L'isola del tesoro
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Opinioni inserite: 5
Forse non sono troppo vecchia per Stevenson
Devo dire che trovo affascinanti i pirati, e quindi per natura non riesco a bocciar completamente un libro che contenga un filo di avventura e pirateria.
Il libro è molto lento e la vera avventura la si trova proprio nelle ultime decine di pagine e tutto ciò che precede queste ultime pagine arranca un pò alle volte.
Però devo dire che mi sono divertita a leggerlo, ha tirato fuori la ragazzina delle medie che è i me, e mi ha fatto ridere. Ma credo che l'età limite per questo libro siano su per giù i 15 anni, poi il tutto perde il suo fascino e si rischia di trovarlo noioso.
Io dico, mettiamolo in un cassetto e teniamolo per i nostri figli, magari leggiamolo con loro e ritroveremo la magia di questo libro.
Per quelli che vogliono un pò di pirateria vecchio stile, beh, questo non è il libro giusto....meglio Evangelisti e Salgari
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Avevo troppe aspettative...
Come tutte cose intorno alle quali costruisci un'aspettativa troppa alta, c'é il rischio che ti deludano in maniera pesante.
L'isola del tesoro é stata una delle letture piú deludenti degli ultimi mesi. Mi aspettavo grandissime avventure e passaggi mozzafiato, invece mi sono ritrovato a leggere 350 pagine piene di fumo.
sono perfettamente consapevole del fatto che avrei dovuto leggerlo a 15 anni e non a 30, ma sinceramente penso che mi sarei annoiato anche allora.
Vi assicuro che mi spiace moltissimo di questo mio giudizio in quanto avrei voluto poter scrivere esattamente l'opposto.
La cosa che mi é piaciuta meno é stata che per arrivare alla parte della ricerca del tesoro bisogna aspettare le ultime 30 pagine.
In tutto questo penso che il problema sia mio e non del romanzo.
De gustibus giusto!?
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Gli anni si fanno sentire....
Ci sono classici che dopo secoli rimangono stabili sul podio dei capolavori e anzi, acquisiscono ancora più fascino, mentre esistono altri romanzi in cui il termine "classico" è indice non della bellezza dell'opera, ma della patina antica che lo ricopre.
L'isola del tesoro, di Stevenson, getta l'ancora nella seconda categoria e una volta letto rimane l'immagine pomposa di un libro famosissimo che naviga su un mare piatto, senza increspature. Non solo a livello d'azione, ma anche a livello di approfondimento psicologico.
Ora, non che si possa sempre pretendere uno tsunami che movimenti il libro ( anche se volte un rbaltamento totale, in un libro di avventura, non sarebbe male) ma qui manca qualsiasi increspature e soltanto ogni tanto compare un'onda. Magra, anzi, magrissima consolazione.
Cosa che stupisce se si considera l'enorme materiale su cui l'autore sviluppa la trama: un tesoro nascosto, un'isola misteriosa, tradimenti, naufragi, bende sugli occhi, tranelli, pappagalli spioni, un cattivo degno di nota (sì, ma calante) , gambe di legno, insubordinati e molto altro.
E chi sta già gridando, dall'albero maestro (scusate, ma conoco solo questo di una nave, quindi accontentatevi anche dell'imprecisione, se c'è ) non "Terra! Terra!" ma "Banalità, Banalità" non ha tutti i torti anche se (un po' di dissenso non guasta) il libro è scritto nell'Ottocento ed è stato il capostipite di un genere che avrà grande fortuna nel corso della letteratura, con risultati migliori.
Certamente non si vuole sminuire l'importanza letteraria dell'opera, ma il peso dei decenni, anzi, secoli, si fa sentire. UN po' distante, (e se si considera che il testo è scritto in prima persona l'impressione accennata è grave), incapace di vivacizzare l'azione e di creare una suspense apprezzabile. E se Stevenson si salva un po' disseminando qua e là qualche virtuosismo, la piacevolezza ne risente e molto.
Manca quel piglio di pura avventura che ha fatto la fortuna di altri romanzi, chella prosa incalzante che non fa distogliere gli occhi dal libro. Qui al massimo un appasisonato di navi può trovare pane per i suoi denti, viste le logorroiche descrizioni, in cui, io, povero lettore (oh me tapino) si è perso.
Un avventura finita male questo romanzo, anzi, appena iniziata. L'innovazione resta, così come gli anni, ma qui, a parte la critica morale (l'avarizia, il tradimento, l'amicizia, il coraggio eccetera e la critica alla scoietà, che fa capolino in alcuni punti) e qualche combattimento marittimo e non, la patina dell'Ottocento si avverte e nè il conenuto nè lo stile riescono a sollevare un romanzo le cui premesse vengono ampiamente tradite.
Ma uno tsunami, quando serve, non c'è mai? Al diavolo l'ancora, vado alla deriva.
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Un classico per ragazzi
Ho recuperato solo ora un romanzo che secondo me tutti i ragazzi/bambini dovrebbero leggere. La storia è nota più o meno a tutti. Forse il genere marinaresco, i pirati che cercano un tesoro non sarà tanto di moda (ma i fan di Jack Sparrow non saranno d'accordo) però per un certo tipo di lettori mi smebra un ottima lettura. C'è l'avventura, il mistero, personaggi fortemente caratterizzati ed accattivanti (chi non adora Silver?). Un romanzo che mantiene un target molto specifico, non consigliabile a tutti.
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piatto
Romanzo generalmente classificato come d'avventura e di formazione, che in genere viene fatto leggere in età scolastica. Io lo trovo di una piattezza assoluta. Sicuramente è stato un passo importante nella letteratura, ha perfino avuto l'effetto di puntare i riflettori sulla figura del pirata, un affascinante negativo che da Stevenson in poi avrà un incredibile successo. Però, a parer mio, al di là dei contenuti morali e di critica sociale, la narrazione è davvero pesante.