Doppio sogno
Editore
Recensione Utenti
Guarda tutte le opinioni degli utentiOpinioni inserite: 11
Verità
Albertine e Fridolin sembrano una normale coppia coniugale della borghesia viennese di fine Ottocento; conducono una vita agiata e apparentemente tranquilla.
Una sera, però, messa a letto la figlioletta e congedata la governante, marito e moglie si confessano vicendevolmente di aver provato attrazione per degli sconosciuti durante un ballo in maschera cui avevano preso parte la sera precedente; a queste prime confessioni ne seguono altre, simili nei contenuti, a proposito di fatti risalenti all’estate precedente, quando la coppia si trovava in villeggiatura all’estero. Queste reciproche rivelazioni turbano nel profondo i due coniugi, i cui animi vengono segretamente solleticati dal desiderio di abbandonare i costumi borghesi per indossarne di nuovi, slegati da qualsivoglia morale sociale, e che consentano loro di assecondare le proprie fantasie proibite, “vendicando” i reciproci tradimenti; tale desiderio, però, rimarrà tale - potenza che non diventerà atto, per dirla con Aristotele.
Il titolo di questo breve romanzo, “Doppio sogno”, costituisce - il lettore se ne avvedrà a lettura ultimata - la chiave per interpretare queste pagine: mentre Fridolin, il marito, rincorrerà il piacere nel mondo reale, Albertine, la moglie, lo troverà in quello onirico. Di qui, appunto, l’importanza del titolo, che apre le porte ad un elegante dilemma: quali fattori danno struttura alla nostra identità? ”Realtà” coincide con “verità”? O parte della realtà giace in una dimensione trascendente, estranea al mondo reale?
“‘La realtà di una notte, anzi la realtà di un’intera vita umana, non ne rappresentano la più intima verità.’ ‘E nessun sogno’, disse lui con un lieve sospiro, ‘è interamente sogno.’”
Indicazioni utili
Desideri confessati
Si tratta di una novella, la novella del sogno, una Traumnovelle come la chiama lo stesso Schniztler, ebreo viennese come il padre della psicanalisi, Freud.
Nell'edizione Einaudi è presente una interessante prefazione a cura di Paola Capriolo, la traduttrice del racconto. E'stata scritta ttra il 1921 e il 1925.
Curioso sapere che Freud per anni aveva temuto di incontrare di persona lo scrittore, con il quale intratteneva un carteggio abbastanza regolare, perchè lo considerava il proprio doppio: uno affronta l'argomento del sogno da un punto di vista scientifico, l'altro da quello letterario.
Parlare però soltanto del sogno, della visione onirica equivarebbe a fare un grave torto a questa piccola gemma della letteratura della psicoanalisi. Gli ingredienti sono tanti e importanti, che meriterebbero uno studio e un commento approfondito : il doppio concetto di eros e thanatos, il tema del sospetto nella coppia di amanti, la gelosia, il segreto e il mistero (che nel film di Kubrick sono resi magistralmente), il continuo confondersi e mescolarsi della realtà e del sogno, della realtà e la finzione, ben rappresentata dalla fantasmagoria del Carnevale, del travestimento nella elegante casa, in occasione di un misterioso rito, cui assiste il protagonista.
Lo stile è piacevolissimo, sono meno di 100 pagine e si leggono velocemente in poche ore .
Il protagonista in poco tempo vede dissolversi ed annientarsi tutte le figure femminili che avevano provato, più o meno con successo, a sedurlo o a turbarlo. Tutto si concluderà in due ambienti completamente opposti: l'obitorio, semibuio, illuminato da lampade, dove il protagonista Fridolin contemplerà con orrore e tristezza "il pallido cadavere della notte scorsa, destinato ad una irrevocabile decomposizione", il corpo, la notte precedente così splendido e meraviglioso che lo aveva fatto bruciare di desiderio, ora freddo, senza più "anima" e il ritorno a casa, alla luce, alla vita, dalla moglie Albertine, cui confessa tutto ciò che aveva vissuto, in sogno? nella realtà?
