Narrativa straniera Classici I turbamenti del giovane Torless
 

I turbamenti del giovane Torless I turbamenti del giovane Torless

I turbamenti del giovane Torless

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Scritto nel 1906 e considerato il romanzo di esordio di Musil, la storia, di ispirazione autobiografica, narra attraverso crudi episodi sadomasochistici e avventure intellettuali, il momento di passaggio dall'adolescenza alla virilità nella crisi della società mitteleuropea. Come scrisse lo stesso Musil, in quest'opera risiede la chiave dell'"Uomo senza qualità": l'assenza di sentimento, di morale e di "esperienze" di Törless, lo rende nostalgico, vuoto. Parabola di profonda attualità, nei tratti psicologici del giovane protagonista si delinea il fiero e consapevole rifiuto di un patrimonio di valori svalutato, paragonabile al vuoto "ideologico" e alla noia esistenziale di molti giovani di oggi.



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I turbamenti del giovane Torless 2022-12-10 18:05:49 LuigiF
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LuigiF Opinione inserita da LuigiF    10 Dicembre, 2022
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Turbati da Torless

E' con certo imbarazzo che cautamente avanzo alcune personali perplessità riguardo ad un romanzo che la critica unanimemente considera una pietra miliare capace di rivoluzionare la letteratura tedesca successiva. A mia giustificazione, credo che questo spazio su Qlibri sia destinato a far liberamente esprimere sensibilità e gusti di lettori amatoriali prescindendo da giudizi di valore letterario che richiedono ben altre competenze da esercitare, peraltro, in ben altri ambiti.

Il racconto trae spunto da note vicende autobiografiche. In gioventù Musil ricevette una severa educazione in una austera scuola militare e questa esperienza deve averlo certamente segnato. Il protagonista Torless, rampollo di una famiglia della borghesia cittadina, viene mandato presso un remoto istituto militare al confine dell'impero. Isolato dalla famiglia e dal contesto cittadino, vive gli anni della sua turbolente adolescenza legando rapporti di viziosa complicità con due coetanei, Beineberg e Reiting, coi quali condivide torbide esperienze nelle cupe atmosfere dell'istituto. Non esiste alcun rapporto di amicizia tra i tre. Beineberg e Reiting lottano tra loro per un ruolo di supremazia, da esercitarsi tramite pressioni psicologiche, giochi di alleanze, persino maltrattamenti fisici a chi osi opporsi alla loro leadership. Beineberg giustifica le sue turpi azioni con astruse filosofie orientaleggianti. Reiting possiede invece un innata sete di potere per raggiungere il quale, ogni mezzo pare lecito. Maestro nel seminar zizzania, non esita ad esercitare sui compagni violenza fisica e psicologica pur di soddisfare la sua inclinazione a primeggiare.
Vittima sacrificale dei due è il giovane Basini che, sotto minaccia di pesanti ricatti morali, viene ripetutamente seviziato e costretto a soddisfare le pulsioni sessuali dei suoi aguzzini sprofondando rapidamente verso stati di abiezione sempre più disperati.
Torless ha un ruolo subalterno ai due compagni e ne subisce la sudditanza psicologica. E' spettatore spesso passivo delle loro nefandezze. Se un presunto senso morale sembra talvolta far capolino, questo è ben presto neutralizzato da un atteggiamento di cinico distacco. In luogo del vigoroso disgusto che la situazione richiederebbe, Torless appare tormentato da un flebile turbamento del tutto insufficiente a generare una qualsivoglia reazione. Lui stesso finirà per abusare del giovane Basini in un clima di crescente morbosità.
Il romanzo ha pagine ostiche e confesso di aver rinunciato a decifrare alcune astruse elucubrazioni volte ad accrescere spessore e profondità psicologica dei personaggi. Una eccezione assolutamente da segnalare è il capitolo dedicato alla teoria dei numeri complessi la cui conoscenza letteralmente sconvolge il giovane Torless. Con felice intuizione, Musil coglie appieno il fascino di questa potente astrazione matematica quale ponte virtuale atto a collegare mondi reali sorvolando su spazi del tutto immaginari.

La qualità e lo spessore dello stile di Musil ovviamente non si discutono, ma la scrittura concettuale di questo romanzo è risultata per me faticosa senza peraltro produrre un tangibile godimento intellettuale. Gli scabrosi temi trattati, dalla violenta affermazione dell'individuo nella faticosa età dello sviluppo fino alla scoperta di una sessualità morbosa quanto incontrollata, hanno il pregio della sincerità e vi si avverte vivido il vissuto dell'autore. Eppure, ciò che mi resta da questa lettura è un diffuso e generico malessere piuttosto che un reale coinvolgimento emotivo. Ma qui si entra in un campo assolutamente soggettivo.

