Dio ha misurato il tuo regno
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Dio ha misurato il tuo regno tre anni dopo
Ancora oggi, a distanza di tre anni, rammento di tanto in tanto alcune fascinose descrizioni d'interni e di meravigliosi scenari naturali ungheresi. Mi ricordo assai meno della storia che in alcuni punti si trascina
troppo lentamente e inconcludentemente, ciò è dovuto anche alla volontà dell'autore di regalarci una storia di decadenza e inconcludenza che evidentemente si esprime in questo suo ritmo lento e rarefatto.
Tocca comunque altissimi livelli stilistici ed estetici. E' stata una lettura appagante e una scoperta di un grandissimo autore del novecento mitteleuropeo.
Trovo molto grave (ma forse non conosco i motivi veri) che l'editore , distanza di tre anni, non sia riuscito a completare la pubblicazione della trilogia.
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Dio ha misurato il tuo regno
E' un libro degno della migliore letteratura europea, l'ho comprato quasi per caso, anzi mi aveva talmente affascinato la storia che ho preso tutta la trilogia. Ha una capacità narrativa sapiente senza dimenticare le sue pagine descrittive, ha ragione chi ha commentato prima di me quando parla di "architettura sorvegliatissima e di un'efficacia straordinaria". Insomma è stata una scoperta piacevolissima, da leggere assolutamente
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Un capolavoro, e una speranza
In tre giorni e mezzo ne ho divorato oltre cinquecento pagine, pur leggendolo solo alla sera e al risveglio.
Un impressione enorme, come non provavo dalla lettura di Balzac o di 'uerra e pace'; un'archittetura sorvegliatissima e d'un'efficacia straordinaria, come nel 'Trovatore' e nella 'Sesta' 'o nella 'Nona' di Mahler; una capacità davvero verdiana o mahleriana d'imprimere nella memoria del lettore motivi e figure (e sí che, necessariamente, lo leggo in traduzione, seppure ottima). Purtroppo mi domina anche l'idea di rivivere la stessa epoca (eleganza a parte...): per la totale inettitudine che vediamo intorno a noi nell'affrontare i problemi reali, per la sensazione di danza sul vulcano che romba.
Come sovrintendente dei Teatri di Stato ungheresi dal 1913 al 1918, si devono alla determinazione dell'Autore le prime esecuzioni dei bartokiani 'Principe intagliato nel legno' e 'Castello di Barbablú'. L'approfondita conoscenza che l'Autore ha della musica traspare non solo dall'architettura dell'insieme.
La speranza: che l'Editore realizzi sollecitamente anche la traduzione delle due parti successive di questa 'Storia transilvana'.