Albertine all'inizio della novella aveva confessato di aver tradito il marito nel sogno, quasi per vendetta, quest'ultimo aveva tentato di tradire lei, nel sogno. Nel sogno? ma ne siamo sicuri? gli stessi protagonisti sanno che "nessun sogno è soltanto un sogno". Nel sogno si liberano i desideri più nascosti della nostra psiche, evidentemente l'unione di Albertine e di Fridolin non è così salda, non è a "prova di sogno".
"la vicenda della Traumnovelle può anche essere raccontatà così, come la storia di un dissidio che separa due coniugi, spingendo lui a cercare altre avventure, lei semplicemente a sognarle" , P. Capriolo Prefazione, edizione Einaudi 2002 L'opera toglie il velo ad una serie di clichè borghesi e alle ipocrisie più diffuse e fornisce il quadro del malessere di un'intera epoca.
Indicazioni utili
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La maschera e il volto
“Doppio sogno” fu scritto da Arthur Schnitzler tra il 1925 e il 1926. Già con “La signorina Else” Schnitzler si era palesato come un innovatore nell’ambito della letteratura mitteleuropea, facendo ricorso, come aveva fatto Joyce, alla tecnica dello stream of consciousness. In “Doppio sogno” è più esplicita l’influenza freudiana e risulta evidente la lettura de “L’interpretazione dei sogni”, anche se potrebbe risultare riduttivo e superficiale fermarsi solo a questo aspetto, nella considerazione di questo breve romanzo.
Certamente i due protagonisti, Fridolin e Albertine, coppia borghese apparentemente consolidata, unita in un matrimonio reso più felice dalla nascita di una figlia, si trovano, ad un certo punto della loro vita, a dover fare i conti con quella parte sopita e minacciosa, la più inconfessabile relegata nella sfera dell’inconscio, che talvolta si riesce a rimuovere e a fare emergere, solo a scopo terapeutico, con una conseguente liberatoria presa di coscienza di sé.
Il doppio sogno è dunque da una parte il sogno reale di Albertine, libidinoso ed erotico, dall’altra, quella parvenza di sogno di Fridolin, che nel suo vagare notturno, rimane sospeso sulla soglia del dubbio tra realtà e immaginazione. Doppio il sogno, ma doppi e sdoppiati i personaggi che si trovano di fronte all’altra parte di sé.
Eros e Thanatos sono i veri protagonisti di questo racconto nel quale i personaggi sono dominati da pulsioni che li rendono schiavi e padroni dell’altro e l’erotismo sconfina in perversione e mescola sacro e profano, come ad affermare che il piacere è solo il prodotto dell’appagamento dei più inconfessabili istinti. Questa dicotomia morale già rappresentata in letteratura dal bipolarismo del Dr.Jekyll nel romanzo di Stevenson, è qui approfondita e valica il confine tra bene e male per addentrarsi in un più accurato esame della psiche del personaggio.
Il crollo delle barriere morali è, nell’opera dì Schnitzler, metafora del disfacimento del mondo di ieri della società austroungarica a cavallo delle due guerre mondiali, così ben descritta da Zweig, non meno di quanto avrebbe fatto Broch nell’opera “Gli incolpevoli” o “La morte di Virgilio”, o Musil con il suo esemplare “L’uomo senza qualità”. È il crollo di un mondo a lungo ritenuto ideale, che aveva offerto una certa stabilità, seppure non perfetta, all’intellettuale ebreo, che sarà condannato a riprendere le sue peregrinazioni, con l’ansia di ricostruire, almeno in parte, ciò che gli era stato tolto.
Dal romanzo di Schnitzler Kubrik trasse il film “Eyes wide shut” che fu completato da Spielberg dopo la sua morte, che rende bene l’ansia e l’angoscia dei personaggi e mette l’accento sul tema della vista – eyes-, così cara agli anglosassoni. Perché “ to see”, come si riscontra anche nell’opera di Henry James, non significa solo “vedere” ma anche metaforicamente “comprendere, conoscere”.
