Narrativa straniera Classici Il telefono di Calipso e altre storie sgradevoli
 

Il telefono di Calipso e altre storie sgradevoli Il telefono di Calipso e altre storie sgradevoli

Il telefono di Calipso e altre storie sgradevoli

Letteratura straniera

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Le «Storie sgradevoli» sono forse l'opera più significativa di Léon Bloy, quella che meglio sa rivelare la vena paradossale e visionaria del suo stile. Questa nuova edizione del melangolo rappresenta la migliore occasione per il lettore italiano di riscoprire Léon Bloy, uno scrittore la cui fama è sicuramente inferiore al suo enorme talento letterario. Amatissimi da Borges, i racconti di Bloy furono sempre troppo particolari e originali per raggiungere il grande pubblico, ma a chi li legge sono in grado di trasmettere ancora oggi una profonda inquietudine e un insopprimibile desiderio di assoluto, a cui si intreccia costantemente una feroce critica nei confronti del mondo borghese, visto come il ricettacolo di tutti i difetti umani.



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Il telefono di Calipso e altre storie sgradevoli 2015-08-25 06:45:59 siti
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siti Opinione inserita da siti    25 Agosto, 2015
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Il reale celato nell'assurdo

Otto brevi racconti riuniti in un unico volumetto (1894), lontani dalla coeva produzione letteraria francese ancora intrisa di tinte naturaliste.
Una scrittura delirante a parlare di vita e morte indissolubilmente intrecciate fra loro in situazioni al limite dell’assurdo e del paradosso ma tristemente paragonabili all’orrore della nostra cronaca quotidiana.
Il reale si tinge di fosco ne “La tisana”, primo racconto dove una madre si reca in confessione e il di lei figlio che la ascolta di nascosto ne scopre l’intento omicida che si riverserà su di lui. Il secondo racconto, “La religione di Monsieur Pleur ” presenta l’assurdo attraverso la tecnica del rovesciamento;un ricco signore vivere nella più bieca avidità(efficacemente rappresentata) e per questo viene dileggiato, in realtà...
O ancora “Il parlatorio delle tarantole” in cui si racconta lo strano caso, poi rivelatosi fortunato, di un uomo che incappa nella vena poetica e nella verve narrativa di Damasceno Chabrol, il quale “era stato medico” per poi dedicarsi a “un ostinato e intenso studio della poesia”. Attratto nella sua casa con un invito a cena l’uomo ci farà calare in un vero e proprio racconto noir per poter sperare di uscirne vivi. L’ironia è dietro la porta. Singolare poi la storia degli sposi smemorati de “I prigionieri di Longjumeau” dove l’immaginazione visionaria si nutre della formazione cattolica per far comparire protagonista indiscusso il Diavolo.
Si arriva poi al racconto che dà il titolo alla raccolta,il più riuscito nella sua efficace critica al mezzo telefonico in tempi non sospetti come quelli che viviamo.
Complessivamente interessanti, molto lontani dai miei gusti letterari li consiglio solo se interessati al genere o all’autore.

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Consigliato a chi ha letto...
Borges
Buzzati
E.A. Poe
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