Ivanhoe
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PIACEVOLE RITORNO AL PASSATO
Romanzo di grande successo al suo primo apparire, apripista del genere storico, modello perfino del grande Manzoni, Ivanhoe rivela ancora oggi le ragioni della sua gradevolezza non potendo più, per ragioni cronologiche, essere annoverato fra i bestseller. È un romanzo corposo per mole, evanescente nella sommaria trama e gradevole per il tono umoristico dal quale è attraversato. Alla base del successo l’eterna lotta del Bene contro il Male, la netta contrapposizione fra eroi ed antieroi, i colpi di scena, gli smascheramenti, le trasfigurazioni, il riconoscere nella storia medievale le proprie origini di popolo attuale, la forte connotazione nazionalista nel binomio Sassoni –Normanni, Scozzesi-Inglesi. La trama è nota ai più viste anche le innumerevoli trasposizioni e non solo cinematografiche che gli sono state dedicate; si tratta in breve del rientro del re Riccardo dalla Terra santa intrecciato a quello del nostro prode cavaliere Ivanhoe che tende a giuste nozze con la protetta del padre Cedric, Rowena, tra mille peripezie, duelli, tornei, imboscate, tradimenti e la finale vittoria del Bene sul Male. Recluso fra i libri etichettati come letteratura per ragazzi, la sua giusta collocazione potrebbe essere più azzeccata nei paraggi di Dumas padre, ad ogni modo è lettura da farsi in età adulta quando si possiedono gusti letterari ben delineati, poco inclini ai facili entusiasmi e strumenti di conoscenza per darle giusta collocazione all’interno della storia della letteratura inglese; non è certo compito mio, esistono studi infiniti al proposito. A me resta solo da consigliare un libro vivace, seppur impegnativo per mole, abbastanza fluido , capace di richiamare tempi, ideali, costumi ormai tramontati ma pur sempre avvincenti in un piacevole ritorno al passato.
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Avventure ai tempi di Riccardo Cuor di Leone
Non è mia abitudine recensire Classici, in quanto si tratta di libri di cui tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta nella vita e su cui esistono infinite opinioni; per questo romanzo di Walter Scott però, farò un'eccezione: consiglio a tutti, e soprattutto ai nostalgici di amor cortese, cavalleria e glorie antiche, di prendere in mano Ivanhoe e di prepararsi a leggerlo a cuor leggero, perché è un'opera che appassiona il lettore del nostro secolo e lo catapulta nel passato con una facilità sorprendente.
Siamo nell'Inghilterra medievale: Riccardo Cuor di Leone è prigioniero, il fratello brama per spodestarlo definitivamente del trono, l'Inghilterra stessa è in preda ai conquistatori normanni e certo non c'è amore tra i dominanti e i sassoni assoggettati; in questo ambiente ostile e teso i potenti cercano di nascondere i problemi dedicandosi a piacevoli passatempi, il clero va in giro con le dita tempestate di pietre preziose, i boschi sono affollati di fuorilegge. Molti sono i cuori corrotti e senza scrupoli, e le passioni sono forti. E in questo ambiente incerto dove l'onore si scontra con l'amore si aggira Ivanhoe, paladino, 'desdichado', e puro esempio di cavaliere.
Per prima cosa mi soffermerei sulla definizione di romanzo storico: senza alcun dubbio lo sfondo in cui si svolgono i fatti è verosimile e documentato, ma a parte ciò, la serie di mirabolanti avventure, eventi e sviluppi generalmente è frutto di fantasia e quindi fruibile anche a chi non è avvezzo al genere. Sembra di leggere un romanzo storico sì, ma soprattutto d'avventura e fantastico. Ci tengo a specificarlo per chi di fronte all'etichetta 'romanzo storico' si sente timoroso. Non ce n'è motivo!
Walter Scott ha una penna prodigiosa: sembra un romanzo dei nostri giorni, la lettura è fluida, di facile comprensione, il lessico è ricco; l'autore si prodiga molto nelle descrizioni definendo i dettagli, e le immagini create sono estremamente vivide: nonostante questo la lettura non è mai pesante.
