Aforismi di Oscar Wilde
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Perle di saggezza
Alcuni brevi se non addirittura lapidari, altri molto prolissi; alcuni sorprendentemente attuali, altri ormai superati; alcuni condivisibili, altri onestamente contestabili.
Molto ricca questa raccolta di aforismi di Oscar Wilde, tra le cui pagine c'è davvero di tutto: donne e uomini, vecchi e giovani, vizi e virtù.
Tra i vari che mi hanno colpita in modo particolare, riporto i seguenti:
"Quanto sono fortunati gli attori! Sta ad essi scegliere se vogliono aver parte nella tragedia, o nella commedia, se vogliono soffrire o godere, ridere o spargere lacrime; non così nella vita vissuta. La maggior parte degli uomini e delle donne sono costretti a recitare parti, per le quali non hanno alcuna inclinazione. Il mondo è un palcoscenico, ma le parti vi sono male distribuite."
"Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono far tutto."
"In questa nostra epoca non vi è altro di necessario che il superfluo."
"Vivere è la cosa più rara nel mondo. Molta gente esiste: ecco tutto."
"La tragedia della vecchiaia consiste non nel fatto di essere vecchi, ma nel fatto di sentirsi ancora giovani."
"Quale rovina per l’uomo è il matrimonio! Esso lo abbrutisce quanto le sigarette, e costa molto di più."
Nel complesso, una piacevole lettura, magari per iniziare a prendere confidenza con un autore geniale come Wilde.
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“Only the extraordinary survives.” C. 3. 3.
3 dicembre 1900
Stupisce che la vita di un simile genio dell’anticonformismo e dello scandalo dell’Inghilterra vittoriana possa chiudersi con una triste cerimonia svolta in sordina nella Chiesa di St. Germain des Près. Oscar Wilde verrà sepolto in povertà, accompagnato dall’amico fedele Robert Ross.
Due anni di carcere e lavori forzati per “gross indecency” lo invecchia nel corpo e nell’anima. Ad aspettarlo sempre l’amico Robert Ross.
Tutti godettero delle sue pene, puritani, redattori di giornali, popolo, e anche molti suoi amici.
Tutto gli fu tolto: moglie che morì, madre che morì, figli.
Degenerato, pervertito, scandaloso, sodomita.
Dandy suadente e coinvolgente, stravagante e geniale, in una parola inimitabile, snob nei confronti dell’ipocrita aristocrazia inglese del suo tempo.
Da dandy elegantissimo, Oscar Wilde passa attraverso Oscar Wilde e diventa Sebastian Melmoth, veste male, da poveraccio, vive squallidamente in una stanza dell’Hotel d’Alsace, e soprattutto solo, finché la morte non viene a tenergli compagnia. Forse è stata una delle poche che ha voluto risollevarlo definitivamente da questa penosa sopravvivenza, e arriva sotto forma di meningite il 30 novembre 1900.
Oscar Wilde, C. 3. 3. , Sebastian Melmoth: “tre maschere una dopo l’altra.
La prima, con una bella fronte, labbra sensuali, occhi umidi e cinici: una maschera da Bacco;
La seconda, una maschera di ferro, attraverso le cui fessure ci guarda la disperazione;
La terza, un domino pietoso, preso in affitto per assecondare una lenta agonia.”
Infine, i suoi aforismi, ho scelto questi, ma ne avrei potuto scegliere tanti...
Esperienza è il nome che tutti danno ai propri errori.
Il progresso si deve alla forza delle personalità e non dei princìpi.
Si può resistere a tutto salvo alle tentazioni.
Siamo tutti nel rigagnolo; ma alcuni di noi fissano le stelle.
L’intelletto è l’unica cosa che affina.
Lo Stato deve fare le cose utili, l’individuo le cosa belle.
Quelli che cercano di guidare il popolo possono farlo soltanto seguendo la plebe.
E’ molto più difficile parlare di una cosa che farla. Nella sfera della vita attuale, questo è, naturalmente, ovvio. Ognuno può fare della storia. Solo il grande storico, però, può scriverla.
Vivere è la cosa più rara del mondo. Molta gente esiste: ecco tutto.
Quale differenza passa tra il giornalismo e la letteratura? Il giornalismo è illeggibile, la letteratura non è letta.
Non vi sono libri morali o libri immorali. Vi sono libri scritti bene e libri scritti male, e nient’altro.