Ed infatti nel film, come nel romanzo, si insiste sulla maschera, che copre il viso, sulla benda che copre gli occhi, impedimenti alla presa di coscienza del personaggio.
Fridolin dovrà ribellarsi per acquisire una completa conoscenza di sé, per realizzare che una parte de suo io risulta ripugnante ed abietta persino a lui stesso, mentre Albertine, in sogno, ad occhi chiusi, vede una realtà che la terrorizza e con la quale dovrà fare i conti.
La trasgressione, minaccia per la coppia borghese, Fridolin e Albertine, che nel film sono Alice e Bill, si rivela, infine, l’ancora di salvezza e l’elemento unificatore d’un matrimonio agonizzante.
Indicazioni utili
Nistagmo a occhi aperti
Epicentro del movimento di avanguardia letteraria chiamato Jung Wien (Giovane Vienna), icona del successo dei letterati viennesi in patria e all’estero, poliedrico autore di commedie, romanzi e racconti, Schnitzler è senza dubbio un autore da conoscere.
L’intera produzione ruota intorno ai nuclei tematici di amore e morte, è votata alla rappresentazione dei reconditi labirinti mentali della psiche umana ed è attraversata dall’analisi della società viennese a cavallo dei due secoli. Quest’ultimo aspetto ritrova una tale aderenza alla realtà che gli stessi personaggi portati in scena nei suoi lavori teatrali erano perfettamente riconducibili alla buona borghesia fatta di benestanti viennesi: professionisti e intellettuali. Regina indiscussa è poi la fine ambientazione viennese, la città è lo scenario ideale per l’incontro e lo scontro di molteplici direttrici culturali e umane. È lo sfondo degli studi freudiani, è il palcoscenico del tramonto della bella epoque, è il tavolato su cui battono i primi passi le avanguardie letterarie ma soprattutto pittoriche con la Secessione viennese, è inoltre la triste e decadente città che vede una nuova generazione nutrirsi di falsi ideali, soccombere alla fine dell’impero, scoprire la frivolezza dei propri vissuti.
Tutto questo si ritrova anche in questa novella benché essa si situi cronologicamente oltre e, superata la prima guerra mondiale, l’epidemia di spagnola che decretò la morte dei più noti pittori, e il tremendo dopoguerra, vada a situarsi nel 1925.
Protagonista della storia narrata è una coppia borghese, lui medico, lei moglie, madre, amante. Impossibile per me sganciarli visivamente dalla coppia cinematografica, peraltro perfetta, di Cruise-Kidman, vero e unico cruccio della mia lettura. Non amo essere depauperata del mio immaginario. Rispetto agli altri elementi, nonostante la potenza visiva lasciata dal film, all’epoca da me poco apprezzato e gradito, posso affermare che l’ incisività della parola scritta, l’impianto scenico, la tecnica narrativa sono tali che rimane veramente ampio spazio di trasposizione visiva del tutto personale. Altro protagonista non secondario è il bel mondo viennese, notturno, ambiguo, pericoloso; il rifugio da esso può essere ricercato, paradossalmente, proprio in quel quadretto borghese la cui apparente modestia e tranquillità viene messa in discussione. Se la notte pullula di orge, di misfatti, di prostituzione, quanto è fermo l’universo dei valori pacifici di una giovane coppia? Pullula anch’essa di sogni bramati, inseguiti e irrealizzati? Se ne nutre? Vi convive assopendone gli impulsi più vitali? Rimane restia ad ogni ammorbamento? La condotta di Fridolin parrebbe convincerci in questo senso, quella di Albertine è sicuramente più ambigua e interessante.
La parola ipnotica, le atmosfere suggestive, le contaminazioni letterarie mi hanno incollata alle pagine, lo sconfinamento della realtà nel sogno e viceversa sono il nucleo della lettura e hanno avuto il potere di confondere e ammaliare. Lettura veramente interessante e consigliata.
Indicazioni utili
Attenzione: "mezzo" spoiler sul finale.