La società medievale è ben rappresentata, plausibilmente è la reale protagonista del romanzo intero: si percepiscono i sentimenti di ogni individuo o fazione, i loro valori ed obiettivi, ma anche le descrizioni fisiche e concrete sono ben delineate e verosimili.
I personaggi principali sono stati ben definiti nei tratti più 'superficiali' e ognuno stuzzica il lettore a suo modo; il contrasto tra 'buoni' e 'cattivi' è fortemente evidenziato, le qualità e i difetti degli stessi spesso sono esagerati, proprio per sottolineare il divario in quella società con un modo di pensare superstizioso e, in un certo senso, ingenuo.
La storia è lineare e semplice da seguire, nonostante ci siano diversi fili che si intrecciano e alcuni eventi accadano in contemporanea; ma in questo caso l'autore ci riporta dolcemente a dove ci eravamo fermati precedentemente e ci fa riprendere il filo senza fatica.
In definitiva un ottimo romanzo, soprattutto d'intrattenimento (non ci sono profondi insegnamenti morali come negli altri Classici); regala molte emozioni e spesso fa sorridere, è un intreccio frizzante capace di stuzzicare ogni palato; inoltre c'è anche da imparare a livello storico, soprattutto sulla società medievale normanna-sassone, quindi ben venga.
Assolutamente consigliato
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Di dame e cavalieri
Confesso che ho letto questo romanzo quando ero ancora un ragazzo e allora l’ambientazione e la vicenda mi appassionarono. In fondo, a quell’età, una prosa avventurosa con gli eroi a cui è riservato un lieto fine fanno sempre colpo. Ma riletto successivamente, da adulto smaliziato, ho potuto constatare che il fascino dell’opera era rimasto inalterato, riuscendo inoltre a cogliere aspetti che prima mi erano sfuggiti. Fra questi lo stile, per nulla barocco, anche se antiquato, capace di conferire un alone di magia all’intero romanzo, la cui trama già di per sé è assai interessante e inserita in un preciso contesto storico (XII secolo), all’epoca della reggenza di Giovanni Senza Terra e delle lotte per il predominio sull’Inghilterra di Sassoni e Normanni. È un periodo travagliato, fra chi sogna il ritorno dalle crociate del legittimo re Riccardo Cuor di Leone e chi invece sostiene il reggente usurpatore. Come in una serie di pale d’altare, si viene così a delineare un polittico in cui emerge poco a poco la figura di Wilfred di Ivanhoe, cavaliere audace, coraggioso, ma nobile d’animo e capace di infondere fiducia al popolo.
Fra tornei e colpi di scena, con la presenza anche intermezzi amorosi fra il protagonista e la bellissima Lady Rowena, il romanzo ha il pregio di delineare con sobrietà, ma anche con precisione, un’epoca determinante per il futuro dell’Inghilterra, donde anche un valore patriottico dell’opera, un altro degli elementi che contribuirono al suo straordinario successo.
Peraltro, se consideriamo certi fantasy, pur di pregio, come Il Signore degli anelli di Tolkien, Ivanhoe si presenta come un libro realistico, pur considerando che molti personaggi sono di pura invenzione, ma risultano inseriti così efficacemente nella vicenda da farli apparire, se non veri, almeno probabili, così da delineare un grandioso romanzo storico, che mantiene inalterato, dopo quasi due secoli, il suo straordinario fascino. Da rilevare, inoltre, che la vicenda ben si presta a un adattamento cinematografico, tanto che sono stati prodotti alcuni film, di cui il più celebre resta quello del 1952, diretto da Richard Torpe e interpretato da Robert Taylor, Joan Fontaine ed Elizabeth Taylor.
Mi preme inoltre evidenziare che fra i personaggi figura Robin Hood, il mitico tiratore d’arco, in realtà esistito, ma sulle cui gesta è stata costruita una vera e propria leggenda, con la caratteristica dell’uomo che ruba ai ricchi per donare ai poveri, e perciò idolatrato dal popolo.