Gesù disse all’uomo: “ Tu hai una meravigliosa personalità. Sviluppala. Non t’immaginare che la tua perfezione stia nell’accumulare o nel possedere cose esterne. La tua perfezione sta in te. Se tu riuscirai a realizzare questo, tu non vorrai essere ricco. I ricchi possono essere derubati dall’uomo. I veramente ricchi no. Nel tesoro della tua anima, vi sono molte cose preziose, che non possono esserti tolte. E perciò cerca di costruire la tua vita in modo che le cose esterne non ti possano nuocere. E cerca anche di liberarti della proprietà personale. Essa implica sordide preoccupazioni, cure senza fine, mali continui. La proprietà personale ostacola l’individualismo a ogni passo.”
n.b. C. 3. 3. è il suo numero di cella in carcere
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RITRATTO DI UN ARTISTA
Ci troviamo tra le mani un piccolo libricino che racchiude in frasi brevi o in periodi medio-lunghi, la vita, la personalità, le idee e il carisma di un artista controverso, prima tanto stimato e poi così facilmente messo nel dimenticatoio dalla società londinese di fine Ottocento, aperta a nuove idee di arte e di bellezza, ma chiusa di fronte alla presunta decadenza morale e ai tabù di cui venne accusato Oscar Wilde, nel processo che lo vide protagonista nel 1895.
Dopo una breve introduzione di James Joyce, il lettore entra nel vivo del pensiero ”wildiano”: l’arte, le donne, l’amore, la religione, il matrimonio, sono solo alcuni degli argomenti oggetto/soggetto dei suoi aforismi.
Apprezzati se letti non uno di seguito all’altro, ma lentamente per apprezzarne al meglio il loro significato, che altrimenti rischierebbe di perdersi tra le righe di ogni paginetta, queste frasi ci raccontano la vita di una persona certamente fuori dall’ordinario, un astro del suo tempo che venne apprezzato dalla maggior parte dei salotti londinesi finchè ciò andava di moda, ma destinato a spegnersi bruscamente non appena ebbe inizio il processo a suo nome; processo descritto ampiamente nell’ultima parte del libro.
Consigliato agli amanti di Oscar Wilde e del suo inconfondibile stile.
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Ogni arte è immorale
- Un'idea che non è pericolosa è indegna di chiamarsi idea.
Wilde riesce, negli Aforismi meglio ancora che nelle altre sue opere, ad esprimere sé stesso e a concentrare tutto il suo pensiero e la sua eccentrica personalità in brevi aforismi, frasette cariche di significato ma apparentemente leggere.
Si scaglia a volte contro, a volte a favore delle donne:
- Le donne sono un sesso affascinante e caparbio. Ogni donna è una ribelle; di solito insorge violentemente contro sé stessa.
contro e a favore della bellezza, dell'intelletto, della società mondana tanto odiata quant'è agognata la sua approvazione.
Nel cinismo e nella piccata ironia di Wilde si nasconde una profonda sensibilità e un radicato senso del gusto estetico, una morale ferrea che l'artista cerca in tutti i modi di screditare e di coprire con “immoralità, libertà, individualismo”, anche se è chiaro che dei paletti morali lui stesso se li sia sempre dati.
Che dire? Un genio. Come sostiene Bruno Elpis, gli aforismi parlano per lui.
- L'uomo è tanto meno sé stesso quanto più parla in persona propria; dategli una maschera e vi dirà la verità.
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Acronimo aforismatico
“Un anno dopo la morte dello scrittore, nel 1901, Robert Ross, suo esecutore testamentario, dava alle stampe la raccolta Aphorisms, con la firma di Sebastian Melmoth, il nome adottato da Wilde in esilio …”
Gli aforismi di Oscar Wilde non hanno bisogno di commenti. Propongo la mia selezione su temi scelti con la tecnica dell’acronimo.
Arte
Fascino
Orrore
Rigagnolo
Individualità
Sbagliare
Messaggi del destino
Intensità
“Non vi è una verità universale nell’arte. In arte sono veri anche i contrari delle verità.”
“Vi sono due tipi veramente affascinanti: coloro che sanno tutto, e coloro che ignorano tutto.”
“Non vi è che una sola cosa orrida al mondo, il tedio. Ecco il peccato che non trova perdono.”
“Siamo tutti nel rigagnolo; ma alcuni di noi fissano le stelle.”
“Per intendere gli altri, bisogna intensificare la propria individualità.”
“Esperienza è il nome che tutti danno ai propri errori.”
“Non esistono presagi. Il Destino non ci manda degli araldi. E’ troppo saggio o troppo crudele per farlo.”
“I dolori superficiali e gli amori superficiali durano. Gli amori e i dolori profondi sono uccisi dalla loro stessa intensità.”
Bruno Elpis