Una frase tratta da tutt'altro contesto e libro (“Il gattopardo”) sembra la “morale” di questo racconto lungo di Schnitzler: “Cambiare tutto perché nulla cambi”.
In poco più di 24 ore, la tranquilla vita di coppia di Fridolin e Albertine subisce uno sconvolgimento assoluto.
Il pretesto è in una frase detta da lei, Albertine, su un fantomatico ufficiale danese con cui, tempo prima, si era appena incrociata: nulla era successo, eppure – come “confessa” al marito – le era sembrato di poter obbedire a qualunque volontà di quello sconosciuto, di essere capace di mandare all'aria la sua vita (marito e figlia compresi).
Fridoline lascia casa poco dopo, fortemente turbato da quella rivelazione (lui che pure ha avuto, in tanti anni di matrimonio, le sue occasioni non colte). Chiamato al capezzale di un illustre moribondo – da stimato medico qual è – non può far altro che constatarne l'avvenuta morte e tornare in strada, scoprendo di non avere alcun desiderio di tornare dalla moglie.
Il destino, quella notte, si materializza nella persona di un vecchio amico, Nachtigall. Pochi minuti per bere un bicchiere insieme, prima che costui sia prelevato – come spiega a Fridolin – per essere introdotto in una strana festa, dove si entra con una parola d'ordine e si resta bendati se, come lui, si è deputati soltanto a suonare il piano per accompagnare nei loro atti bellissime donne e misteriosi uomini, celati tutti sotto maschere, costumi e mantelli.
L'umore di quella notte spinge Fridolin a comprare in fretta un saio ed una maschera e a farsi rivelare dal ritrovato amico la parola d'ordine per entrare alla festa, alla quale riuscirà appunto ad accedere... ma a quale prezzo?
Nel momento storico probabilmente più felice per psicologia e psicanalisi (gli anni '20 del '900), Arthur Schnitzler realizza un racconto lungo sulle tensioni e le inquietudini dei meccanismi di coppia: la gelosia, il possesso erotico, i “riti” del sesso, l'individualismo, le pulsioni animali, il tradimento fisico e quello mentale.
Lo fa con uno stile semplice ma scorrevole, e un contenuto modernissimo: a “scolorare”, al confronto, è il tempo delle chat e dello speed-dating, della pornografia di largo consumo e delle sfumature di grigi e colori vari. Non c'è nulla di più desiderabile e terrorizzante di un perfetto corpo nudo, la cui identità resta nascosta dietro una deformante maschera carnevalesca... un corpo che ispira simultaneamente desiderio e minaccia.
Non è un caso che Stanley Kubrick abbia realizzato da questo romanzo il suo ultimo film, ambientando però la storia ai nostri giorni.
Nemmeno è un caso che Sigmund Freud abbia letto il libro e si sia complimentato con Schnitzler, riconoscendogli di aver ricostruito in un'opera letteraria le dinamiche del conscio e dell'inconscio della mente umana messa di fronte ad uno dei suoi nuclei costitutivi, la sessualità. In effetti, a 90 anni di distanza dall'uscita del libro, non si percepisce alcun invecchiamento... anzi.
Quando, al termine della notte, Fridolin torna a casa, consapevole che l'amore e la morte (“eros” e “thanatos”) si sono ancora una volta indissolubilmente intrecciati – e lui, solo per una casualità, non è ne stato vittima – non può evitare di raccontare ogni cosa alla moglie, di condividere con lei la visione di quella notte:
“-Che dobbiamo fare, Albertine?-
-Ringraziare il destino, credo, di essere usciti incolumi da tutte le nostre avventure... da quelle vere e da quelle sognate.-”
Tutto è cambiato... perché nulla cambi.
