L'educazione sentimentale
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Qualcosa che ci resta
Libro molto bello e di grande interesse. Quanto autobiografismo Flaubert ci ha messo!
Un romanzo di lunga gestazione. Ambientato specialmente a Parigi, l'autore vi rappresenta un quadro eloquente di ansie e fervori che, al tempo dei fatti narrati, agitavano gli animi di molti giovani. Egli stesso fu testimone della rivoluzione del '48 che portò alla repubblica e, nel '51, del colpo di Stato reazionario.
E' l'esperienza dello scrittore stesso a ispirare l'elaborazione del personaggio protagonista, Federico.
E sotto le apparenze della bellissima figura femminile di Madame Arnoux si celerebbe Mme Shelvinger, di cui Flaubert adolescente s'innamorò di un amore impossibile. L'affascinante signora sembra proprio l'opposto di Madame Bovary.
Fin dal primo incontro sul battello, Madame Arnoux lascia il segno. "Fu come un'apparizione. (...) Portava un largo cappello, con nastri rosa che palpitavano al vento (...), la persona tutta si delineava sul fondo azzurro dell'aria".
In lei l'autore pare riversare tutte le virtù e il fascino femminili.
Romanzo della disillusione, si dice
Alla prima parte in cui aleggia lo spirito del Romanticismo, segue una seconda che preannuncia il Naturalismo francese.
W. Cahter, in "La nipote di Flaubert", a proposito di questo romanzo, scrive che dopo la lettura "si avverte qualcosa che 'ci resta' , allo stesso modo in cui dopo certe malattie ci resta una debolezza di cuore" .
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classici della letteratura
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Classico intramontabile
“Voglio fare la storia morale della mia generazione; ‘sentimentale’ sarebbe più appropriato”.
Con queste parole Flaubert esprime, in sintesi, il cuore pulsante del libro. Forse, rispetto a “Madame Bovary”, quest’opera dell’autore francese non suscita nel lettore lo stesso trasporto emotivo, eppure è innegabile constatarne la grandezza. L’occhio attento e preciso di Flaubert descrive spietatamente la generazione borghese cittadina e lo fa con una storia che in sostanza “non esiste”: rifiuta la costruzione romanzesca, punta tutto sulla quotidianità, sulla routine, sui piccoli episodi noiosi e apparentemente inutili dei suoi personaggi. Obiettivo è servirsi di uno stile, di una prosa perfetti per tratteggiare una trama in fin dei conti banale, nella quale amore, tradimento, denaro e ricerca del prestigio personale risaltino. Lo persegue servendosi di protagonisti umanamente discutibili, pronti a fare le scarpe al prossimo ed anche a tradire i valori dell’amore e dell’amicizia pur di raggiungere un’affermazione personale.
Frederic Moreau, nella sua estenuante e improduttiva ricerca di conquista della Sig.ra Arnoux, vive nella convinzione che l’amore gli spetti di diritto, giunge alla conclusione che “Gli altri si accaniscono per avere la ricchezza, la fama, il potere” mentre per lui l’unica ragione di vita è quella di divenire l’amante di Madame Arnoux. Eppure Frederic, nonostante risulti totalmente permeato dall’amore non è innocente, non risulta di certo un personaggio candido. Anche lui infatti si “sporca le mani”, non esita a tessere relazioni con altre donne, per poi tradirle, preso dalla frustrazione e dallo sconforto nel mancare il primo obiettivo. Ma ancora di più Flaubert non si accontenta di raccontare una “non storia” privata, allarga l’orizzonte e colloca il suo romanzo negli anni della Seconda Repubblica Francese (1848) analizzando con dovizia di dettagli gli scontri armati che portano alla caduta della monarchia ed all’instaurazione (temporanea) della Repubblica. Fonde la storia di Francia con le vicende personali dei protagonisti, piega la cronaca alle loro esigenze, dimostrando quanto la partecipazione politica possa così diventare strumento per cercare un’affermazione personale e quanto la ricca borghesia reazionaria non si faccia scrupoli a salire sul carro dei vincitori, sposando le idee della Repubblica pur di realizzare i propri interessi.