Com’é possibile rilevare ci sono tanti e tali protagonisti, in pare inventati, in parte veri, in grado di soddisfare le aspettative del lettore anche più esigente; identificato erroneamente come letteratura per ragazzi, in realtà Ivanhoe è destinato a un pubblico ancora più vasto, perché in fin dei conti le passioni e i sentimenti che vi figurano sono propri di ogni uomo, qualsiasi sia l’epoca in cui vive, e non a caso l’opera può essere definita un grande classico.
L’unico limite, se può essere definito tale, è dato dallo stile, inevitabilmente desueto, ma del resto sarebbe impossibile pretendere che un romanzo scritto nel 1820 usasse il linguaggio attuale; personalmente trovo che è un pregio, con quel suo sapore di old england, che non pochi finiranno con l’apprezzare.
Quindi, il mio consiglio è di leggere Ivanhoe, per immergersi in atmosfere così lontane da noi, ma sempre affascinanti.
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Mi aspettavo di più
Personalmente ritengo un classico tale quando non "sente" il peso dell'età;Guerra e Pace,ad esempio,ha ancora uno stile fresco,diretto e le riflessioni sono ancora attuali. Ivanhoe i suoi anni li sente,evidente prova ne è lo stile,ampolloso e ricco di artifici retorici,sembra scritto in epoca barocca;personalmente mi ricorda la finta testimonianza storica che scrive il Manzoni nei Promessi Sposi.Personaggi,non stereotipati,ma quasi,privi della minima evoluzione e legati ai classici ideali cavallereschi;ritmo assolutamente lento che rendo la lettura poco scorrevole.
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Cavalleria e giostre a non finire
Ivanhoe è il primo vero romanzo storico. Proprio in virtù di questo fatto, nonostante sia un classico, non può essere un'opera matura e brillante. Lo stile di scrittura è effettivamente pesante e ampolloso, Scott non rinuncia alla sua decina di pagine di descrizione (all'inizio è stato difficile leggerle, infatti poi le ho saltate) ed è un romanzo lento, pieno di quei dialoghi tutti imperniati sulla cortesia. Probabilmente, questo fatto, insieme alla trama banale, contribuisce a rendere questo romanzo non facilmente fruibile.
Ivanhoe è un romanzo cappa e spada, pieno di battaglie, giostre, duelli per difendere l'onore proprio e del proprio signore, i propri ideali e le belle fanciulle. La trama è come molte altre, ovvero il cavaliere Ivanhoe torna dalla terra santa ed entra in una spirale fatta di combattimenti e cortesia. In effetti, questo è l'unico elemento del carattere dei personaggi maschili nobili: cortesia e duelli, sembra che non vivano d'altro. O meglio, ogni personaggio è guidato da un aspetto specifico: Ivanhoe, come la maggior parte dei nobili dal desiderio di combattere e dalla cortesia, Giovanni senza Terra è infido e pauroso sempre, Isaac è tirchio in ogni momento, Rebecca è una donna che mette l'orgoglio sempre davanti a tutto, anche alla sua convenienza, Rowena è la classica donna bellissima, biondissima, fragilissima e diafana. Non abbiamo un ulteriore approfondimento dei personaggi e questo, purtroppo, rende il romanzo abbastanza piatto.
Tuttavia, le atmosfere sono molto evocative, gli stessi dialoghi inseriscono il lettore in un ambiente pieno di cavalleria e romanticismo, proprio quello che mi sarei aspettata da una storia di questo tipo. Al tempo stesso, la trama è ben congegnata, ricca di colpi di scena, che non la rendono mai noiosa o ripetitiva, pur con i difetti che ho elencato sopra.
Per concludere: consiglio il romanzo a chi si sente di cimentarsi in questa lettura, che può risultare persante, quindi si deve essere disposti a sopportare, almeno all'inizio, la lentezza della scrittura.
P.S.: quando dico che la trama è banale, intendo dire rispetto alla trama generale, non ai singoli colpi di scena, che ho apprezzato moltissimo, e rispetto ad oggi, che di queste cose ne abbiamo viste e lette in quantità: all'epoca di Walter Scott, probabilmente questo romanzo era una grande novità.
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Il primo vero romanzo storico
Ecco qui uno dei principali testi che anticipano la letteratura vittoriana.