Indicazioni utili
Tra sogno e realtà
Nella decadente Vienna di fine '800, città che ormai conserva solo l'ombra di una più antica grandezza, vivono Fridolin e Albertine, due giovani coniugi i quali si troveranno loro malgrado a veder minata la stabilità del loro matrimonio, in seguito ad alcune esperienze (reali od oniriche che siano) che hanno come sfondo il desiderio, la trasgressione, il tradimento. Queste esperienze si giocano su due piani diversi: in quello del sogno per quanto riguarda Albertine, in quello reale per Fridolin anche se i due piani risultano quasi intercambiabili. Le misteriose e oscure vicissitudini che vedranno protagonista il giovane medico hanno infatti un che di onirico nella loro nebulosità, mentre il sogno di Albertine è vivido e sconvolgerà entrambi i protagonisti al pari di un avvenimento realizzatosi concretamente. Dopotutto il contrasto tra realtà e sogno, come tra maschera e volto scoperto è un elemento chiave di questa novella.
Quella su cui si basa Schnitzer è un' analisi dei desideri repressi all'interno della coppia ma, che questi desideri vengano soddisfatti o rimangano solo, per l'appunto sogni, poco importa. Fridolin non tradisce la moglie , forse perché non vuole, forse perché non riesce, o addirittura perché l'importante non è davvero tradire ma vendicarsi del tradimento, anche se irreale, proprio perché si ha paura che questo si possa realizzare, vige l'idea che un sogno, non sia mai soltanto un sogno, volendo azzardare una lettura freudiana. Freud stesso del resto, con una lettera si complimenta con lo scrittore per la sua istintiva auto-percezione del funzionamento della psiche umana (sottolineando comunque la differente caratura di ruolo tra scrittore e medico). Interessante notare tra l'altro come la "risoluzione del conflitto" tra i due coniugi avvenga dopo le rispettive confessioni, quasi come se il racconto del sogno, o del doppio sogno abbia avuto un valore terapeutico.
Nonostante la risoluzione finale, senza entrare nel merito della vicenda, si legge comunque, almeno da parte mia, un pessimismo di fondo che forse deriva anche dal particolare clima culturale in cui Schnitzler si trova ad operare. Detto ciò posso concludere affermando che Doppio sogno è una novella ben scritta, breve ma densa di spunti di riflessione senza per questo risultare pesante, anzi la narrazione è scorrevole e le tematiche affrontate assolutamente interessanti.
P.S: Immagino che tutti conosceranno Eyes wide shut, l'ultimo capolavoro di Kubrick datato 1999, la cui sceneggiatura è stata tratta proprio da questa novella. A chi non l'avesse ancora visto ne consiglio la visione e viceversa a chi avesse invece visto il film non posso che consigliare la lettura di Doppio sogno. Nonostante le differenze del caso, sono entrambe due opere pregevoli.
Indicazioni utili
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Il sogno, la realtà e le nostre convinzioni
Il libro racconta la crisi di coppia che colpisce due giovani borghesi della Vienna degli anni '20 del Novecento, il medico Fridolin e la moglie Albertine. I due per la prima volta si confessano di aver provato attrazione per delle persone sconosciute incontrate in un ballo mascherato al quale hanno preso parte. Si tratta di una crisi di coppia che agisce su due piani differenti ma correlati: sul piano della realtà monotona e uguale di tutti i giorni e sul piano della realtà onirica, del sogno dove tutto è possibile e lecito. Può un sogno, un desiderio inespresso, mettere in crisi una coppia nella realtà?
Il romanzo psicologico si apre con i due protagonisti della vicenda che rimangono soli, uno davanti all'altra, entrambi sconvolti ed eccitati dalle fantasie erotiche vissute durante una festa mascherata tenutasi la sera prima. Ed è a questo punto che decidono di confessarsi tutto, di essere sinceri e leali fino in fondo, nella speranza che quella reciproca confessione possa sconfiggere la noia e la diffidenza che regnano nella coppia. Una volta rivelate quelle fantasie, le convinzioni sulle quali si fondava il loro amore piano piano si sgretolano, lasciando Fridolin e Albertine smarriti e confusi...
