Il mistero di Sleepy Hollow e altri racconti
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Washington Irving nacque a New York nel 1783. Avviato agli studi giuridici, si mostrò sempre insofferente alla rigidità dell’ambiente accademico preferendo, per la sua formazione, la lettura dei classici inglesi e l’amicizia di uomini di lettere e di teatro. Viaggiatore instancabile, colto e curioso, Irving visse a lungo in Spagna e in Inghilterra e proprio in Europa scrisse la sua opera più importante, The Sketch Book of Geoffrey Crayon, Gent., trasferendo i temi del folklore del vecchio continente nel nuovo mondo. L’opera lo consacrò come primo autore americano a essere annoverato tra i classici della lingua inglese. Morì il 28 novembre del 1859 nei pressi di Tarrytown, vale a dire nello stesso villaggio in cui è ambientato Il mistero di Sleepy Hollow.
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Non semplicemente Ghost story
Un piccolo grande classico della letteratura americana, pubblicato ben due secoli fa. Lungo soltanto poche decine di pagine, il racconto offre una lettura coinvolgente e, nel complesso, godibilissima.
L'autore, Washington Irving (1783 - 1859), si esprime attraverso una gran bella prosa, molto fluida ed elegante, nonché caratterizzata – è impossibile non notarlo fin dalle primissime pagine – da un linguaggio sapientemente (e gustosamente) ironico. Eppure, come qualcuno giustamente potrebbe notare, il testo in questione dovrebbe rientrare nel genere fantastico, con tanto di inquietanti fantasmi, nell'ambito del quale scriveranno poi anche altri celebri autori statunitensi. Tuttavia, più che indurre a tremare per la paura o ad accelerare all'improvviso i battiti cardiaci, la lettura de "La leggenda di Sleepy Hollow" suscita copiosità di sorrisi, se non di risate vere e proprie! Il personaggio di Ichabod Crane, pedagogo sui generis e protagonista indiscusso della storia, si rivela uno spasso e tutta la narrazione in generale trasuda ilarità, a dispetto dell'acefala figura del cavaliere il cui spirito lugubremente cavalca durante la notte nei pressi della chiesa e del cimitero della valle addormentata, luogo fecondo di superstizione, in cui trova ambientazione la vicenda.
Chi ha visto la trasposizione cinematografica di Tim Burton di fine anni Novanta prima di leggere questo volumetto, rischia forse di restare un po' deluso dal momento che il film punta più che altro sulla leggenda del cavaliere senza testa, fantasma di un combattente della cavalleria assiana decapitato da un colpo di cannone durante la guerra d'indipendenza, mentre il racconto irvinghiano dà spazio anche al non disinteressato sogno d'amore di Crane per una bella e giovane ereditiera della zona. Epilogo tutto da gustare!
Un paio di curiosità degne di nota sullo scrittore, che fu anche ambasciatore degli Stati Uniti in Spagna: Irving, scomparso intorno alla metà dell'Ottocento, riposa proprio nel cimitero di Sleepy Hollow (com'è stato ribattezzato il villaggio dello Stato di New York dove si svolge la trama del racconto) e una statua che lo ritrae si trova addirittura a Granada, molto probabilmente per rendere omaggio al fatto che aveva visitato a lungo la città andalusa, interessandosi alla sua storia, e pubblicato un'interessante e fortunata opera dal titolo "I racconti dell'Alhambra".
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Sleepy Hollow
Inizio col dire che il racconto di Sleepy Hollow mi ha leggermente delusa, specie perchè avevo in mente l'omonimo film.
E' comunque un racconto godibile, piuttosto breve, intriso di atmosfera e ricchissimo di descrizioni, forse fin troppo, perchè le descrizioni prendono quasi tutto il racconto, lasciando poco altro.
Il protagonista è ben descritto e caratterizzato, così come il villaggio di Sleepy Hollow.
Ma non aspettatevi un racconto horror e macabro come è il film, c'è un'atmosfera dark piuttosto piacevole ed è interessante per capire un piccolo spaccato della società americana dell'epoca, ma il finale non mi ha convinto molto.
In ogni caso è ben scritto, scorre senza intoppi.
Credo comunque sia interessante da leggere per tutti quelli che hanno curiosità come me di sapere da dove arriva questa leggenda.
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Un classico della letteratura Americana
Premetto che lessi il libro una prima volta qualche anno fa ed una seconda recentemente in previsione dell'uscita su Sky della versione in italiano della serie televisiva: "Sleepy Hollow"
Il libro risulta essere l'unica traduzione attualmente disponibile del "Il libro degli schizzi" ("The Sketch Book of Geoffrey"), una serie di racconti, considerato il capolavoro di Washington Irving.
Il titolo del volume della Newton richiama un noto film che trae spunto da uno di questi scritti anche se titolo originale del racconto in questione sarebbe stato "La leggenda della Valle Addormentata".
Il cambiamento, con l'aggiunta in copertina dell' immagine dei protagonisti, risulta una trovata commerciale.
"La leggenda di Sleepy Hollow", assieme al racconto di Rip Van Winkle risultano i racconti più significativi e mi sono piaciuti molto.
Il resto del libro è una raccolta di racconti di fantasia, esperienze e riflessioni dell'autore americano, soprattutto sui suoi soggiorni nell'Europa di inizio '800, in particolare in Gran Bretagna, a mio avviso abbastanza interessanti.
Molto importante per l'analisi del rapporto coi nativi americani risulta il racconto: "Philip di Pokanoket, Storia di un indiano".
In esso l'autore scrive:"A Philip era sufficiente la consapevolezza che prima dell’invasione degli europei i suoi compatrioti erano i signori del paese e che ora stavano diventando degli esiliati sulla terra dei loro avi."