Zero assoluto
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Zero assoluto; anche di voto? Mah!
Gli scrittori, soprattutto i grandi scrittori di best seller, quelli che hanno fatto guadagnare milioni ai loro editori, dovrebbero lasciar disposto nelle loro ultime volontà che tutte le loro opere incompiute, abbozzate, accantonate e, comunque, mai edite debbano essere distrutte all'atto stesso della loro morte, salvo espressa ed univoca autorizzazione scritta ed autenticata da notaio...
Io ho amato tantissimo i romanzi di Crichton i quali, pur con inevitabili alti e bassi, hanno sempre avuto una superba qualità sia narrativa che stilistica che di contenuti.
Purtroppo, da quando il celebre scrittore, sceneggiatore e regista ci ha lasciato 7 anni fa, sono cominciati ad apparire lavorini (o lavoracci) che, per sfruttare il nome che ancora richiama torme di lettori, stanno abbassando quella ammirevole media che i libri pubblicati in vita avevano.
Per questo motivo avevo rinunciato da tempo a leggere i "postumi", tuttavia, sapendo che l'autore mi piaceva, e molto, continuano ad arrivarmi in dono libri su libri, ad ogni nuova pubblicazione.
Ciò premesso, che dire di "Zero assoluto"? Qualcuno, prima di me, ha osservato che zero rappresenta anche l'effettivo contenuto del libro. Forse è un giudizio un po' troppo severo, perché va considerato che è il lavoro di uno studente di medicina che scriveva per passione (e per pagarsi gli studi) e scriveva, già allora, abbastanza benino.
La storia, tuttavia è troppo abborracciata, il giovane radiologo Peter Ross, il protagonista, troppo sprovveduto per essere vero, la caccia al "misterioso oggetto' (non dico di più per non svelare l'unico arcano della trama) troppo strampalata ed i vari personaggi coinvolti troppo "tipi da telefilm" o da B movie per essere plausibili.
Insomma è tutto troppo naif per catturare l'interesse del lettore. Tuttavia, preso come un libro da leggiucchiare sotto l'ombrellone in una assolata giornata estiva, è ancora accettabile, soprattutto perché più che un romanzo è un racconto lungo e le poche centinaia di pagine si leggono facili in modo accettabilmente piacevole.
Tuttavia spero proprio che questo sia l'ultimo "romanzo inedito" di Crichton che vede le stampe, sennò la prossima volta, ci troveremo in libreria l'edizione extra-lusso dei temi delle elementari del bravissimo narratore americano, in modo da rovinargli così, definitivamente, la fama faticosamente acquisita negli anni.
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Quando il titolo è profezia...
Michael Cricton, in arte John Lange, scrive questo "racconto" (al limite della fantascienza) durante il periodo dell'Università e, messo dapprima in un cassetto e ripreso solo recentemente, ben quarant'anni dopo la prima stesura, ne riscrive il primo e l'ultimo capitolo per poi decidere di pubblicarlo.
Ambientato nell'assolata Spagna, almeno per la gran parte del libro, narra la storia del giovanissimo medico radiologo Peter Ross, il quale, presosi una vacanza dallo stressante impiego in Ospedale negli U.S.A., incrocia lo sguardo di un'affascinante straniera. Le donne sono sempre state il suo punto debole, ma questa volta cedere a quella che inizialmente sembra soltanto una richiesta stravagante rischia di essere il più grande errore della sua vita.
In poche ore Peter si trova catapultato dal caldo assolato della spiaggia al freddo gelido di una sala per autopsie, minacciato da tre uomini. Peter non è abilitato a effettuare un'autopsia, sa a malapena da dove cominciare. Ma a loro non importa: vogliono solo che lui nasconda qualcosa all'interno di un cadavere. Qualcosa di prezioso. Qualcosa per cui sono disposti a uccidere. E non sono gli unici. Appena terminata l'operazione, Peter si trova al centro di una spietata resa dei conti tra bande rivali perché quell'oggetto permette di evocare un potere antico e terribile, qualcosa che può cambiare per sempre i destini del mondo.
