Gertrud
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Triangolo virtuale ed esplosivo
Amore assoluto, amicizia, solitudine affettiva, ispirazione artistica, catarsi e rinascita caratterizzano e definiscono Gertrud, romanzo di una vita con accentuata personalizzazione.
Il protagonista,, il violinista Kuhn, sin da bambino vive un amore spasmodico per la musica, musa ispiratrice, consapevole della solitudine che accompagna da subito l’ autentica creatività .
Un amore imbattutosi precocemente nei primi slanci amorosi ed interrotto bruscamente da un incidente fortuito, una vita segnata dalla zoppia e dalla afflizione per la propria giovinezza perduta. Da quel momento la sensazione di essere lasciato fuori, escluso, abbandonato, costretto a guardare gli altri e a non essere preso sul serio dal gentil sesso, mentre qualunque cosa vede ed ode riporta al tempo passato ed alla propria invalidità.
Kuhn vive periodi contrastanti, gioiosi e malinconici, finché tutto si illumina e luce e buio si uniscono fraternamente. Nel viaggio tormentato della vita vorrebbe percepire gioia e dolore come necessari, scaturiti dalla medesima fonte, nati dalla stessa energia e battute della medesima musica.
Ecco un incontro necessario e pericoloso con Muoth, uomo cupo, capriccioso ed imperioso, dai tratti forti e particolari, che impressiona il protagonista nei modi e ne ferisce la personalità, un cantante che prende spunto dalla sua opera e che, al contrario del protagonista, sembra servirsi con grande naturalezza delle belle donne.
Ed allora, nel proprio amore fantasticato ed illusorio per l’ affascinante Gertrud, traspare una solitudine assoluta e quanto la propria vita non sia destinata a pienezza e felicità ma a fragilità, sottomissione e a domande reiterate. Quale la reale diversità ed il vero amore, quale lo scopo della esistenza?
Si consuma una sofferenza protratta, l’ impossibilità di vivere e di morire, uno stato di amore immerso in un desiderio irraggiungibile e vana è la volontà di infrangere ciò che è stato e sfuggire al proprio destino.
L’ uscita dal turbine della giovinezza ed un prolungato periodo di interiorità porteranno ad un cambiamento significativo, la comprensione e l’approvazione della esistenza e della sofferenza, una catarsi che identifica nella produzione artistica la via salvifica accettando il proprio destino, volgendolo al bene con le proprie forze e l’ accettazione consapevole dell’ amore incondizionato ed insostituibile di Gertrud per il marito.
Un romanzo che ben si inserisce nella letteratura tedesca di inizio secolo con temi e trama che riportano al “ Tonio Kroger “ di Thomas Mann, quel senso di solitudine e smarrimento che non si esauriscono con la giovinezza ed una semplice educazione sentimentale ma accompagnano l’ intera vita del protagonista.
Se “Gertrud” vive di slanci emotivi e dell’ assolutezza di un amore negato ma al quale votarsi, successivamente “Rosshalde “ rappresenterà’ la crisi del matrimonio.
Un romanzo a tinte forti, dove l’ azione ed il suo svolgimento lasciano il passo ad una giostra sentimentale a tre, ad un sistema dai marcati tratti psicologici, ad una essenzialità di trama e profondità di contenuti, manifesto dell’ animo umano in tutta la propria complessità.
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"Vibrazioni" d'amore
Recensire un’opera di Hermann Hesse è, come sempre, intrinsecamente riduttivo, data l’inesauribilità delle sfumature che intessono non solo la trama, ma anche il profilo psicologico dei personaggi, colti in tutta la profondità del loro essere. Per tal ragione, ogni azione materiale che essi compiono rimanda ad una serie di presupposti caratteriali ed emotivi che, oltre ad arricchirne la fisionomia, ne esalta i moti interiori e gli stati d’animo. Al contempo, peraltro, ben svolti risultano anche gli aspetti estrinseci e formali della narrazione, che, incentrata su un numero ben circoscrivibile di attori e vicende, prende le mosse, acquisisce vigore e giunge all’epilogo alla luce di un elemento costantemente sotteso ed operante: la musica. Non tanto l’amore, infatti, a parer mio, quanto proprio la musica assurge, in questo romanzo, al rango di protagonista ideale: “A partire dal mio sesto o settimo anno circa, ho capito che di tutte le potenze invisibili la musica era destinata ad avvincermi con maggior forza e a dominarmi”, può asserire con intima convinzione il personaggio centrale nonché voce narrante della storia, Kuhn, violinista e, poi, egli stesso compositore. Amore e musica, del resto, si sposano e compendiano in maniera perfetta proprio nel personaggio della soavissima, splendida Gertrud, che, nella sublime interpretazione vocale della musica di Kuhn, ne incarna altresì la passione d’amore. Sicché, le vette più alte dell’ingegno musicale del protagonista finiscono per sperdersi nel cielo – talvolta limpido e splendente, talaltra fosco e burrascoso – dell’ardore sentimentale, trovando proprio nel personaggio di Gertrud la manifestazione più compiuta e tecnicamente espressiva.
In ultima analisi, come è del resto peculiare dell’indole letteraria dell’autore, "Gertrud" si propone all’aspettativa dei lettori non solo come intreccio di accadimenti, ma anche – e direi, anzi, preminentemente – come trasfigurazione e traslitterazione del reale nel sommesso ma avvincente linguaggio della più profonda interiorità.