Indignazione
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Rigido, un po' troppo
Indignazione è un libro ben scritto in cui si riconosce la mano del grande autore; il romanzo è giocato sull'ambiguità come ama fare James e il tema è simile a quello del Carteggio. Non si capisce se l'interesse che muove le persone sia l'affetto, l'amore, il bisogno di danaro, il desiderio di possedere un quadro o di acquistare in senso abbastanza letterale una moglie. La tematica che fa da sfondo è il dispiacere per la fuga di opere d'arte dall'Inghilterra all'America ad opera di facoltosi collezionisti che facendo offerte che non si possono rifiutare ai legittimi proprietari, depauperano il patrimonio artistico nazionale portando le opere più interessanti oltreoceano. La tematica doveva essere molto sentita in passato. Lo stile di James e l'ambiguità dei dialoghi raggiungono dei livelli di raffinatezza tali da diventare spesso poco comprensibili al lettore che non riesce a uscire nemmeno lui dalla nebbia di ambiguità e va avanti nella lettura senza capire bene fino alla fine. Non so, credo che ci sia quasi troppo stile, i personaggi e i dialoghi diventano una partita a scacchi per esperti per cui anche se il romanzo è bello io l'ho trovato meno godibile di altri, più astratto e lontano dalla vita. Anche i personaggi dichiarati semplici e diretti lo sono molto poco.
Certo è sempre un bel romanzo ma non il migliore di James, anzi.