Narrativa straniera Classici Cyrano de Bergerac
 

Cyrano de Bergerac Cyrano de Bergerac

Cyrano de Bergerac

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L'opera teatrale di Edmond Rostand, pubblicata nel 1897, è ispirata alla figura storicamente esistita dello scrittore secentesco Savinien Cyrano de Bergerac. Si tratta di una commedia che narra le gesta dell'estroso e umorale spadaccino guascone, veloce di spada quanto di parola, nonché dotato di un enorme naso. Un autentico eroe romantico, che sotto la scorza burbera e la spavalderia verso i nemici nasconde del sentimento autentico. Ama infatti di un amore infelice perché impossibile la bellissima cugina Rossana, che a sua volta è innamorata del giovane cadetto Cristiano. Cyrano decide di farsi da parte e di favorire la relazione tra i due. Si mette di mezzo però il potente De Guiche, invaghito di Rossana, e spedisce in guerra Cyrano e Cristiano, che vi troverà la morte. Rossana si ritira allora in convento e solo in punto di morte Cyrano le rivelerà il proprio amore.



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Cyrano de Bergerac 2020-04-30 14:07:05 Bruno Izzo
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Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    30 Aprile, 2020
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Bello e impossibile

“Cyrano de Bergerac” non è un romanzo, ma una commedia, ma più di ogni altra cosa è una bella storia, anche ben raccontata; è una celebre commedia teatrale del 1897 dal poeta e drammaturgo francese Edmond Rostand.
Cyrano è lo stereotipo di un uomo comune, e di come diviene, e come sa divenire, quando è completamente “falling in love”, e di converso come diveniamo noi tutti quando siamo innamorati. Innamorati davvero, sul serio, da adulti e non da timidi adolescenti, con pienezza di sé, con logica frammista al sentimento, e non da solo impulso emotivo ed ormonale, letteralmente cotti, presi nella spirale di amorosi sensi.
Un uomo comune, non proprio qualunque, perché è ricco di qualità, prima di ogni cosa è una brava persona, ha un animo delizioso, sensibile, romantico, è letteralmente un poeta, d’indole e di fatto.
Non è neanche uno smidollato, tutt'altro, come talora può accadere a un uomo di sole lettere, è un uomo direi completo di testa, cuore e fisico.
È un valente spadaccino, pressoché invincibile, cosa che non guasta data l’epoca alquanto piena di pericoli imprevisti, ma non solo si fa valere nella tecnica di spada e fioretto, è un uomo di coraggio e valore non comune.
Per di più anche empatico e solidale, un guascone, forse, ma un amico vero, una persona preziosa, con valori e di valore, fidato e di cui fidarsi.
Una bella persona, anche disponibile: bello e possibile, quindi.
A rendersi impossibile, ci mette del suo.
Innamorato pazzo, e capace di fare sciogliere perfino il cuore della donna più fredda ed insensibile della terra, con le sue sole poesie.
Il sogno di ogni inguaribile romantica, ricevere versi in rima grondanti parole dolci e tenerezze varie. Per di più, ad una sola donna, la cugina Rosanna, a lei solo si dedica e è devoto corpo e anima, è quindi anche un innamorato fedele e dedito ad una sola donna, il che lo rende anche affidabile. Insomma, un amante ideale, da amare e da farsi amare.
Cyrano de Bergerac, tuttavia, come tutti i veri innamorati, è fragile e vulnerabile in amore.
La paura, il timore assurdo ma atavico di non essere all’altezza dell’amato bene, lo invade e lo devasta, lo possiede e lo annichilisce, lo immobilizza e gli amputa le gambe.
Succede a tutti, confessiamolo. Quando ci tieni davvero a un amore, hai il terrore di perderlo.