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I turbamenti del giovane Torless 2020-04-19 15:36:24 Liponi
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Liponi Opinione inserita da Liponi    19 Aprile, 2020
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Adolescenza nell'Austria del Primo Novecento

Nell’incubo del contagio da Coronavirus è proseguito il mio viaggio tra opere letterarie che rappresentano aspetti dell’età di passaggio. Anche I turbamenti del giovane Törless è un romanzo di formazione, ma risale all’inizio del Novecento e si colloca nell’Austria imperiale, quella che si avvicina alla rovina, ma che propone anche il genio di Freud e l’arte della Secessione. Del resto, Musil, dopo aver conseguito una laurea in ingegneria meccanica, si è dedicato a studi filosofici e psicologici, per approdare infine al mestiere di scrittore proprio con questa opera d’esordio. Si fa fatica a classificare questo libro come romanzo o narrazione. Sì, ci sono degli spunti narrativi, c’è uno sviluppo dell’azione, un intreccio, ma c’è soprattutto un viluppo di riflessioni piuttosto ermetiche, che trova il suo sbocco nella scena finale, quando il giovane protagonista viene interrogato dai vertici del collegio in cui si trova sui fatti incresciosi che avevano coinvolto i suoi compagni di classe: un furto, l’accanimento terapeutico di due bulli nei confronti del responsabile, le violenze che quest’ultimo aveva subito. Törless sembra voler approfittare dell’occasione per mettere in mostra la profondità dei suoi pensieri e il suo distacco dalla realtà bruta e angosciosa che pure lo ha coinvolto, quasi a voler far pesare la propria superiorità spirituale sugli stessi professori che lo dovrebbero giudicare. Proprio in base alle sue farneticazioni, il collegio dei professori decide di chiedere ai genitori di venirsi a riprendere questo giovane così problematico, giudicandolo non adatto all’ambiente collegiale. Ma la lettera del direttore viene preceduta da quella dello stesso giovane, che chiede ai genitori di lasciare quell’Istituto, nel quale non si sente più a suo agio.
Prima della conclusione, tuttavia, Törless si eclissa, sparisce. Non si sa perché, ma forse è una caratteristica dell’età di passaggio, di questi giovani ipersensibili e che faticano ad adattarsi alla realtà, la fuga, il desiderio di scomparire. E’ una fuga che dura poco, viene ritrovato dopo due giorni, ma che ne fa un prototipo dell’adolescente. Incerto sul suo presente e insicuro del proprio futuro, dubbioso anche sulla sua identità sessuale, ancora ambigua e tormentato dal desiderio di scoprire il senso profondo dell’esistere umano.
Un turbamento in più coglie il lettore di due secoli dopo. Noi leggiamo questa vicenda proiettandola sugli avvenimenti tragici che hanno coinvolto l’Europa, a partire proprio da Austria e Germania e sulle ideologie che hanno imperversato nei decenni successivi. Non possiamo non pensare, quindi, che la persecuzione - basata su una volontà di dominio e di affermazione di sé e delle proprie idee perverse, condotta da due compagni di Törless su un altro ragazzo e che vede la complicità passiva dello stesso protagonista – è una sorta di anticipazione dei successivi avvenimenti storici.
Inoltre, c’è anche un altro livello di lettura di questo libro, che nasce nell’epoca della psicanalisi, ma anche di vari movimenti artistici che vogliono superare la realtà e distaccarsi da una visione serena dell’esistenza. Il groviglio angoscioso dei pensieri di Törless, la sua voglia di sublimazione e le sue contraddizioni, le sue ambiguità, la sua inettitudine ad agire per l’ipertrofia del pensiero si collocano proprio in questo contesto culturale: e collocano il protagonista accanto a tanti altri personaggi della letteratura da allora in poi.

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I turbamenti del giovane Torless 2017-12-06 15:59:51 fabio_mancini
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fabio_mancini Opinione inserita da fabio_mancini    06 Dicembre, 2017
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Introspettivo quanto basta.

