Narrativa straniera Classici Il Circolo Pickwick
 

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Il Circolo Pickwick

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Il curioso ed eccentrico signor Pickwick, e il suo "doppio", il saggio e malizioso servitore Sam Weller, intraprendono un viaggio per l'Inghilterra di inizio Ottocento a caccia di curiosità di costumi. Ad accompagnarlo tre strampalati compagni: un aspirante donnaiolo, un poeta sognatore e un cacciatore dilettante, in un alternarsi di esilaranti incontri con ciarlatani, seduttori, osti e ubriaconi, e drammatiche discese nelle tenebre della miseria e della violenza, tra genitori prepotenti e bambini maltrattati, carcerati e secondini. Una fitta schiera di personaggi bizzarri alle prese con affascinanti e picaresche peripezie danno vita al più mirabile affresco della società vittoriana in uno shakespeariano chiaroscuro di comico e follia, riso e malinconia.



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Il Circolo Pickwick 2021-01-02 15:56:04 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    02 Gennaio, 2021
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I titoli dei capitoli qui sicuro non ci stanno

Primo romanzo pubblicato da Dickens, "Il Circolo Pickwick" è indubbiamente la sua opera che più risente dell'essere stata pensata come una pubblicazione mensile; il volume pecca infatti di una trama vera e propria, proponendo invece una serie di episodi collegati solo in parte tra loro.
La storia viene narrata da un ipotetico segretario del Circolo che, tramite gli appunti dei soci, ricostruisce le avventure vissute nel corso di svariati mesi dal fondatore Samuel Pickwick e dai suoi amici Tupman, Snodgrass e Winkle, oltre ad una moltitudine di altri personaggi. L'autore non mantiene un'assoluta fedeltà al registro narrativo, aggiungendo spesso scene delle quali non potrebbe in alcun modo essere a conoscenza, ma nel complesso ciò non pregiudica la scorrevolezza della lettura.
La vicenda ha un tono principalmente comico e si pone infatti come una satira della società inglese dell'epoca; tutti i suoi aspetti vengono criticati tramite la loro esasperazione: il matrimonio, la politica locale, il sistema giudiziario e quello carcerario diventano una mera pantomima. L'assurdo apparato composto da avvocati truffaldini, giudici frettolosi e secondini compiacenti diventerà la vittima prediletta della ridicolizzazione anche nelle opere dickensiane successive, essendo un tema ben conosciuto dall'autore che già qui inserisce degli elementi autobiografici.
Come detto, trovare una trama è pressoché inutile: all'inizio della storia Pickwick propone agli amici di intraprendere un breve viaggio didattico nelle città di provincia, e in quest'occasione i nostri incontrano in modo spesso casuale i primi personaggi ricorrenti, tra i quali spiccano indubbiamente per carisma il fedele Sam Weller e Alfred Jingle, maestro dell'inganno e dotato di una parlantina sfiancante.
Seppur i personaggi ricompaiano in scena anche più volte, ogni episodio può considerarsi una vicenda a sè; queste narrazioni vengono inoltre interrotte da una dozzina di brevi storie raccontante dai personaggi come fossero eventi reali o inventate di sana pianta. A differenza del resto della narrazione, questi racconti hanno quasi sempre un tono molto più cupo e si avvicinano alle opere più mature di Dickens.
Questa differenza di tono è uno dei difetti principali, assieme alle mancanze nella caratterizzazione dei personaggi; quelli secondari sono quasi esclusivamente macchiette stereotipate, mentre i protagonisti sembrano privi di un passato, come fossero nati alla prima pagina del libro. Questo è molto evidente soprattutto nell'inverosimile ingenuità dimostrata da Pickwick stesso, come se avesse sempre vissuto in un mondo di gente onesta e cortese per settanta e passa anni.
Nel complesso, il romanzo riesce nel suo intento di porre in ridicolo alcuni costrutti sociali, strappando nel contempo ben più di una risata con il suo umorismo realistico: oltre ad avere degli eccellenti tempi comici, le gag non sono mai sopra le righe e le situazioni in cui si trovano i personaggi loro malgrado risultano verosimili.
L'edizione Newton Compton propone una traduzione valida e un'ottima introduzione. Ovviamente è molto scomoda dal punto di vista della maneggiabilità, ma il difetto più evidente è la presenza di parecchi refusi dati dalla mancanza di una revisione più attenta.


