presente con le sue attenzioni verso i più deboli... e come lo aveva fatto da ricca, continuava a farlo da povera, perchè era il suo stile... lei era una bella e speciale dentro, una principessa nell'animo.
Questo libro mi ha fatto sognare...tantissimo...mi ha fatto sperare....tantissimo, ma soprattutto ha
lasciato in me la convinzione che bisogna credere sempre nei sogni, avere sempre speranza e che le persone nell'intimo "sono", non per quello che possiedono, ma per come la vita le ha portate ad essere...e questo modo loro d'essere, va aldilà del ceto sociale e culturale...è tutta una questione di "anima
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La piccola principessa
L'immaginazione è una risorsa che non conosce limiti, ma soprattutto che non conosce gabbie.
E quando Sara resterà 'prigioniera' nel corpo, la sua unica speranza d'evasione sarà la sua fervida immaginazione e la sua ultima speranza di vivere umano sarà l'affetto delle sue compagne.
L'immaginazione non dev'essere una risorsa dei bambini; se oggi gli adulti fossero ancora dotati di questa capacità credo che si potrebbe vivere in un mondo migliore. E' questo il messaggio che la scrittrice cerca di trasmetterci con questo suo libro sincero, duro, coinvolgente e immaginario; ci insegna a non abbandonare mai le nostre convizioni, e ad essere buoni anche quando tutto il mondo ci è contro. Sembrerebbe un libro per bambini, ma io lo rileggerei volentieri per tutta la vita.
Come disse Calvino "un classico è un libro che non ha ancora finito di dire quello che deve dire".
La piccola principessa non ha ancora finito di raccontarci le sue storie di castelli, colline, popolo e sirene. Non smettiamo di ascoltarla.