I turbamenti dell’allievo Torless

Leggere le pagine di Robert Musil, significa entrare da una porta aperta lasciata dall’autore, e spingersi nel groviglio di sensazioni, emozioni, pensieri del protagonista, condividendone l’intimo smarrimento morale.
Il testo è autobiografico, in quanto l’autore trae spunto dall’esperienza vissuta all’interno di un collegio militare austriaco, dove la rigidità delle regole, l’austerità alimentare e l’impegno assiduo nello studio, lasciava poco spazio alla fantasia e al sentimentalismo.
Musil pubblica questo testo nel 1906 non ancora ventiseienne, e già all’esordio come scrittore, desta scalpore. Il libro narra la vicenda di tra giovani che scoprono l’autore di un furto ai danni di uno dei tre e da quel momento in poi, il ladro diventa la loro vittima.
Su Basini, Torless, Reiting e Beinberg utilizzano la minaccia della denuncia come arma di ricatto e in breve tempo Basini viene usato per sfogare la crudeltà e la frustrazione dei tre (spesso il ladro viene malmenato e torturato senza ragione) fino ad essere trasformato nell’amante femminile di ciascuno, mentre il suo corpo diventa il campo delle loro nebulose e sconclusionate ricerche.
Torless pur essendo il meno violento del gruppo è quello che è più motivatamente è spinto da un desiderio di vivisezione psichica, al punto che all’ignaro Basini, chiede: “cos’è che provi quando ti tormento? Forse qualcosa si spezza dentro di te?”. Il povero ladro si lamenta della sua condizione, ma non riesce a dare una risposta.
Poi, quando Basini viene espulso dall’istituto e i tre seviziatori affermano di aver tentato inutilmente di riabilitarlo, tacendo sulle violenze e sulle molestie sessuali inflitte al compagno, Torless tra sé pensa: “se mi avessero chiesto perché hai maltrattato Basini? Non avrei potuto rispondere. O meglio, perché mi interessava il mio processo mentale”.
In questo processo di parziale consapevolezza e di domande senza risposta, emerge l’influenza di Nietzsche sull’autore, in merito alla teoria del super uomo, quando Torless sostiene: “ho l’obbligo verso me stesso di imparare giorno dopo giorno, servendomi di lui (Basini) che l’esistenza umana in sé non significa nulla – è una schietta e beffarda apparenza”.
Infatti, tutta la narrazione è completamente depurata da influenze sentimentali e religiose. I personaggi che entrano in contatto con Torless sono privi di pietà e spesso l’aspetto immateriale o a – razionale è completamente assorbito dalla ricerca scientifica e dalla speculazione filosofica; la fragilità degli egoismi e dei personalismi dei protagonisti ha gioco facile sull’amicizia, sulla gratuità, sulla trasparenza e la benevolenza dei sentimenti.
Musil in qualche modo anticipa la realtà dei nostri giorni, la sensualità che i suoi personaggi vivono è pianificata ed egoistica, la sessualità invece di essere un dono per l’altro, diventa la fredda espressione sacrificale di se stessi, l’impalpabilità psicologica dei protagonisti è alimentata dall’affannosa ricerca di sé e dall’insensibilità per il dolore altrui.
Quello che accade al povero Basini è ciò che accade oggi a coloro che non hanno la forza di difendersi, a quelli che non trovano la lucidità per intuire i perversi piani dei cinici, dei violenti e di quelli che non hanno scrupoli.
Le pagine del libro scorrono lente per la complessità e l’introspezione dell’autore, ma il fascino c’è tutto! Suggerisco la lettura del testo soprattutto per coloro che desiderano inoltrarsi nel capolavoro letterario di Musil: un uomo senza qualità, considerato una pietra miliare della letteratura mondiale di tutti i tempi.
Fabio Mancini.


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I turbamenti del giovane Torless 2015-06-06 09:34:28 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    06 Giugno, 2015
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“In solitudine tutto è permesso”

Ne “I turbamenti del giovane Törless” Robert Musil rappresenta la carica oscura e per certi versi turpe che sostiene la crescita sentimentale ed emotiva in quella fase della vita – l’adolescenza – che è oggetto d’attenzione dei cosiddetti romanzi di formazione.
La storia si svolge in un prestigioso collegio asburgico, ove il protagonista vive il dramma della temporanea separazione dai genitori in balia dei tumulti interiori, emozionali e intellettuali, e sotto il giogo delle dinamiche collettive che si scatenano nella prima esperienza totalizzante di vita consortile (“La notte però la gelosia con cui sorvegliava Reiting e Beineberg non lo lasciava dormire”).
Nonostante la personalità complessa e cerebrale (“Considerava inevitabile che una persona con una vita intima ricca e variata avesse dei momenti di cui gli altri non dovevano saper nulla, e ricordi da tenere in ripostigli segreti”), il giovane Törless partecipa alle intemperanze dei compagni, dapprima con animo contrastato frequentando una prostituta(“Törless divorava Božena con gli occhi, e nello stesso tempo non poteva togliersi dalla mente sua madre”), poi soggiacendo alle sottili insidie che gli esemplari dominanti - Beineberg e Reiting- continuamente tendono ai danni del più debole Basini (“Basini non era che un sostituto, un oggetto provvisorio del suo desiderio”), vittima di ricatti crudeli e pericolosi.