Il romanzo, che fu molto apprezzato dal padre della psicanalisi Sigmund Freud, amico stretto dell'autore, sicuramente appassionerà gli amanti dei racconti psicologici dalle trame complesse. Un libro che si muove continuamente tra il piano onirico e quello reale, togliendo qualsiasi punto di riferimento fisso al lettore, il quale verrà accompagnato in un viaggio nei meandri della psicologia dei due personaggi principali. Un libro che però, bisogna ammetterlo, non risulta mai spiacevole o fastidioso.
Indicazioni utili
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Ho fatto un doppio sogno..
Anche da titolo non saprei cos'altro dire riguardo questo libro, mi ha lasciato qualcosa nel cuore che non saprei spiegare, scoperto con una collana di classici promossa dalla 'biblioteca della repubblica', questo titolo mi ha rapito nella sua brevità, l'ho divorato e poi mi sono fermata e ho cominciato a riflettere su quello che mi aveva lasciato, il risultato? mi ha lasciato un vuoto, ma un vuoto positivo, una storia così non me l'aspettavo quando ho aperto il libro!
Che dire, a volte seguire le collezioni in edicola fa scoprire dei bellissimi titoli!! e direi che andrebbe promossa di più questa cosa.. vorrei solo avere la possibilità di finire la mia collezione.. sapete se c'è un modo per recuperare i titoli persi? :(
Scusate per lo svago, tornando a libro che altro dire, è magnifico e lo consiglio vivamente a tutti!
Indicazioni utili
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
“Doppio sogno” di A. Schnitzler - Commento di Brun
Nella Vienna degli inizi del XX secolo, il medico Fridolin e la consorte Albertine partecipano a un ballo in maschera.
“…Fridolin… era stato salutato da due maschere in domino rosso che non era riuscito a identificare…”
“…La moglie appena liberatasi da uno sconosciuto dall’aria malinconica e blasé e dall’accento straniero, palesemente polacco, che l’aveva dapprima affascinata, poi all’improvviso offesa e addirittura spaventata con un’insolita parolaccia.”
La festa è l’occasione per i due coniugi per una nuova prospettiva: “…dalla leggera conversazione sulle futili avventure della notte scorsa finirono col passare a un discorso più serio su quei desideri nascosti, appena presentiti, che possono originare torbidi e pericolosi vortici anche nell’anima più limpida e pura…”
Il libro può essere letto per diversi motivi e secondo diverse chiavi interpretative.
Ad esempio, può essere valutato nei rapporti con la coeva nascita della psicanalisi: Schnitzelr rappresenta, in campo letterario, ciò che Freud è stato in ambito scientifico. Il padre del romanzo psicologico il primo, il fondatore della psicanalisi il secondo. O, in altri termini, Schnitzler esprime con l’intuizione artistica ciò che Freud ha indagato con metodo analitico. Addentrandosi nelle valenze del sogno e ipotizzando forme di piacere non canoniche (Albertine, nel suo sogno, sperimenta piacere sadico nel congiungersi a un altro uomo, nel vedere il dolore di Fridolin e nell’immaginare la crocefissione del marito).
Il racconto può anche essere visto come un interessante esame del rapporto di coppia, principalmente attraverso la simmetria tra sogno di Albertine (“non c’è sicuramente nulla nella nostra vita cosciente che possa eguagliare la serenità, la libertà la felicità che ho provato in questo sogno”) e incubo reale di Fridolin (nei suoi incontri di una notte: la figlia di un paziente deceduto, una prostituta, Pierrette, la nobildonna misteriosa di un sensuale ballo in maschera. “Tutto ciò che credeva di aver vissuto quella notte non era altro che delirio?!”). In una dinamica che attraversa il desiderio di trasgredire, la presa d’atto dell’ipocrisia (“… si rese conto di nuovo che tutto quell’ordine, quell’armonia, quella sicurezza della sua esistenza non erano che apparenza e menzogna”) per ricomporsi in una nuova consapevolezza dell’amore (“ma ora ci siamo svegliati… per lungo tempo”).
