L'usanza del paese
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Seduco ergo sum
Chi è Undine Spragg? L'eroina negativa del romanzo, l'archetipo di un sistema che la Wharton definisce "mostruosamente perfetto": quello dei "self made men" o, per dirla senza inglesismi, nuovi ricchi. Sono esseri volgari, ambiziosi e senza scrupoli, riuniti in una nuova classe sociale che, negli anni successivi la Guerra Civile, darà il via a una rapida ascesa, scontrandosi con gli antichi dettami dell'aristocrazia newyorkese.
Il contesto storico non è dei più semplici, specie per una donna, che può essere comprata in quanto "merce di scambio". Vendersi per sposarsi è infatti l'unico mezzo con il quale può dirsi socialmente accettata, ed è proprio questa usanza del paese a trasformarla in un "ornamento accessorio" nella vita di un uomo.
Ribellandosi al sistema, Mrs. Spragg cerca di sfruttare "l'usanza" a suo vantaggio, non rifuggendola, bensì adeguandosi alle sue tortuose correnti.
Le attività principali della ragazza sono sperperare compulsivamente grandi somme di denaro – elargitole dai genitori e, successivamente, dai mariti – e cercare di migliorare la propria posizione in società. Per raggiungere il suo scopo, si abbatte come un uragano su tutto ciò che ne ostacola il cammino, insensibile al dolore che provoca. E non le riesce certo difficile - grazie al fascino e alla bellezza - attirando più pretendenti possibili che, come pesci, cascano nell'intrico delle sue reti. Fondamentalmente incapace di amare a causa di un ego ipertrofico, dietro modi leziosi nasconde un'anima nera, sprezzante del contatto umano di cui considera solo l'utilità. Non crea infatti amicizie, ma alleanze, dimostrando spregiudicatezza e opportunismo. Si sposerà tre volte, e tutt'e tre si riveleranno dei fallimenti. La prima unione con Ralph Marvell, rampollo dell'alta società, verrà segnata dalla nascita del piccolo Paul – verso cui Undine avverte un feroce fastidio, giudicandolo un "ulteriore fardello"(cit.) o un animaletto da esibire durante i ricevimenti; più tardi, dal suicidio dello stesso Ralph, incapace di contrastare le efferatezze e le spese sconsiderate della moglie, incarnando così il simbolo dell'aristocrazia sconfitta dagli invasori arricchiti. Anche il matrimonio successivo con il conte francese Raymond de Chelles si rivelerà un disastro: resistendo stoicamente al fascino della sirena-sposa, ne comprime la forza dirompente obbligandola a sottomettersi ai voleri del proprio mondo – un'esistenza ligia e senza lussi, confinata in una provincia di campagna angosciosamente lontana dalle accattivanti luci di Parigi. Tra i due si combatterà una guerra fredda lunga diversi mesi, portandoli inesorabilmente a una separazione consensuale. L'ultima "preda" sarà Elmer Moffatt, il suo amore giovanile che aleggia come una presenza premonitrice per tutto il romanzo, non smettendo di tirare a sé quel filo indissolubile che lo lega alla protagonista sin dall'adolescenza. Undine (ri)trova in lui il suo doppio perfetto: abbiente, ambizioso e calcolatore, il Re delle Ferrovie è un altro candidato – l'unico, perfetto candidato - con cui sancire l'ennesima unione, evento che concluderà "lietamente" il romanzo. Tuttavia, si ha come l'impressione che la cronica insoddisfazione di Undine prima o poi tornerà a galla, tendendola spasmodicamente verso altri lidi, altre mete irraggiungibili – e per questo motivo, desiderabili.
Lo stile è intenso, estremamente ricco di particolari ma non per questo ridondante. Sebbene abbia disprezzato la protagonista dalla prima all'ultima pagina, non nego di essere stata affascinata – addirittura avvinta, in alcuni passaggi - dalla sua grande capacità di seduzione e manipolazione (lo psichiatra Jung l'avrebbe definita "un'isterica") senza la quale andrebbe in mille pezzi. Di fatto, dietro questa mascherata s'intuisce una personalità fragilissima, dilaniata da manie di persecuzione e vittimismo con cui cerca di giustificare le proprie mancanze: «...le cose sarebbero potute andare diversamente se solo la gente "cattiva" non si fosse impicciata». La sua condotta esecrabile è mitigata dall'accento volutamente satirico con cui è descritta l'intera vicenda, riducendone l'ascendente seduttivo a una mera caricatura.
Malgrado la sofferenza e i mezzi (leciti e non) con cui l'ha provocata, Mrs. Spragg abbandona la scena del romanzo con estrema disinvoltura. E la vittoria in pugno.