Il pozzo e il pendolo
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Acronimo
Inquisito e imprigionato, un uomo perlustra a tentoni
Le segrete nelle quali è stato segregato. La
Prigione, infestata dai topi, è
Oscura e presenta un’insidia: un pozzo è stato scavato in
Zona centrale. Pur scampato il precipizio, all’immaginario
Zenith sopra il prigioniero legato a un tavolaccio,
Opera uno strano, minaccioso pendolo:
E’ una mannaia che oscilla e si abbassa sempre più.
Il prigioniero sembra spacciato e
La tensione procede al ritmo delle oscillazioni.
Poe scrive un racconto che, tra quelli della raccolta,
E’ uno dei più celebri (forse il più famoso).
“Nella mia mente penetrò come una dolce musica l’idea
Del riposo delizioso che ci aspetta nella tomba.”
Orrore, spavento e senso di soffocamento opprimono il
Lettore. Il medesimo senso che prova il prigioniero dicendo:
“Oscillava a tre pollici dal mio petto!”
Bruno Elpis
“Esso scendeva sempre più giù, sempre più giù. Provavo un folle piacere nel paragonare la sua velocità dall'alto in basso con quella laterale.”
Anche in questo racconto Poe si riconferma indiscusso interprete del brivido che s’impadronisce dell’uomo sull’orlo del baratro…
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PAURA DELLA PAURA ?
Tante possomo essere le paure :
del buio, di alcuni animali, del cambiamento,della solitudine, della novità, dell'incognito, del mistero...
E' un'emozione che tutti abbiamo provato o proviamo.
La lettura del racconto "Il pozzo e il pendolo", mi ha fatto riflettere sulle mie paure ( troppe...) e sulla modalità di rapportarmi con la paura.
So per certo che non bisognerebbe avere paura della paura e impararare ad accettarla, ma come si sa ognuno di noi ha la propria percezione di essa e assume un modo di comportamento anche in base alla proprie sensibilità e fragilità.
Edgar Allan Poe, sembra non avere paura di aver paura...anzi!
Il racconto è una continua sfida alle paure più estreme; il protagonista raggiunge livelli di terrore e orrore notevoli, per poi in extremis riuscire ad essere freddo , calcolatore e a trovare in ogni occasione la calma giusta per sedare la propria ansia e considerare il fenomeno vissuto nei termini corretti e precisi.
Il protagonista è l'anti-Pia; quindi essendo l'esattamente il contrario di me, ho faticato a capirlo. E' stato però motivo di grandi riflessioni da parte mia e sono contenta di ciò.
( Ci sono stati momenti durante la lettura ,che pensavo che in fondo si trattava di segni d'inchiostro su un foglio...quindi nulla di reale e di cui aver paura! )
Io credo che questo autore, reduce da un'infanzia molto triste ed infelice, abbia dovuto vivere grandi paure e che per necessità abbia imparato ad affrontarle e a viverle con atteggiamento di sfida...un vero peccato che sia morto giovane, perchè ci avrebbe regalato libri di un'intensità davvero notevole.
Per non parlare degli altri racconti che si trovano nel libro, dove ci rivelano la sua vivace intelligenza soprattutto matematica, la sua capacità immaginativa a livello fantascientifico, le sue conoscenze astronomiche, ma anche ... putroppo...la sua misantropia.
Eventi assurdi compaiono nei suoi racconti, dove spesso follia e normalità vari di pari passo...dove il voler superare il confine "umano e sano"emerge con prepotenza. Neppure la morte diventa un ostacolo; per Allan Poe non esistono limiti, in nessun campo e tutto con lui può essere. Una sua lettura ci può portare ovunque, dove nemmeno la nostra mente ( o perlomeno la mia ) può arrivare.
E credo che il tutto possa essere giustificato, a mio avviso, dalla sua fine e acuta intelligenza, mista ad una gran sofferenza vissuta.
Una lettura che fa capire dove possa condurre un'infanzia negata...dove il tutto diventa davvero possibile... da far paura!!!
Buona lettura .
Pia