NB: Libro letto nell'edizione Newton Compton

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Il Circolo Pickwick 2020-12-27 12:04:02 silvia t
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silvia t Opinione inserita da silvia t    27 Dicembre, 2020
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Circolo Pickwick

Quando penso a delle letture da intrattenimento Io penso proprio a questo genere di romanzo.
Circolo Pickwick riesce nell'intento di far trascorrere molte ore in piena serenità, ha il dono di far riconciliare col mondo indirizzando la luce su tutto ciò che di bello può esistere, su tutto ciò che l'umanità possiede per trasformare il male in bene. Pickwick è un padrone, certo uno di quelli buoni che ama il proprio servitore, è ricco con un atteggiamento paternalistico, ma non è possibile non volergli bene, essendo figlio del suo tempo non si può pretendere di più : cerca il buono in tutti, ma non solo tenta, una volta trovato, di valorizzarlo e renderlo visibile.
Tutto quello che viene narrato, anche nei momenti più bui e più tetri, ha uno scopo catartico, fa soffrire, ma c'è sempre una luce di speranza e di giustizia che permette, davvero, a tutte le buone emozioni di scivolare a livello conscio e regalare uno stato di benessere e voglia di fare del bene.
Dickens in questo libro è allegro positivo, si iniziano già a vedere anzi ad intravedere, le pieghe amare della società che verranno descritte e analizzate nei lavori successivi, ma sono avvolte da una coltre di speranza: la speranza che gli uomini che le hanno generate possano appianare.
I personaggi, inutile dirlo ,sono straordinari: ognuno sembra avere una vita oltre le pagine descritte, è facile immaginarli viverla mentre si seguono le avventure di un altro personaggio la tridimensionalità di cui sono dotati è incredibile, sempre del tutto coerenti con se stessi.
Infine lo stile minimalista, fresco e asciutto con dialoghi brillanti e iconici.
Cos'altro dire se non consigliere di leggerlo al più presto con animo leggero, sicuri che se una vena di tristezza attraverserà le pagine sarà sempre ripagata da una gioia tale da far sì che ci si possa riconciliare con mondo

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Il Circolo Pickwick 2017-02-25 14:33:38 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    25 Febbraio, 2017
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Un viaggio alla scoperta della vita

Quando mi appresto a iniziare un qualsivoglia libro di un autore che amo particolarmente, la sensazione che provo è alquanto strana: un misto di eccitazione e triste consapevolezza che, una volta finito di leggere, rimarrà un'opera in meno di quell'autore da potersi godere.
È questo il caso del mio amato Charles Dickens, che con il suo "Il circolo Pickwick " non si smentisce, creando un mondo meraviglioso fatto di personaggi spassosi e profondi, puramente Dickensiani. Non potranno non rimanervi nel cuore personaggi come l'inimitabile Samuel Weller, Weller Senior, Mr. Jingle e lo stesso Mr. Pickwick. Potrei stare qui ad elencare nomi per ore e comunque non basterebbe: quello che Dickens ha creato va gustato e basta. Risa, lacrime, commozione, empatia, c'è tutto; e quando il libro si chiuderà definitivamente, quella sensazione di malinconia tipica dei grandi libri e dei grandi autori vi assalirà. Non vorreste mai lasciare Pickwick e i suoi amici, ma purtroppo siete costretti, anche se vi rimarranno nel cuore.

Un bel giorno alcuni dei componenti del circolo Pickwick, compreso il suo fondatore, decidono di intraprendere una serie di viaggi per l'Inghilterra, allo scopo di studiare la popolazione del loro tempo e redarre una testimonianza tangibile. Particolari circostanze accompagneranno la compagnia fin dal principio, cose che non avrebbero potuto nemmeno immaginare prima di partire. Conosceranno persone e stramboidi di ogni sorta, personaggi che solo guardarli (o leggerli) è un avventura.
Si lasceranno andare a ogni tipo di esperienza: alla caccia, alle feste, alle gozzoviglie e simili. C'è chi troverà l'amore, perché quelle creature angeliche dalla forma umana che comunemente chiamiamo donne hanno il potere di rapire anche lo studioso più serio e il viaggiatore più temerario. Quello di Pickwick e compagnia sarà un viaggio che in fin dei conti li porterà a scoprire sé stessi più che gli altri; a saldare profonde amicizie; a riscoprire piaceri perduti e ad assaporarne di nuovi; a ritrovare la bontà d'animo e lasciare che il male gli scivoli addosso a discapito dei torti, che non sono mai abbastanza di fronte a un pentimento sincero. Spassoso e serio, profondo e leggero, complesso e frivolo allo stesso tempo; come solo Dickens sa fare.

