Amy Foster
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Una perla affascinante
Amy disprezza la sua vita. Percepisce se stessa come diversa e non sente di appartenere con lo spirito al luogo dove vive. Ella è lontana come nessuno può comprendere. Amy ha trovato nello straniero che veniva dal mare un ancora per fuggire, per allontanarsi dai valori e dalle persone con cui passivamente ha vissuto la sua vita. Un allontanamento vissuto più nella sua immaginazione, sotto il mio punto di vista. Una distanza soprattutto mentale e psicologica nel cui mezzo si distende il mare, dalle profondità del quale è emerso lo straniero, descritto come un elegante uccello selvaggio disgraziatamente finito in gabbia. Egli vede in lei un cuore buono e generoso in grado di accogliere il suo, e si innamora della donna.
Ma io penso che Amy non si sia mai davvero innamorata di lui. Grazie alla sua immaginazione ha provato dei sentimenti verso una figura idealizzata da lei stessa, ma come ogni immagine anche questa è destinata a svanire. Amy è fragile, apatica e invisibile rispetto alle esperienze che la vita le offre. Non coglie la vita nel modo impulsivo, emotivo, affamato e vorace di lui. Vive per di più nella sua immaginazione ma si ritrova avvolta dalla solitudine, che solo l'immaginazione stessa nel suo caso può colmare. Alla fine forse non comprende più la distinzione tra le due, in quanto talmente abituata a colmare il reale con l'abbagliante immagine desiderata, ha scelto di vivere nella sua luce.
Dopo aver visto il film ed esserne rimasta affascinata, colpita dalla forza di questa storia, consiglio la lettura di questo breve ma comunque intenso romanzo. Una piccola perla degna di essere letta, in quanto densa di significati anche molto attuali.
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Lo straniero che venne dal mare
Ho cercato questo racconto di Joseph Conrad in lungo e in largo ma non l'ho mai trovato in edizione italiana.
Qualche tempo fa, però, dopo aver acquistato un ebook reader e spulciato tra i libri dello store, sono incappata nell'edizione della biblioteca di repubblica, con possibilità di lettura in inglese.
Non ci credevo!
Mi sono detta:" Finalmente!!!"
Dopo essermi emozionata col bellissimo film "Lo straniero che venne dal mare", dovevo assolutamente leggere il libro.
In realtà non siamo di fronte ad un romanzo ma ad una "short story", un racconto breve, (troppo) con una protagonista (che poi protagonista non è) davvero insolita.
In una piccola contea inglese vive Amy Forster, creatura silenziosa e defilata dal resto del mondo.
Chiusa in una sorta di bolla di vetro che la rende incomprensibile alla gente del posto tanto da essere considerata la "scema del villaggio", avrà il coraggio di avvicinare il romeno Yanco, un giovane che, partito da una zona remota dei Carpazi per cercare fortuna in America, verrà sorpreso da una tempesta e si ritroverà naufrago sulle coste inglesi.
In cerca d'aiuto sarà trattato da appestato, vittima della xenofobia locale pilotata dall'ignoranza.
Amy avrà per lui una sincera pietà ed una profonda comprensione tanto da colpirlo a tal punto che Yanco se ne innamorerà e, di lì a poco, la chiederà in sposa.
La storia è narrata in terza persona dal medico del villaggio (quale conoscitore della vicenda) ad un suo amico.
In queste pagine c'è l'essenza stessa di Conrad. Troviamo tratti autobiografici che lo avvicinano al personaggio di Yanco e tematiche a lui care che rendono la narrazione personalissima. Peccato però che il tutto duri un soffio. È una storia che avrebbe tutte le caratteristiche per decollare ma è poco sviluppata e non si ha il tempo materiale per entrare in simbiosi con personaggi e vicenda.
Amy, è lasciata troppo all'interpretazione del lettore; la sua influenza c'è ma è quasi impercettibile se si compie una lettura poco attenta. Il perno centrale è Yanco che con il suo drammatico vissuto ci immette in un contesto più ampio. Ne consiglio la lettura.