Per un motivo o per un altro, più spesso per cause inesistenti, reali solo nel proprio immaginario, ed evidenti solo a se stesso, qualsiasi cosa per quanto assurda può irresistibilmente divenire pretesto perché la paura di perdere il tuo amore o che consideri un altro ti prenda, ti terrorizzi, ti annienti.
Cyrano il prode, lo spadaccino temerario, il poeta incantevole, non ce la fa proprio a vincere la sua paura e la sua timidezza, e dichiararsi alla bella Rossana, poiché bloccato dalla paura di non piacere.
Una paura indotta dal suo aspetto esteriore, reso non gradevole dalle insolite dimensioni del suo naso. Proprio così: il suo tallone di Achille è un naso spropositato, niente che un intervento di chirurgia estetica oggi non saprebbe rimediare. Oggi, appunto.
All’epoca, Cyrano veste i panni del brutto ma innamorato, che odia il mondo in cui vive.
Un mondo in cui ciò che appare vale tanto, troppo di più, di ciò che invece è realmente.
Un mondo, in ultima analisi, come quello in cui viviamo noi oggi.
In cui apparire vale molto più dell’essere.
Capite quindi la modernità della commedia?
Cyrano è senz’ombra di dubbio un personaggio moderno, la cui situazione ha ispirato notevolmente la letteratura, la musica, il cinema e la televisione.
Basti pensare al telefilm statunitense "Ugly Betty" (La Brutta Betty), che tratta della vita di una ragazza goffa, bruttina e sovrappeso che viene per caso impiegata nel mondo della moda, dove è ben noto, l’apparenza è tutto.
O il distopico romanzo "Brutti" di Scott Westerfeld, che immagina un mondo dove la bruttezza è stata riconosciuta come il peggiore di tutti i mali, e per tanto la popolazione mondiale tutta è obbligata a sottoporsi all’età di dodici anni a una serie di dolorose operazioni estetiche pur di guadagnarsi un posto nella parte “giusta”del mondo.
Celeberrima è poi la sofferente vita del poeta romantico Giacomo Leopardi, innamorato della bella Silvia, cui continua a dedicare poesie pur sapendo che lei non lo contraccambierà mai a causa del suo aspetto, la cui biografia è notoriamente affine alla descrizione di Cyrano.
Quest’ultimo sfortunato personaggio è celebrato inoltre da Francesco Guccini, il celebre cantautore italiano, nel suo pezzo “Cyrano” tratto dall’album "Di morte, di amore e di altre sciocchezze", rilevando per l’appunto, il vuoto e l’effimero di un mondo, dove non c’è spazio per chi non è bello e perfetto.
La soluzione ultima, che pare banale, è il consiglio “non giudicare il libro dalla copertina”, ma tentare di andare oltre, di non fermarsi all’involucro, ma di scavare nell’animo delle persone.
Anche perché in fondo, se in più di duemila anni di storia non siamo stati capaci di dare una risposta univoca alla domanda di Socrate “cos'è la bellezza?”, non siamo forse tutti dei Cyrano?
Invece, ognuno di noi è bello perchè unico. Ognuno di noi è bello e impossibile. Basta crederci.

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a chi è innamorato, o lo è stato, o lo sarà.
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Cyrano de Bergerac 2016-12-29 16:02:38 Julie
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Julie Opinione inserita da Julie    29 Dicembre, 2016
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"Far da suggeritore ed essere dimenticato."

Edmond Rostand dedica questa sua commedia in cinque atti all'attore che per primo vestì i panni dell'eroe Cirano nel lontano dicembre del 1987, e lo fa con queste parole,

"E' all'anima di Cirano che avrei voluto dedicare questo poema, ma
poiché essa è passata in voi, Coquelin, è a voi che lo dedico."