"È perfino banale il detto: la mattina è troppo bella per durare. Quanto più proprio sarebbe applicarlo alla nostra vita di ogni giorno. Dio! Che cosa pagherei per tornare ai giorni della mia infanzia, oppure poterli scordare per sempre!"

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Il Circolo Pickwick 2015-12-17 16:54:56 catcarlo
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catcarlo Opinione inserita da catcarlo    17 Dicembre, 2015
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Charles, perchè ti sei intristito?

Pensando a Dickens, la mente corre subito a ragazzini sfruttati sotto i cieli resi di piombo dai fumi della rivoluzione industriale o a vecchi spilorci che tengono al gelo gli impiegati anche se fuori infuria una bufera di neve, così che la lettura di questo libro sorprende non poco. La cupezza è riservata quasi in esclusiva ai brevi racconti a sè stanti narrati da qualche personaggio, tra ubriaconi indebitati su tragici letti di morte e tocchi di sovrannaturale sovente punitivo come capita al misantropo alle prese con i folletti la notte di Natale (ricorda niente?), mentre le istanze sociali sono sì presenti, ma trattate in modo assai più leggero: al riguardo, il fulcro sta nella trattazione - in parte autobiografica - di tutto quanto concerne la prigione per debiti, ma la vera novità è che fra queste pagine ottengono un grandissimo spazio le classi più umili – il proletariato, si sarebbe detto una volta – dalle cui fila proviene la figura che fa svoltare il romanzo. L’entrata in scena di Sam Weller in compagnia dei suoi stravaganti giochi di parole va di pari passo con il desiderio dello scrittore di liberarsi del troppo schematico canovaccio iniziale: alcuni componenti di un club londinese girano l’Inghilterra per conoscerne usi e consumi, ma sono vittime della loro imbranatezza. La vicenda, uscita a puntate con l’accompagnamento di incisioni, è infatti alla base di sequenze comiche alla Stanlio e Ollio – i signori Tupman e Winkle a caccia, il faro della loro esistenza Pickwick, in carriola per il mal di schiena, che si ubriaca – ma alla lunga corre il rischio di mostrare la corda, così Dickens pensa decide di affiancare a Pickwick l’arguto servitore Sam e comincia a far evolvere il personaggio eponimo, regalandogli via via quell’empatia che lo porta dal vedere solo se stesso al preoccuparsi con sincerità del prossimo fino a viverne di riflesso la felicità. Tale metamorfosi si sviluppa attraverso le quasi mille pagine del romanzo, delle quali nessuna si può dire che annoi: viaggi (perlopiù scomodi) in carrozza lungo strade bianche o infangate, osterie e alberghi di ogni livello, mangiate e bevute sempre in abbondanza tra birra forte che innaffia cosciotti di montone prima dell’immancabile brandy diluito in acqua calda, soprattutto una serie di figure a volte abbozzate, a volte più a tutto tondo ma ogni volta colte nell’umanità dei loro pregi e (molti) difetti. Si possono citare l’indovinato Jingle dalla parlata a scatti – forse abbandonato troppo presto – oppure le vedove ossessionate dalla caccia a un marito o ancora l’omerica figura di Weller padre e, attraverso di lui, una sorta di epica del conduttore di diligenze. L’insieme delle loro vicende disegna con precisione la fisionomia dell’Inghilterra di primo Ottocento, lanciata verso il futuro, ma allo stesso tempo profondamente provinciale e, in molti aspetti, arretrata: l’esilarante diatriba politica tra Blu e Bigi a colpi di articoli di giornale si alterna all’acre ironia riservata all’amministrazione della giustizia e, in special modo, all’avida confraternita degli avvocati. Ci sono poi gli intrecci amorosi con annesse beffe, preti gaudenti, medici ubriaconi ma tanto simpatici e un ragazzo grasso che si addormenta di continuo: insomma una sarabanda continua in cui a volte si smarrisce il filo logico, ma che tiene desta l’attenzione con ininterrotte trovate e richiami a questa o quella parte del libro. A patto di lasciarsi andare e se non si patiscono le divagazioni, il romanzo ha l’ammirevole capacità di sollevare l’animo e, allo stesso tempo, trasporta il lettore in una società che, seppur non siano trascorsi millenni, grazie all’attenta descrizione di usi e costumi (incluso l’abbigliamento), finisce per apparire quasi aliena.

