La bottega dell'antiquario
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La metafora della vita
Questo romanzo inizia con una passeggiata.
È una passeggiata notturna attraverso le vie di una Londra addormentata, compiuta da un uomo di mezza età che diverrà narratore della vicenda.
L'uomo, incappa casualmente in una bambina che, smarritasi, gli chiede la strada di casa.
Sorpreso e intenerito dalla delicata figura solitaria, decide di farle da chaperon, scoprendo così il posto dove vive.
Nell, questo è il suo nome, è orfana e abita con suo nonno nelle stanze attigue alla piccola bottega di anticaglie di loro proprietà.
Ha un fratello maggiore che, non essendo proprio uno stinco di santo, vive di espedienti per conto proprio.
L'affetto tra il nonno e Nell è profondo e reciproco; insieme affrontano le giornate curandosi vicendevolmente.
Il vecchio, però, nasconde un segreto.
Ogni notte, esce furtivamente per andare a giocare d'azzardo sperando di vincere una somma di denaro tale da poter garantire a sua nipote un sereno avvenire alla sua morte.
Purtroppo, perdendo continuamente, dà fondo ai pochi soldi ed è costretto a chiedere dei prestiti a Quilp, un nano usuraio molto conosciuto perché oltre ad essere ripugnante nell'aspetto, è senza scrupoli e quindi molto temuto.
Questa sarà la sua vera rovina.
Non potendo restituire il debito, sarà costretto a consegnare casa e bottega nelle mani del perfido "mezz'uomo" che subito ne approfitta occupando la loro casa spalleggiato dall'avvocato di fiducia.
Anche Quilp ha uno scopo.
Ha messo gli occhi addosso a Nell e vuole poterla soggiogare.
Il vecchio, comprese le sue intenzioni, fuggirà di nascosto con la nipote e inizia a peregrinare da una parte a l'altra di Londra vivendo di accattonaggio fino a migrare verso territori più a nord.
Avranno, così, il modo di incontrare le persone più disparate.
Ma non c'è serenità per i due poveri sventurati; il nano Quilp è sempre sulle loro tracce.
Non mi sento di parte nell'affermare che questo libro ha uno degli incipit più affascinanti di tutta la produzione dickensiana. La trovata originale è proprio la presentazione della storia fornita da un protagonista inconsapevole che resta nell'anonimato ma che diviene narratore. Viene facile ipotizzare che questa figura e Dickens siano in realtà la stessa persona.
La trama è ricca di personaggi ognuno con le loro peculiarità; se ci si sofferma su di loro si ha quasi l'impressione di rovistare in quella bottega di anticaglie e cianfrusaglie che dà il nome al romanzo ma che non diviene mai protagonista assoluta; essa fa solo da sfondo alla vicenda. La figura del nano è il vero e proprio capolavoro di caratterizzazione di tutto il romanzo; la sua figura sintetizza i mali del mondo impersonando la parte cupa e grottesca della storia in netta contrapposizione con Nell, che rappresenta la luce, la trasparenza e il bene. Indimenticabili le scene in cui soggioga sua moglie, vittima impotente della sua malvagità.
Questo romanzo è in realtà un'imponente metafora sulla vita dove bene e male si incontrano e scontrano con risultati disastrosi. Una storia scritta magistralmente e con un finale sorprendente e commovente.