I cosacchi e altri racconti
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Tanto Tolstoj in questi racconti
“I Cosacchi e altri racconti” è un volume composto da sei racconti. In ognuno di essi Tolstoj mette molto della sua vita e del suo pensiero.
Iniziando dai Cosacchi, è davvero riduttivo definirlo un racconto visto che conta ben 180 pagine, lo potremmo considerare un romanzo breve. Qui viene raccontata la vita dei Cosacchi “Un buon cosacco sfoggia la conoscenza della lingua tatara e, se fa baldoria, parla in tataro anche con suo fratello. Ciononostante, questo piccolo popolo cristiano, ficcato in un angolo della terra, circondato da stirpi maomettane semiselvagge e da soldati, si considera ad un alto grado di sviluppo e ritiene uomo solo un cosacco; guarda tutti gli altri con disprezzo” e di Olenin “Più Olenin si allontanava dal centro della Russia, più sembravano lontani da lui tutti i suoi ricordi, e più si avvicinava al Caucaso, più la sua anima si rallegrava”.
Con questo e con “Due ussari”, Tolstoj racconta fra le righe la sua esperienza come militare e la polemica nei confronti degli ufficiali. Di come un viaggio nella natura e lontano dalla città possa far capire i veri piaceri della vita “Se solo mi si presentano al posto della mia chata, del mio bosco e del mio amore quei salotti, quelle donne con i capelli impomatati sopra gli altrui boccoli messi sotto, quelle labbra che si muovono con affettazione, quelle deboli membra nascoste e deformi e quel mormorio dei salotti, costretto ad essere una conversazione e che non ha alcun diritto di esserlo, - provo una nausea intollerabile” e nel caso dei Cosacchi, del fascino di questo popolo e delle sue tradizioni, in particolare le donne che nella società ricoprono un ruolo fondamentale.
Le tradizioni popolari si possono ritrovare anche in altri due racconti, per la precisione in “Polikuska” e “Cholstomer”. Nel primo si evidenziano le dure condizioni di vita del popolo russo e della diffidenza nei confronti dello stato durante il reclutamento. Nel secondo, primeggia l’amore per i cavalli e la facilità con cui l’autore ne racconta ogni minimo dettaglio rende comprensibile il fatto che abbia davvero passato tanto tempo ad osservarli.
Con “Memorie di un pazzo, Tolstoj gioca con la coscienza del suo protagonista e come questa possa risvegliarsi, “Mi sentii un infame. Dissi che non potevo comprare quel fondo, perché la nostra convenienza sarebbe stata basata sulla povertà e il dolore di altre persone. Lo dissi, e improvvisamente mi illuminò la verità di ciò che avevo detto”.
Infine i “Tre morti”, in una manciata di pagine l’autore riproduce una parabola della vita che non può lasciare indifferenti.
Un volume che consiglio vivamente sia agli amanti di Tolstoj, sia a chi volesse avvicinarsi a quest’autore, questa serie di racconti mi sembra l’ideale per immergersi nel mondo russo e in tutto quello che un giovane Tolstoj aveva voglia di raccontare.
Intensi, significativi e semplicemente splendidi, una raccolta che merita almeno una lettura.
Buona lettura!!!