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Il Circolo Pickwick 2015-03-17 11:24:56 GPC36
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GPC36 Opinione inserita da GPC36    17 Marzo, 2015
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Britannia felix

Leggere “Il Circolo Pickwick” significa aggregarsi all'allegra combriccola di quattro componenti di un club con velleità scientifiche che nel 1827 iniziano a scorrazzare per l’Inghilterra, sotto la guida del munifico e gioviale Mr. Pickwick. Significa provare con loro le scomodità del viaggio sull'imperiale delle diligenze, entrare in locande dell’epoca con insegne roboanti, sedersi a tavola per generose abbuffate di pasticci di carne, di ostriche e di roast-beef, accompagnati da libagioni di birra e ponce. In questi viaggi, che li portano a toccare diverse località di un’Inghilterra serena, i quattro sodali incorrono in molte e divertenti disavventure, ma anche in piacevoli incontri. Il Circolo Pickwick è una ricchissima galleria di personaggi: oltre a Mr. Pickwick ed ai tre amici Snodgrass, Tupman e Winkle riempiono la scena il servitore Sam Weller e suo padre, Jingle un folcloristico truffatore, il simpatico ed ospitale Mr. Wandle, le figure femminili essenziali per il lieto fine del romanzo e una serie di comparse che contribuiscono in vario modo a vivacizzare il racconto.
Dickens usa una bonaria ironia per le avventure e disavventure del gruppo di amici, ma il tono diventa pungente quando descrive lo scontro in un collegio elettorale, le lotte fra i giornali locali o le dispute di carattere pseudo scientifico ed assume il tono di un acre sarcasmo quando prende di mira l’ambiente dei tribunali e i diabolici avvocati Dodson e Fogg
Nell'impianto narrativo del “Circolo Pickwick”, primo romanzo di Dickens, si intrecciano tre diversi filoni letterari. Il romanzo picaresco, che ha avuto in Don Chisciotte l’espressione più alta, lo si ritrova nel rapporto tra Samuel Pickwick e il fedelissimo Sam Weller, nuovo Sancho Pancia, ma anche nella determinazione di Pickwick che, come don Chisciotte contro i mulini a vento, entra nella prigione per debitori per ribellarsi ad una sentenza ingiusta. Inoltre il Circolo Pickwick è considerato la pietra miliare della letteratura umoristica inglese che si ritroverà poi in Chesterton, J. K. Jerome e Wodehouse e in molte altre firme. Infine, nella descrizione della prigione per debitori di Marshalsea, che Dickens conosceva per aver ospitato suo padre, vi sono le prime pagine della letteratura sociale ottocentescadi cui Dickens è stato il precursore e il maggior esponente.
Nel “Circolo Pickwick”, lo stile è chiaro, godibile, con una narrazione infiorata dalle pittoresche uscite di Sam Weiler e del padre e intervallata dall'inserimento di raccontini, estranei alle vicende del gruppo di amici, narrati da occasionali interlocutori. Uno stile adatto alla finalità di rendere il romanzo, pubblicato in dispense mensili, accessibile a un’ampia area di lettori, come avvenne con il raggiungimento di un picco di diffusione eccezionale per l’epoca. Uno stile che ancor oggi fa scorrere velocemente le quasi mille pagine del libro.

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Il Circolo Pickwick 2015-02-17 19:25:53 viducoli
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viducoli Opinione inserita da viducoli    17 Febbraio, 2015
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Un confronto impossibile (o no?)