L'anima di Cirano infatti prende vita nella mente dell'autore e nell'immaginazione del lettore, ma non è reale, di conseguenza la dedica si trasforma in ringraziamento per colui che emulandone l'essenza riesce a darle forma, anche se solo su di un palcoscenico. Ritengo che queste poche righe siano essenziali per comprendere il profondo rispetto e l'amore che Rostand ha per il suo protagonista, rispetto e amore condivisi da chiunque riesca a comprendere il personaggio.
Cirano incanta, appassiona e seduce il pubblico femminile, ma allo stesso tempo ispira, sfida e sprona quello maschile. E' il paradigma dell'eroe guascone per eccellenza, ricorda per tantissimi versi il giovane moschettiere D'Artagnan; lo ricorda nell'orgoglio, nell'inflessibilità, nell'irruenza e nella foga e nell'apparente arroganza, ma allo stesso tempo lo completa e lo supera, perché gli appartiene una dimensione in più, che è quella dell'animo. Un animo sensibile, senza mai cadere nel melenso, un animo da poeta, che non si rivela mai poetastro, un animo innamorato, ma di quell'amore che eleva, di una profondità che nobilita.
Questo grande eroe duella e compone versi con la stessa facilità, anzi a volte fa entrambe le cose contemporaneamente; nulla lo piega, perché sicuro nel suo codice morale si rivela incorruttibile, ma l'amore lo spezza, lo stesso amore che lo rende nobile, lo tormenta con tutti i suoi dubbi e le sue insicurezze, quell'amore "che move il sole e l'altre stelle" lo immobilizza, quando basterebbe fare un solo passo per raggiungere la meta. E così un semplice difetto fisico, una cosa di norma di ben poco conto, cresce e si ingigantisce pagina dopo pagina, dominando la trama e delineando il dramma dietro la commedia; un naso enorme diventa quindi un altrettanto enorme taboo, all'ombra del quale cresce e si rafforza l'unica paura di Cirano, quella di essere rifiutato e deriso dall'oggetto del suo desiderio, la bella Rossana. Infatti, ciò che secondo Cirano manca a Cirano è la classica formula del kalos kai agathos, il suo coraggio, la sua prodezza, non si rispecchiano nel suo aspetto esteriore e questo non lo rende all'altezza della donna che ama. In base a questa sua convinzione sceglie di farsi da parte e di favorire, in nome della felicità di Rossana, la sua unione con il bel Cristiano, e lo fa senza invidia e senza rancore e a discapito dei suoi stessi sentimenti.

"ROSSANA: Ma lo spirito?...
CIRANO: In amore lo detesto. Quando si ama è un delitto prolungare questa inutile schermaglia. Arriva inevitabilmente il momento in cui - e compiango chi non l'ha provato - sentiamo che c'è qualcosa di così nobile nel nostro modo di amare da non poterlo avvilire con vani giochi di parole."

Come sempre mi mantengo selettiva nelle tematiche delle mie recensioni, ma se sono riuscita lo stesso a darvi almeno un buon motivo per leggere o rileggere quest'opera teatrale mi ritengo comunque soddisfatta.

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Cyrano de Bergerac 2015-06-29 08:08:27 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    29 Giugno, 2015
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Basta con "i belli che non ballano"

Cyrano de Bergerac è un’opera teatrale composta da cinque atti. Avendone già letti altri di questo genere, all’inizio ero un po’ perplessa. L’opera si apre con “il teatro nel teatro”; non è un gioco di parole, la prima scena si svolge proprio in un teatro, con numerosissimi personaggi che ti lasciano disorientata al punto da renderti difficile immaginare la scena rappresentata.

Ma Rostand riesce a mettere chiarezza quasi subito ed a farti entrare nel vivo dell’opera presentandoti e delineandoti bene, i personaggi principali.

Primo fra tutti Cirano, cadetto di Guascogna (gradassi e mentitor senza vergogna), impavido, orgoglioso, fedele e soprattutto poeta. Un uomo, Cirano, perdutamente innamorato della bellissima cugina Rossana, a cui però non si è mai dichiarato a causa del suo aspetto (Voi…voi…avete un naso eh..molto grande). Rossana, oggetto del desiderio di molti uomini, è una donna incline alla bellezza ma che cerca anche la sostanza. Cristiano, appena diventato guascone, è un uomo con un aspetto felice, ricambiato dalla bella Rossana ma che ben presto capisce che senza l’aiuto di Cirano (e delle sue parole) può far ben poca cosa. Molti altri sono i partecipanti all’opera davvero ben fatta.