Un mix di avventure romantiche, emozioni conflittuali e tradizione spassionata per la Scozia alternato al progresso e alla prosperità delle terre inglesi: questo è 'Ivanhoe'.
Ci sono tutti gli ingredienti per un romanzo storico di qualità: geograficamente, ci troviamo nell'Inghilterra centrale più civilizzata, anche se non mancano velati riferimenti alla Scozia "primitiva"; cronologicamente, siamo intorno al 1194, a cavallo fra il dodicesimo e il tredicesimo secolo, anche se un alone di - consapevole - mistero non ci permette di determinare un periodo temporale più preciso; storicamente, i fatti descritti raccontano le lotte intestine tra i Sassoni ed i Normanni.
La trama risulta davvero avvincente, ma anche un po' troppo elaborata. Questo, unito a un uso "sconsiderato" dell'ipotassi nel delineare fabula e intreccio, non rende affatto immediata la comprensione del testo.
Comunque, ci sarà un motivo se 'Ivanhoe' sia considerato il capostipite del romanzo storico, e non posso che consigliarne un'attenta lettura. Risulterà piacevole sia agli appassionati di romanzi medievali che agli amanti di storie d'amore travagliate e tormentate.
Un vasto pubblico per un vasto consenso letterario? 'Ai posteri (lettori) l'ardua sentenza'.
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Un Classico...a metà
Di solito i lettori amanti dei Classici, mettendosi di fronte a una nuova avventura letteraria, partono già con una certa disposizione d'animo, pronti a lasciarsi mettere in discussione dalla tematica del romanzo e ansiosi di ricevere un certo arricchimento. Ecco, in cio' Ivanhoe tradisce un po' la sua missione di grande classico, deludendo le aspettative. Se possiamo riconoscergli, da un lato, un'ottima struttura narrativa, possiamo rimproverargli dall'altro un certo senso di perenne "manchevolezza". Come già espresso da altri utenti prima di me, i personaggi sembrano svuotati dall'interno, mossi da un'animosità quasi programmata, fin troppo fedeli a sé stessi e al proprio ruolo, servi, più che protagonisti, delle dinamiche del romanzo. Fatta eccezione per alcune pagine più felici, che vedono in azione quelle che sono a mio parere le figure più interessanti (l'ebrea Rebecca e la vecchia Ulrica), tutto il libro é appesantito dai ridondanti scambi di cortesie tra i cavalieri, dalle onnipresenti professioni di onore e coraggio, dai reciproci riconoscimenti di valore, dalle dichiarazioni di ostilità dei sassoni verso gli odiosi oppressori normanni. Ecco, tutto cio', privo com'é di quell'invisibile forza sotterranea che attraversa altri veri Capolavori della letteratura, finisce per stancare anche il lettore più paziente, e Ivanhoe si dimostra un romanzo che riesce ad accontentare pochi. Faticoso e pedante per un pubblico giovane, ma debole e poco approfondito per un lettore maturo. Forse non erano ancora giunti i tempi in letteratura, delle grandi analisi psicologiche dei personaggi, e risulterebbe quindi fuori luogo rimproverare eccessivamente l'autore di « superficialità », ma devo proprio ammettere che, a dispetto della sua grande fama, non riesco proprio ad annoverare Ivanhoe tra i romanzi immancabili nella mia biblioteca!