Il libro può anche essere considerato in rapporto alla trasposizione cinematografica che Kubrick ne ha fatto in “Eyes wide shut” con la coppia (che fu tale anche nella vita reale) Nicole Kidman – Tom Cruise.
Io ho letto “Doppio sogno” soffermandomi sul fascino misterioso delle maschera, simbolo dell’alienazione intesa come estraniazione dei due coniugi.
Così diversa dalla concezione di un altro grande degli esordi del secolo scorso. Luigi Pirandello. Per il quale “una realtà non ci fu data e non c'è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile”. Per il quale l’uomo - in balia del caso – tenta di costruire forme fisse, nelle quali potersi riconoscere, ma finisce per costruire maschere che sente estranee o nelle quali è costretto a identificarsi per dare un senso alla propria esistenza.
Mentre Oscar Wilde aveva sostenuto che “Ogni uomo mente ma dategli una maschera e sarà sincero”.
Un avvertimento: le mie considerazioni forse sono influenzate dall’avatar di…
… Bruno Elpis
Indicazioni utili
Schnitzler: un indagatore della psiche umana
Comprato perché mi incuriosiva la trama e anche perché aveva ispirato Kubrick per il film Eyes wide shut che però non ho guardato (di questo regista ho visto solo Arancia meccanica, Shining e Full Metal Jacket ), questo libro inizialmente mi ha lasciato abbastanza indifferente e a tratti quasi deluso; poi, la nota di Giuseppe Farese me l’ha fatto valutare un po’ di più anche se il mio parere rimane sulla sufficienza. Ma partiamo con ordine:
• Parlando dello stile, trovo che sia semplice e al contempo abbastanza professionale con un buon uso della punteggiatura; non presenta particolari caratteristiche di struttura linguistica ma è un modo di scrivere corretto.
• Riguardo il contenuto, se non fosse stato per il commento finale di Farese, avrei capito poco di questo libro; tutto si muove su una sorta di psicoanalisi che lo stesso Arthur era riuscito a scoprire tramite “raffinata autopercezione” generando in contemporanea un contrasto con il “lavoro faticoso” che lo stesso Freud ha compiuto per parlare di tale tesi. Infatti, molte cose che ci sono nel libro e che possono risultare apparentemente inutili, sono essenziali per capire il tutto. Per questo motivo considero Doppio sogno più che un libro di narrativa, una pseudo-analisi della suddetta teoria psicologica (anche se l'autore mantenne sempre una notevole distanza critica nei riguardi di Freud e delle teorie psicoanalitiche). Senz’altro è interessante e sicuramente può anche meritare un 4 come voto, ma siccome non possiedo una conoscenza approfondita della psicoanalisi, non posso dire se tale esperimento sia corretto, seppur lo stesso Freud definisca Schnitzler una sorta di suo “sosia” che non voleva conoscere. Perciò metto 3 ma terrò per conto un mezzo punto in più.
• Sebbene la lettura sia fluida, non mi sono sentito troppo coinvolto perché l’intera storia, dal punto di vista narrativo, è raccontata con molte descrizioni vaghe e abbastanza riduttive. I pensieri di Fridolin, seppure vertono sui conflitti della sfera psichica, in certi punti mi sembrano noiosi ma mai quanto la storia della carriera di Nachtigall che ho trovato inutile ai fini della trama (sarebbe stato più giusto se le sue esperienze di musicista fossero state discusse nella conversazione tra lui e il protagonista). Per fortuna questi difetti non hanno reso la lettura poco scorrevole.
Una particolarità del libro, è il conflitto coniugale tra Albertine e Fridolin: mi ha un po’ ricordato i casi di divorzio che sono frequenti nella nuova generazione di sposi. Il conflitto interno tra i due coniugi viene risolto dalla reciproca comprensione come mezzo per “ripararsi dalle oscure forze dell’istinto e del destino”. Tale rapporto confessionale sostengo possa essere una soluzione per risolvere i turbamenti matrimoniali odierni anche se rimane significativo ciò che dice Albertine "Non si può ipotecare il futuro".
Indicazioni utili
- sì
- no