Rostand ci lascia con la sua opera, una lezione molto importante. Non solo ci fa capire l’importanza dell’amicizia e delle fedeltà, ma soprattutto ci apre gli occhi su un tema molto in voga oggi. Un uomo che è “bello ma non balla” ovvero che oltre alla bellezza non ha altra sostanza, è veramente un uomo di poco conto. Ci insegna l’importanza e la potenza dei sentimenti e di come le parole possano scaldare il cuore.

Un’opera sentita, ricercata e coinvolgente che non può deludere il lettore appassionato di teatro, di poesia e di storie di un tempo.

“..Ahimè, che strano pizzicore mi sento nel petto! O bacio, o convito d’amore il tuo Lazzaro io sono! Quaggiù di te mi scende una briciola; io sento che un poco il cor ti prende. Poi che su quella bocca le sue labbra tremanti baciano le parole ch’io dissi poco avanti.”

“La casta Penelope, anche lei, non sarebbe rimasta a ricamar tranquilla sotto il suo tetto, se Ulisse avesse scritto lettere come te. Ma per cercarlo avrebbe, al par d’Elena insana, mandato a spasso i suoi gomitoli di lana.”

Lo consiglio.

Buona lettura!!!

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Cyrano de Bergerac 2015-03-23 07:52:41 MAZZARELLA
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MAZZARELLA Opinione inserita da MAZZARELLA    23 Marzo, 2015
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CYRANO DE BERGERAC

“Un bacio, dopo tutto cos’è?
Un giuramento fatto un po’ più da vicino, una promessa più precisa, il sì ad un assenso,
un punto rosa sulla i di amor mio;
un segreto confidato alla bocca invece che all’orecchio,
un istante d’infinito che fa il ronzio d’ape,
una comunione che ha il gusto del fiore,
un modo per respirarsi un poco il cuore,
e un po’ gustarsi, a fior di labbra, l’anima!”

Io penso che dopo queste parole non ne occorrano altre per convincervi della bravura dello scrittore e della profondità del libro.
Una storia di amore, una storia di amicizia, una storia di lealtà, una lezione di vita, tutto un mix in poche pagine che fluisce tranquillamente attraverso i dialoghi dei personaggi.
Edmond Rostand ha creato un dramma che è ancora vivo nella realtà di tutti i giorni, quella che si potrebbe definire una storia immortale, perché la paura dell’amore non corrisposto, il dubbio di non piacere, la veracità delle parole, il senso di lealtà dell’amicizia sono ancora sentimenti presenti oggi, anche se la nostra società ne fa poche dimostranze.
Chiave dell’opera sono due sentimenti fondamentali e profondi come l'amore e l'amicizia che trovano in questo dramma la loro estrema sublimazione con la vittoria, oserei dire, dell’amicizia. Amicizia nata proprio con colui che potrebbe sembrare l’antagonista del nostro personaggio principale Cyrano (energico spadaccino dal naso fin troppo pronunciato quasi al pari del suo impeto). Altro aspetto fondamentale che fuoriesce nel dramma è che l’aspetto fisico non conta senza la capacità di comunicare, senza l’intelligenza e l’istruzione. Siamo abituati ai soliti eroi romantici dai tratti del classico “principe azzurro”, belli, coraggiosi, gentili e intelligenti…Cyrano non è bello anzi è oggettivamente brutto e tuttavia, grazie al suo temperamento, al suo stile, al suo animo ed alla sua cultura, è il personaggio più bello in assoluto in tutti i suoi aspetti.
La chiave dell’opera teatrale risiede appunto nel protagonista: il suo coraggio unito al disprezzo per il pericolo, la drammaticità della sua fiera esistenza, il suo orgoglio smisurato (che non si piega a niente e a nessuno) conferiscono al personaggio la fisionomia del tipico eroe romantico e contemporaneamente quella di un personaggio moderno.
Un’opera senza tempi e limiti che ha incantato, reso proprio e trovato elogio sino ai nostri giorni, nel teatro, nel cinema e persino nella musica.

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