Narrativa straniera Classici Gilgi, una di noi
 

Gilgi, una di noi Gilgi, una di noi

Gilgi, una di noi

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Gilgi è una ragazza allegra e indipendente, cresciuta in una famiglia borghese, tra mobili che sanno di vecchio e idee di un'epoca ormai superata. Rappresenta un esempio limpido e scanzonato di quella che i giornali del suo tempo definiscono la «nuova donna». Quando non lavora come segretaria e dattilografa, ascolta il jazz, fantastica sul futuro, ama flirtare e divertirsi in compagnia di amici come Pit, che pontifica sul socialismo, e Olga, che è affascinante e non ha paura di esserlo. La sua esistenza, sempre scorsa sui binari di una rigorosa e sognante autodisciplina, deraglia però quando conosce Martin, uno scrittore bohémien capace di scuoterne le certezze costringendola ad affrontare i paradossi e i contrappassi dell'autonomia in un mondo di uomini. L'incontro con l'amore innesca infatti una vitale sfida per difendere la propria libertà, che sfocia in un finale vertiginoso e sorprendente. Una protagonista memorabile per un romanzo ilare e sensuale, che per la sua sfacciata modernità venne messo al rogo dai nazisti.



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Gilgi, una di noi 2018-03-13 16:39:03 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    13 Marzo, 2018
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una donna come tante di noi

Irmgard Keun firma Gilgi, una di noi. Un libro in cui un’intera generazione di donne si era riconosciuta, nel 1933, vietato dai nazisti, fu brucato negli infami roghi che accesero le strade di Berlino. In Italia u pubblicato nel 1934 con pesanti interventi censori: gli elementi considerati scabrosi come il suicidio furono depurati. Nell’edizione integrale si ammirano il coraggio e il talento di una donna allegra ed ostinata che ebbe in sorte di vivere, lottare e scrivere in una epoca cupa. L’autrice, compagna di Joseph Roth, scrisse reportage e sceneggiature.

Il suo romanzo divenne un caso editoriale vendendo trentamila copie prima di essere censurato.

Un romanzo ilare e sensuale, un gioiello di stile, con dialoghi asciutti, una scrittura sincopata che ricorda i ritmi del jazz, un testo che mescola pathos e commedia: è la storia di un amore folle, ingloba concetti attuali per il terzo millennio, ma troppo audaci nella Germania degli anni ’30 quale la convivenza fuori dal matrimonio, l’aborto, l’autonomia della donna. Il fulcro è l’amore della protagonista per Martin, un amore impregnato di una euforia bruciante ma che viene sfidato dalla difesa della propria libertà. Si coglie, infatti, la trasformazione della donna in persona con la profonda consapevolezza del proprio tempo. Nel viaggio lungo il Reno i due amanti assorbono l’odore di primavera, del sole, del vento, della terra e dei canti popolari. In una calma silente, colma di fiati leggeri, si è uniti nel profondo, ci si appartiene.

“Il paese è triste, si inghiotte pessimismo ad ogni boccata d’aria, le viuzze sono sghembe, il selciato irregolare, le case decrepite, le vetrine non più grandi di un cuscino, ma amo tutto questo, paese orribile, forse, ma sono nata qui, la lingua, l’aria, tutto mi è familiare, la quotidianità, il senso pratico……”.

Una donna “nuova” dall’esistenza che scorre sui binari di una rigorosa e sognante autodisciplina. Un romanzo che asseconda i modi e i tempi dell’espressionismo tedesco, una voce davvero originale con diversi registri linguistici per un’opera stimolante, allucinante, umoristica e ironica.


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