I racconti
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Racconti
Quando Anton Cechov inizia ad avvicinarsi alla scrittura lo fa attraverso uno strumento che, per chi lo conosce in modo approfondito può stupire, essendosi questo avviato alla carriera letteraria con brevi racconti umoristici della lunghezza mai superiore alle venti righe. Quando successivamente riesce a liberarsi di questo obbligo tematico e di ampiezza ecco che lo scrittore che abbiamo imparato a conoscere e ad amare si sviluppa in tutte le sue forme e in tutte le sue maggiori sfumature arrivando a scrivere dei racconti che da soli potrebbero essere brevi romanzi e altrettanti più brevi e non scindibili ma che comunque sono tutti accomunati da un denominatore comune a livello di tematica.
Cechov, voce tra le più originali della tradizione russa e talvolta offuscato da altrettanti nomi della medesima, è proprio nella forma del racconto che trova quello strumento per esprimere il suo tema prevalente; quello dell’aspirazione dell’uomo a una esistenza migliore da quella condizione miserabile all’interno della quale quotidianamente vive. Non essendo più obbligato al doversi attenere a quella metrica imposta dal narrato ilare, ecco che le scene di vita cominciano a prendere forma attraverso pennellate vivide e corpose che delineano il quotidiano, quei paesaggi che si susseguono senza alcuna forma di gioia, quelle scene caratterizzate da una particolare minuzia descrittiva che non collide con lo stile fluido e accattivante che li caratterizza.
Lo stile dell’autore, seppur scevro dal precedente vincolo, oscilla tra il comico al noir passando per la disperazione e giungendo infine alla consolazione. La riflessione è un qualcosa di costante, nella raccolta. Accompagna il conoscitore per tutta la sua durata – nel mio caso edizione completa da 1280 pagine – attraverso una moltitudine di personaggi eterogenei che suscitano in chi legge emozioni contrastanti essendo queste tanto figure meschine e irritanti, quanto di gran sensibilità.
Il ritratto che ne emerge è quello di un componimento ampio, vasto, ricco, erudito che ha, tra i tanti doni, anche quello di riuscire a offrire una prospettiva completa di quella che è l'opera del narratore.