Classico intramontabile della letteratura francese da leggere almeno una volta nella vita anche se, a tratti, non sempre scorrevole, l'educazione sentimentale può tranquillamente considerarsi romanzo di formazione perché nella parabola di Moreau, nel continuo passaggio tra fatti pubblici e fatti privati, si giunge ad una catarsi ad una sorta di bilancio di vita ed al riconoscimento di quanto stava più a cuore a Flaubert: la denuncia di un mondo borghese artificioso che travolge inevitabilmente per poi lasciare sgomenti e privi di forze.
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Amore e Interesse
Faccio subito outing: non ho mai letto Madame Bovary e non sono appassionata di classici.
Ma di due cose sono sicura: 1. Che leggerò prestissimo Madame Bovary; 2. Che questo libro è diventato il mio classico preferito.
Una lettura piacevole e nonostante ritrovi chiaramente anche qui quello che mi fa amare meno i classici, ossia la descrizione accurata di una vita di salotti così lontana dalla nostra vita contemporanea, che per altri è sicuramente l’aspetto più affascinante di un classico, mi sono appassionata così tanto alla storia di questo Federico e delle sue donne che non riuscivo a staccarmi dalla lettura.
Siamo nell’800 in Francia in pieno subbuglio politico nello scontro tra Monarchia e Repubblica ed in questo contesto si dipana la vita di Federico, piccolo borghese aspirante all’alta classe sociale parigina che lascia la provincia per vivere la sua avventura nella bella e ricca Parigi. Si avvicina a personaggi anche di dubbia moralità, come Arnoux o Dambreuse, per aspirare in maniera osmotica l’aria della classe benestante e aristocratica. E’ pur vero che in questa sua agognata rincorsa c’è qualcosa di più forte che lo attrae e lo distrae, ossia l’amore appassionato e folle per Madame Arnoux, che poi cercherà di imitare o rappresentare negli altri suoi rapporti amorosi ma invano. A differenza infatti di Deslauries, che a mio parere è uno dei personaggi peggiori, che immola tutta la sua vita all’arrivismo di una scalata economica e sociale passando sopra tutto e cercando di approfittare a tratti dell’ingenuità dell’amico Federico, sfruttando le sue debolezze a suo piacimento, Federico in realtà nel momento in cui è messo di fronte alla scelta opta per l’amore a suo discapito. Questo gesto in qualche modo lo risolleva dal personaggio che trapelava dalle pagine di questo romanzo, ossia prima ragazzo senza una briciola di carattere, poi in un giro vorticoso a 360°, uomo freddo e cinico indifferente a tutto anche all’amore filiale. Il suo rapporto con le donne è effettivamente bislacco, si innamora solo delle donne che in qualche modo circondano gli uomini di potere che affianca forse in una strana trasposizione del suo sogno di uomo aristocratico.
E’ divertente leggere degli incontri sociali dell’epoca con scarso senso della privacy, si entra e si esce dalle stanze private senza preavviso, ci si abbandona per mesi e ci si ritrova con lo stesso ardore del passato senza alcuna difficoltà, ritrovo in questo stranamente una libertà amoreggiante da far invidia ai nostri figli dei fiori.
A tinte forti la descrizione politica e sociale dell’epoca, pagine intere dedicate ai dibattiti e discussioni sulla situazione politica e artistica che però, a mio modo di vedere, sembrano più pettegolezzi e meno dissertazioni pregnanti; la mia impressione è che facciano da cornice, cornice splendida chiaramente, alla storia personale dei protagonisti.
Unico appunto, mi è sembrato che negli ultimi capitoli la storia prendesse un’accelerazione immotivata, le ultime pagine mi trasmettono meno attenzione rispetto a tutta la dovizia di particolari con cui è stato affrontato tutto il romanzo.