Favola senza tempo
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Sorprese preziose
Un piccolo inaspettato gioiello, questo testo di Victor Hugo di cui ho trovato una copia in una libreria storica di Pavia, uno di quei luoghi di grande fascino dove è ancora possibile reperire libri spesso sconosciuti e ormai fuori catalogo.
Forse non ancora troppo conosciuto in Italia, il racconto in questione, il cui vero titolo è “La leggenda del bel Pécopin e della bella Bauldour”, riprende un filone della favolistica medievale i cui scenari spaziano dall'Europa del Reno fino a Baghdad e ad altre lontane terre esotiche. Si narra la storia di due giovani fidanzati molto sfortunati, Pécopin e Bauldour, di cui, poco prima delle nozze, si farà beffe un demonio dallo strano linguaggio, un misto d'italiano, latino e spagnolo. Sullo sfondo di castelli e foreste incantate, al cospetto di re, cavalieri e califfi, il tempo si annulla, mostrando come la vita sia davvero un battito di ciglia e la giovinezza, in particolare, sfiorisca, ahinoi, troppo in fretta. Un Victor Hugo in gran forma, il quale si conferma geniale tanto nei capolavori di più ampio respiro che nei testi più brevi!
Impreziosiscono il volumetto alcune tavole, raffiguranti rocche e castelli dalle atmosfere gotiche e romantiche, realizzate dallo stesso autore che – forse non tutti ne sono a conoscenza – fu anche apprezzato disegnatore e acquarellista; una di queste riporta la didascalia “La Tourgue” che, se la memoria non m'inganna, era l'inquietante torre posta sotto assedio nel romanzo “Novantatré” che avevo letto alcuni mesi fa... Meraviglie della letteratura!