Il circolo Pickwick è uno dei grandi classici della letteratura mondiale, quindi una sua recensione può risultare oltremodo imbarazzante per chi la propone. Del resto non credo, di fronte ad un’opera di tale spessore, ci si possa limitare ad esprimere il proprio gradimento soggettivo, che in ogni caso è per me stato notevole.
Ritengo quindi interessante, anche se azzardato da parte mia, avventurarmi in una riflessione che trae lo spunto da un accenno che ho trovato in quarta di copertina dell’edizione Bompiani che ho letto (per inciso: ottima edizione, con traduzione brillante di Lodovico Terzi e corredo delle illustrazioni originali, sia pure sacrificate dal formato tascabile), laddove si dice che Mr. Pickwick e il suo servitore Sam Weller sono stati spesso paragonati a Don Chisciotte e a Sancho Panza. Mi sono quindi chiesto: cosa hanno in comune e in cosa differiscono i due capolavori di Cervantes e di Dickens?
La domanda può apparire peregrina, perché relativa a testi scritti ad oltre duecento anni di distanza l’uno dall’altro, in paesi completamente diversi per cultura e condizioni materiali di sviluppo: tuttavia, mentre ci pensavo, mentre cercavo di sviscerare affinità e differenze, mi sono reso conto che questo confronto era un potente strumento di analisi della struttura e dei messaggi reconditi lanciati dal capolavoro dickensiano.
Le affinità tra i due romanzi sono molte, soprattutto a livello epidermico: entrambi narrano di signori di mezza età che, accompagnati da un servitore, viaggiano per il loro paese incontrando varia umanità, essendo protagonisti e spesso vittime di avventure dal risvolto comico; Don Chisciotte e Mr. Pickwick sono entrambi depositari di convinzioni personali e circa le relazioni sociali che appaiono alla prova dei fatti del tutto inadeguate rispetto alla realtà, e da questo deriva gran parte della comicità delle situazioni in cui si trovano coinvolti; i loro partner principali sono portatori di una saggezza e di una concretezza popolare che più di una volta è decisiva per trarre i principali dai guai.
Se notevoli sono le analogie, ancora di maggiore spessore a fini interpretativi ed analitici sono le decise differenze, ed una su tutte: Don Chisciotte è un personaggio comicamente tragico , Mr. Pickwick è un personaggio comico . In Don Chisciotte si consuma la tragedia tra la realtà delle cose e la loro percezione soggettiva (e questo ne sostanzia la straordinaria modernità), mentre Mr. Pickwick è pienamente consapevole della realtà e non la mette mai in discussione, limitandosi ad opporvi un comportamento (quasi) sempre conciliante e riflessivo. Don Chisciotte paga sulla sua pelle le proprie convinzioni e le proprie illusioni, ed alla fine è sconfitto: muore e morendo si redime. Solo scomparendo può quindi accettare che la realtà vinca (in questo sta principalmente la sua tragicità). Mr. Pickwick, che nel corso dei suoi viaggi ha incontrato una realtà non meno degradata di quella dell’Hidalgo cervantesiano, al termine del libro si ritira in un consolante microuniverso borghese, in un happy end che sistema le cose per tutti i protagonisti positivi della storia ed emargina il mondo esterno che continuerà ad essere quello di sempre (si vedano le ultime pagine con la descrizione del destino di tutti i personaggi). Anche il padre di Mr. Winkle, che si era opposto al matrimonio del figlio per l’inadeguatezza della dote della dama, poche pagine prima aveva dato la sua benedizione all’unione, tra le lacrime di tutti i presenti. Questo a mio avviso è il grande limite del romanzo: sembra quasi che il giovane Dickens abbia avuto paura di trarre le conseguenze della tantissima carne messa al fuoco nel romanzo e si sia rifugiato in un finale consolatorio e partenalistico.
Ciò non toglie ovviamente che Il circolo Pickwick sia zeppo pagine memorabili. Tra quelle di pura denuncia sociale formano un romanzo nel romanzo quelle dedicate alla prigione per debiti dove Mr. Pickwick si fa rinchiudere pur di non sottostare alle angherie degli avvocati-banditi Dodson & Fogg. L’umanità dolente che Pickwick vi incontra, la solidarietà tra i reietti che la abitano colpiscono al cuore. Non mancano ovviamente le straordinarie capacità di descrivere e caratterizzare con poche pennellate ambienti e persone, facendone degli archetipi di grandissima forza evocativa. Sono infine godibilissime le pagine dedicate alla satira politica (i due partiti dei blu e dei bigi di Eatanville) come pure quelle scritte esclusivamente con intento comico.
In definitiva, mille pagine da cui è difficile staccare gli occhi, che ci consegnano alcuni dei personaggi più immortali della letteratura: forse però, nell’eden dove di sicuro questi personaggi si incontrano, il buffo Pickwick deve ancora togliersi il cappello (del resto lo avrebbe fatto comunque, vista la sua educazione) al passaggio del cavaliere dalla triste figura.