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- no
Ivanhoe
Quasi duecento anni e non sentirli,come se lo avessero scritto ieri,per la straordinaria capacità narrativa,comune a molti autori britannici dell’epoca,che scaturisce dalla talentuosa penna d’oca dello scrittore scozzese,limpida,scorrevole,per la fluidità dinamica degli eventi ,per l’azione incalzante,per il coinvolgimento che si prova nelle scene,e per la tangibilità delle ambientazioni. Da tenere in considerazione poi,per comprendere in pieno il valore di quest’opera,forse la più significativa di Scott,che si tratta a pieno merito della matrice di un nuovo genere,il romanzo storico,dove per la prima volta uno scrittore,come si specifica in una lettera introduttiva e in svariate note sparse nelle pagine,supportato da un approfondito e accurato studio di un determinato momento storico,ne ambienta in esso nel modo più coerente possibile,una trama che si adatti quindi in modo pertinente agli usi e costumi e agli avvenimenti del periodo preso in considerazione,in questo caso l’alto medioevo britannico,un centinaio d’anni dopo la presa dell’isola da parte delle popolazioni normanne. Per la prima volta quindi,e in maniera rivoluzionaria la letteratura scopre una nuova ramificazione che successivamente riscuoterà notevole successo,fondendo l’utile al dilettevole,l’apprendimento degli avvenimenti storici,al puro intrattenimento. Mi sono sempre domandato quindi,preso in considerazione quello che ho appena menzionato,come mai il caro Sir Walter Scott,a parte il merito già citato di essere riconosciuto come il padre del romanzo storico,non venga mai accostato ai grandi scrittori dell’800,e in questa mia 3^ lettura dell’Ivanhoe,ho cercato di trovare una risposta a questo quesito. La risposta a mio parere,si trae dai protagonisti ,un ibrido tra il super’uomo illuminato e l’eroe romantico che proprio in quell’epoca si sta’ definendo,quindi ancora un embrione informe,esclusivo strumento della trama; non si discute la fedeltà e la destrezza d’armi di Ivanhoe,il coraggio e la magnanimità di Re Riccardo cuor di leone,la perfidia e l’arroganza di Brian de Bois-Guilbert,l’equità e il senso di giustizia dell’arciere Locksley,meglio noto come Robin Hood,l’estrema nobiltà d’animo e la religiosità dell’ebrea Rebecca,e così via,ma tutti nell’insieme mancano di profondità, troppo coerenti al loro ruolo per essere reali,come dei mediocri attori che recitano una parte di un copione,senza pathos,debolezze,sfumature implicite dell’animo umano,senza passione e vitalità,mancano di sangue e non trasmettono emozioni,insomma un gran copione,ma attori mediocri,poco più che marionette. Fa riflettere anche la tematica principale del romanzo,l’integrazione di un popolo conquistatore con le popolazioni aborigene native,lo scontro tra le differenze culturali,il violento invasore che sottomette il debole natio con la violenza e la discriminazione razziale,che sfocia nel sogno di un’integrazione pacifica e rispettosa, fa riflettere,in considerazione della storia coloniale britannica del IXX secolo!
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..non un romanzo storico..ma IL romanzo storico!
Sono giorni che spulcio il sito e ho trovato un livello veramente alto di lettori e recensioni!..ma..ma cercando non ho trovato "Ivanhoe" che, visto i commenti che hanno i vari romanzi storici, dovrebbe essere oberato di opinioni! =)
La mia recensione inizia con un invito assoluto a leggerlo, ma proprio che adesso smettete di leggere qua, correte in biblioteca e lo prendete.. =)
Comunque parlerò poco del romanzo perchè è tutto da scoprire..la trama è studiata e intrecciata in maniera magistrale. Senza entrare nei particolari i due episodi dell'assalto alla fortezza e del torneo (giostra medievale) sono mozzafiato e si rimane incollati al libro.
Essendo la prima recensione dirò solo che il romanzo si svolge in Inghilterra durante il periodo del conflitto di potere tra Giovanni e Re Riccardo Cuor di Leone.
Passando ai personaggi sono tra i più differenti e complicati, abbiamo: il giovane cavaliere, il templare, il re, gli ebrei, i cavalieri normanni..un noto eroe in calzamaglia =)..insomma tutti i personaggi del periodo e di ognuno verrà presentata una storia che poi si unirà alle altre!
Per quanto riguarda la scrittura l'ho trovata scorrevole e nei punti di guerra raggiunge momenti emozionanti..il libro quindi è facilmente leggibile.
In ultima i temi trattati sono da un lato un ricercatezza storica di situazione, luoghi e date che accrescono le conoscenze personali; dall'altro durante la lettura soffermatevi sulla fratellanza che unisce gli ebrei e come essi erano trattati in un certo modo già a quei tempi!
Se come me amate i romanzi storici e non l'avete letto sappiate che adesso siete assolutamente in dovere di prenderlo perchè non ci sono più scuse!! =)