La trama, decisamente scadente e niente affatto realistica, si avvicenda troppo velocemente, con capitoli molto brevi e tutti decisivi, accompagnando il lettore in maniera rapidissima alla conclusione senza nemmeno rendersene conto. Passaggi non sviluppati e non sviscerati, dialoghi brevissimi e descrizioni insufficienti.
Insomma non consiglierei mai la lettura di questo racconto, scritto con linguaggio al limite dell'età scolare e con un personaggio protagonista che fa di tutto per spiccare in ironia cadendo decisamente nel ridicolo.
Lo scrittore dice di questa sua fatica letteraria: «Non mi tormentavo per capire se quello che scrivevo esprimesse o meno me stesso, o una forma d'arte. Scrivevo e basta: di getto, sotto pseudonimo, a velocità folle.»...a mio modestissimo parere la "velocità folle" ha partorito soltanto un romanzo incompleto e sicuramente non credibile.
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Il Professore, il Conte, l’autopsia
“È così che dovrebbe essere” pensò. “Sole caldo, cibo saporito e donne seducenti. E niente lavoro”. Questo punto era molto importante per Peter Ross, giovane e brillante radiologo americano, in vacanza a Tossa de Mar, in Costa Brava. La Spagna e le sue spiagge piene di donne bellissime sono il suo unico interesse, poiché ha appena completato il suo ciclo di studio e i quattro anni di internato obbligatorio. Il problema è che la probabilità degli eventi indeterminati, quella che chiamano “predizione al singolo evento”, ha molte variabili. Ed è così che, pur essendo in vacanza ed avendo conosciuto Angela, la più bella ragazza che abbia mai visto, si ritrova coinvolto in una inspiegabile situazione che affonda le radici nella storia, nelle scienze matematiche e nella lotta tra il Bene e il Male.
Per Peter cedere ad una richiesta stravagante rischia di essere il più grande errore della sua vita. In poche ore, infatti, Peter si trova catapultato dal caldo assolato della spiaggia al freddo gelido di una sala per autopsie, minacciato da tre uomini in abito scuro, appena sbarcati da un volo proveniente dagli Stati Uniti. Peter non è abilitato a effettuare un’autopsia, sa a mala pena da dove cominciare, ma è obbligato ad eseguirla. Loro vogliono solo che lui nasconda qualcosa all’interno del cadavere. Si tratta di qualcosa di molto prezioso, per cui sono disposti anche a uccidere. Il problema è ancora più grande visto che non sono gli unici disposti a farlo. Terminata l’operazione, Peter si trova al centro di una spietata resa dei conti tra bande rivali, una corsa a perdifiato dalle torri moresche dell’Alhambra di Granada ai vicoli bagnati dalla pioggia di Parigi. Peter è solo e deve far affidamento su tutte le proprie risorse per fronteggiare la minaccia di un pericoloso scienziato, disposto a tutto per recuperare l’oggetto nascosto nel cadavere.
Ritmo e colpi di scena fanno di questo thriller un libro avvincente dalla prima all’ultima pagina. Anche sotto pseudonimo, Michael Crichton si è impegnato tantissimo, quando nel 1969 ha scritto questo romanzo, che poi ha sepolto nel cassetto. Scritto proprio durante gli anni dell’università di medicina ad Harvard, sicuramente Crichton si è immedesimato molto nell’avventura del suo personaggio Peter Ross. Per fortuna, questa spy story, dalla trama fulminante, ha visto la luce per la gioia dei suoi lettori che lo amano anche con lo pseudonimo di John Lange.
“Il secondo teorema di Gödel stabilisce che certe prove non possono essere dimostrate. Gödel ha ragione ovviamente. È questo il problema” alla luce di cospirazioni per il controllo del mondo ed enigmi insolubili, ingredienti primari di questo interessantissimo bestseller postumo.
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Jurassic Park