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Henry Fielding
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... e tutti i classici britannici
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Il Circolo Pickwick 2014-10-31 21:57:02 RTRead
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RTRead Opinione inserita da RTRead    31 Ottobre, 2014
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non so se mi spiego, come disse il paracadutista

Un mattone di 1600 pagine (circa) che non si fa sentire!
Ho preso questo libro alla biblioteca, senza neanche sapere di che cosa parlava, ma una volta iniziato è stato una droga, andavo sempre in giro con quel libro.
Per chi non lo sapesse il circolo pickwick è stato il primo libro di charles dickens ma è anche quello che fino ad adesso ho apprezzato di più (avendo già letto grandi speranze e tempi difficili)!
La storia gira intorno a questo particolare personaggio, il sigor pickwick, e alla sua cerchia di amici.
Questo circolo ha un unico scopo, fare un viaggio per l'inghilterra e annotare tutto il viaggio!
In questo libro si rimane affascinati dalle situazioni scomode e molto ironiche in cui i protagonisti (e soprattutto pickwick) vanno ad incappare!

Dickens è riuscito in questo libro a descrivere le caratteristiche dei protagonisti e degli antagonisti, svelando il loro carattere e i loro lati positivi e negativi durante il corso di tutta la storia, creando così un forte legame con il lettore (con me è successo così, sono rimasto talmente attaccato che mi sarebbe piaciuto se questo libro fosse stato infinito)

La storia premetto può risultare un po noiosa in alcuni punti, dove ci sono molte descrizioni, ma subito dickens rimedia a tutto ciò con piccole storielle inserite qua e la nel libro, alcune più interessanti altre un po meno.

Che dire... un libro che va assolutamente letto, scorrevole, e soprattutto che fa morir dal ridere!

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Lo consiglio ha chi piace leggere molto e non è intimorito dai libri lunghi! (Sono sempre 1600-1700 pagine)
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Il Circolo Pickwick 2014-01-20 19:35:46 Gabbo98
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Gabbo98 Opinione inserita da Gabbo98    20 Gennaio, 2014
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Il circolo delle meraviglie

Il circolo Pickwick, anche se tra i primi lavori del grande autore inglese Charles Dickens, è comunque un capolavoro.
Più che un libro si potrebbe definire un'epopea che narra, divertendo e facendo riflettere, delle avventure del protagonista, Mr. Samuel Pickwick.
La storia inizia con la decisione del suddetto Pickwick, che è presidente e fondatore del circolo da cui prende nome il romanzo, di partire in cerca di avventure per la gioia del sapere e della scoperta per tutta l'Inghilterra con altri tre membri del circolo, nonchè suoi stretti amici.
L'obiettivo di Dickens è quello di analizzare la società inglese del 1800 attraverso situazioni ironiche, vissute da personaggi molto diversi tra di loro ma ciascuno con una personalità molto spiccata e virtù e difetti ben personificati.
Un altro elemento importante di questo romanzo è l'amicizia che supera le differenze sociali e l'età ma che dimostra la sua sincerità attraverso azioni che ne provano l'autenticità.
Alla fine di questo lungo romanzo si rimane affezionati ai personaggi seguiti ognuno nel proprio cammino, molto facile rimanere stregati dal buon cuore del domestico Sam Weller.
Ciò che inoltre colpisce di questo lungo romanzo è l'ironia ed il sarcasmo che Dickens riesce ad utilizzare in tutte le situazioni-positive o negative che siano-con delle mirabili stilettate, colpendo in primis l'ipocrisia e il lato ricco della società. La bravura del giovane Dickens è anche quella di divertire ma intanto far riflettere perchè un romanzo che fa divertire non per questo non può far pensare e viceversa.

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