Il villaggio di Stepancikovo e i suoi abitanti
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ANTE RASPUTIN
È incredibile come esattamente 10 anni dopo la pubblicazione di questo romanzo umoristico nacque un mistico che diventerà molto famoso. Siamo in un paese sperduto della Russia di nome Pokrovskoe ed è qui che nacque il monaco, il sessuomane, l’empio, il fidato consigliere, il mistico, il manipolatore, Grigorij Efimovi? Rasputin (Novych). È uno di quei personaggi che ha spaccato letteralmente la Russia e che ne ha agevolato in maniera inconsapevole la nuova nascita a discapito di quella imperiale. Ma torniamo indietro di 10 anni da Dostoevskij e al suo romanzo. Considerato minore dai più ma molto amato dallo scrittore che lo considerava, con tutti i suoi difetti, il romanzo che più racconta al meglio l’anima russa appieno. Ci lavorò subito dopo la sua scarcerazione ed è il suo primo romanzo dopo l’incompiuto Neto?ka Nezvanova (che ho amato immensamente). Prima dei grandi capolavori che conoscono tutti e prima delle sue memorie dalla casa dei morti dove scrisse dei terribili giorni della prigionia.
Dostoevskij lavorò a quest'opera tra il 1857 e il 1858, concependola inizialmente come commedia teatrale (già dallo stile si nota questa cosa e credo avrebbe funzionato alla perfezione in teatro)
Qualche mese prima della pubblicazione, ne spiegò la genesi al fratello Michaìl:
«Questo romanzo, certo, ha gravissimi difetti [...] ma io sono convinto, come di un assioma, che esso abbia grandi pregi e che sia la mia migliore opera. L'ho scritto in due anni [...] L'inizio e la parte centrale sono stati elaborati con cura, il finale, invece, è stato scritto affrettatamente. Ma vi ho messo la mia anima, la mia carne, il mio sangue [...] in esso vi sono due grossissimi caratteri tipici, creati e studiati nel corso di cinque anni, elaborati (secondo me) alla perfezione, caratteri russi in tutto e per tutto e mai rappresentati finora nella letteratura russa.»
(Fëdor Dostoevskij)
Prima dei suoi grandi capolavori c’è lui: Il villaggio di Stepan?ikovo e i suoi abitanti. Siamo in un piccolo villaggio di tot anime che è uguale a tutti gli altri ma è qui che si districa una storia surreale, con un personaggio surreale. Fomà Fomì? Opiskin, un manipolatore che tiene le redini del villaggio in maniera astuta e subdola. Il Rasputin prima di Rasputin. È veramente affascinante ed inquietante come Rasputin venne descritto molti anni prima della sua comparsa ed affermazione nel mondo russo. Questo romanzo ad alcuni ha fatto ridere ma a me per niente, ho provato solo molto pietà nel leggere le scene descritte, mi è salita solo un enorme rabbia a leggerne le frasi. Non posso fare a meno di collegare questo personaggio efferato ai molti manipolatori presenti in tutto il mondo che avendo capito la psicologia umana hanno potuto compiere le peggiori atrocità uscendone puliti, e non solo. Con il loro carisma, la loro falsa faccia hanno tenuto in pugno le povere vittime; le hanno letteralmente piegate e assorbite. Già solo a pensare al documentario “rapita alla luce del sole” di netflix o “la ragazza nella scatola” ci fa capire la assurdità del mondo umano e di quanto queste persone hanno potere e controllo sulle menti delle persone, un potere sconfinato. Forse sembrerà azzardato collegare personaggi del mondo moderno con quelli storici ma la storia si ripete e le persone anche.
L'opera tra l’altro è stata citata da Leonardo Sciascia nel romanzo “Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia! (1977), dove viene utilizzato l'epiteto Fomà Fomì? come offesa non capita da colui verso il quale è rivolta. (insulto molto pesante)