Dombey e figlio
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Un giorno o l'altro tutto cambierà
Nella grande casa di Mr. Dombey un'atmosfera di forte aspettativa accompagna la nascita del piccolo Paul, il figlio maschio tanto atteso, colui che erediterà la grande ditta di famiglia.
Poco importa se nel venire al mondo, sua madre muore di parto.
Niente può mettere in ombra il lieto evento, nemmeno un lutto di tali proporzioni.
Paul Dombey senior, quarantotto anni e Paul Dombey junior, quarantotto minuti, sono finalmente riuniti e costituiscono già la "Dombey e figlio".
Ed è su questo ambizioso progetto che ruota tutta la vita e l'orgoglio di un uomo che si è fatto da sé ed è riuscito a conquistare un posto d'onore nell'alta società londinese e nella City, cuore pulsante delle attività finanziarie della metropoli.
La sua visione disumana del futuro proietta solo affari e buona reputazione e il tutto va a personificarsi in questo figlio maschio senza mai concedere spazio ai sentimenti.
In un angolo della grande casa, però, un piccolo cuore si consuma per il bisogno d'affetto e spera, giorno dopo giorno, che l'uomo d'affari si trasformi in un padre amorevole. Il piccolo cuore è quello di Florence, figlia maggiore di Dombey che, a soli sei anni, conduce una vita di solitudine e abominevole abbandono.
"....cosa poteva essere una bambina per Dombey e figlio"....dice Dickens e prosegue...."nel capitale costituito dal nome e dalla posizione della ditta, un figlio di sesso femminile era solo una monetina non sufficiente per un investimento, un maschio riuscito male, nient'altro".
Così trascorrono i giorni e nel romanzo scorrono pagine su pagine. Enormi cambiamenti segnano le tappe di questa famiglia e l'orgoglio dell'uomo d'affari, troppo proiettato verso il futuro escludendosi, così, dai sentimenti umani, verrà punito dal destino. Il figlio maschio non sarà mai quello sognato e la dolce Florence, in sordina, diventa la donna forte, la roccaforte in cui riparare malgrado tutto.
Questo monumentale affresco famigliare uscito a puntate dall'ottobre del 1846 all'aprile del 1848, oltre a ripercorrere i temi sociali cari all'autore e trattati in maniera approfondita in molti altri suoi lavori, è un romanzo sul cambiamento. Un cambiamento interno, perché relativo al nucleo famigliare ed esterno, in quanto coinvolge l'intera società. Simboli di questo cambiamento sono rispettivamente la morte delle ambizioni e dei sogni costruiti a tavolino e la nascita della ferrovia che dirompe trasformando paesaggi e incidendo sulle vite dei ceti inferiori e dei protagonisti.
Come percepisce il cambiamento il lettore?
Attraverso la gestione della prosa che sterza rapidamente in base a dove è diretta. Dickens è un maestro in questo. Dal satirico si passa al poetico, dal semiserio al melodrammatico, dal sentimentale al surreale....tanti stili in movimento per rendere meglio il cambiamento, tema centrale.
Stessa cosa avviene con i personaggi.
Dall'ambizioso si passa all'umile così come dallo sciocco si arriva al pragmatico e dall'amorevole al negligente. Tanti e tanti personaggi, immensi, gratificanti e pulsanti di vita che si muovono sui fili di matrimoni, separazioni, morti, fallimenti, fughe, solitudini e tragedie.
Sono tutti lì, in un grande ma ordinato calderone che porta in scena la commedia umana. Immenso.