In questo campo di forze contrapposte(“Nel dormitorio si udiva soltanto il respiro tranquillo e regolare dei ragazzi…”), l’adolescente si dibatte tra i problemi filosofici (“L’infinito… in quella parola v’era qualcosa di terribilmente inquietante… un concetto addomesticato… e adesso ad un tratto si era scatenato”) e matematici (“L’idea dell’irrazionale, dell’immaginario, le linee che sono parallele eppure s’incontrano nell’infinito, dunque s’incontrano, in qualche luogo, semplicemente mi sconvolge!”), sperimentando la potenza dell’irrazionale che esplode con la complicità del luogo (“Non per la seduzione a cui era soggiaciuto – negli istituti non è cosa tanto rara”) e delle situazioni (“Törless ascoltava il respiro dei dormienti. C’era quello di Beineberg, quello di Reiting, quello di Basini: ma come distinguerli?”). Nel segreto di un solaio si celebrano così le torbide sedute nelle quali le personalità in formazione sperimentano spietatamente il gusto del predominio (“E come pensi di fare a impadronirti della tua anima?”) portato all’eccesso nella sopraffazione (“Morire non ci è alieno come tu credi. Moriamo ogni giorno, nel sonno profondo, senza sogni”).

La parte più interessante del romanzo, insieme alla descrizione fenomenologica dei turbamenti, è la reazione che Törless oppone alle imposizioni del branco, contrapponendo il proprio spirito (“Era la tenerezza mista a malinconia che noi sentiamo verso un passato conchiuso, quando nell’ombra delicata e pallida che ne emerge, con le mani colme di fiori mortuari, riscopriamo dimenticate somiglianze con noi stessi”) alla violenza, fisica e psicologica, e individuando per autodeterminazione la strada da percorrere per transitare verso la vita critica.

Bruno Elpis

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Ragazzo da parete
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I turbamenti del giovane Torless 2015-04-29 03:56:10 siti
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siti Opinione inserita da siti    29 Aprile, 2015
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Un ponte per "L'uomo senza qualità"

L’esordio narrativo di Musil, datato 1906, riflette la giovane età dell’autore, nato nel 1880, e ancor di più il suo percorso formativo; dopo aver compiuto gli studi liceali in un collegio militare ed essersi laureato in ingegneria meccanica, nel 1908 conseguì la seconda laurea in filosofia e psicologia.
L’ opera ha come protagonista un adolescente intelligente e sensibile che frequenta un esclusivo collegio militare- si nutre quindi di elementi autobiografici - e oltre a consegnarci indirettamente il ritratto morale di un’epoca di passaggio, edulcorata dal perbenismo di facciata del vecchio impero austro-ungarico, in trenta brevi capitoletti alterna una trama esile a una serie di riflessioni di ordine morale, filosofico, religioso.
La storia è quella di un ragazzo contorto, ovvero turbato intimamente, che con fine introspezione analizza se stesso, gli aspetti più intimi del suo essere, del suo sentire, del suo percepire, allentando gli schemi preconfezionati che la morale borghese, ipocrita, gli aveva confezionato. Lo stesso Musil visse una famiglia anomala e allargata che ruotava intorno alla madre circondata da due uomini, il padre dell’autore e l’amante tollerato e incluso in ambito familiare, l’amico di un triste triangolo.
In collegio Il giovane allievo segue due giovani, Beineberg e Reiting, pupilli di importanti famiglie, i quali mostreranno delle nature molto particolari coinvolgendo Törless in una situazione complessa.
Classismo, indifferenza, violenza, noia si alternano a motivazione di comportamenti disdicevoli sempre allusi e mai esplicitamente rappresentati che sfoceranno in veri e propri soprusi a sfondo sessuale. Lo stesso Musil chiamò la scuola da lui frequentata “l’ano del diavolo”, Rilke , prima di lui, l’aveva già definita l”ABC dell’orrore”.
In realtà non c’è rappresentazione diretta della crisi generazionale così efficacemente e poeticamente rappresentata da Roth e questo per me è stato motivo di profonda delusione, vi è però in nuce quel senso di inquietudine e di impotenza dell’uomo contemporaneo che farà tanta fortuna letteraria da lui in poi.
Possiede infine , questa scrittura, la capacità di suggestionare attraverso la rappresentazione delle ambientazioni, degli ambienti, dei luoghi.

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