Narrativa straniera Avventura Ventimila leghe sotto i mari
 

Ventimila leghe sotto i mari Ventimila leghe sotto i mari

Ventimila leghe sotto i mari

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Alla fregata americana Abramo Lincoln è affidato un compito impegnativo, quello di intercettare e catturare l'essere mostruoso che va compiendo singolari quanto misteriose imprese nei mari di mezzo mondo. I tre protagonisti della spedizione - uno scienziato, il suo servo e un fiociniere - avranno presto modo di constatare come il gigantesco pesce di cui si sono posti alla caccia altro non sia che un avveniristico sommergibile, il Nautilus, guidato da un singolare capitano, Nemo. Questa scoperta sarà l'inizio di una serie di mirabolanti avventure.



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Ventimila leghe sotto i mari 2016-12-29 08:27:34 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    29 Dicembre, 2016
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Nel blu dipinto di blu

Era il 1870 quando Jules Verne narro’ le imprese di un temutissimo e misterioso mostro marino dalla corazza inattaccabile, dalla velocita’ inenarrabile, dalla natura inclassificabile. Eppure i danni inferti agli sfortunati galeoni che ne subirono le ire erano tanto immani quanto tangibili.
Ecco allora comparire i primi personaggi che ci accompagneranno per ventimila leghe, rigorosamente sotto i mari. Sono il professore Aronnax, celebre scienziato naturalista ; il fedele assistente Consiglio e Ned Land , fiociniere di gran fama. Salvati dal naufragio, si ritroveranno prigionieri.
Le avventure a bordo del Nautilus sono ancora oggi avvincenti, ai tempi della pubblicazione immagino dovettero apparire strabilianti. Il mondo sommerso era per la maggiore sconosciuto, le vicende sottomarine abbracciavano l’onda della fantascienza.
Accattivante il misterioso e carismatico capitano Nemo, perfettamente ritratto e sottilmente definito nel profilo psicologico dalla destrezza dell'autore. Immerso nelle acque chete della sua calma apparente e della sua sapienza rassicurante, ma in netto contrasto col tumultuoso rancore verso l'umanita', lascia l’amaro in bocca quel suo inventore che ci tiene sulle spine e lì ci lascia.
La lettura scorre piacevolmente, a tratti rallentata da lunghi elenchi di nomi scientifici che se inizialmente concorrono all’allestimento scenografico poi tendono ad appesantire l’opera.

Un bel classico d’avventura, buona lettura.

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Ventimila leghe sotto i mari 2016-05-27 22:21:36 aislinoreilly
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aislinoreilly Opinione inserita da aislinoreilly    28 Mag, 2016
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Può capitare di non apprezzare i grandi classici..

Questa volta, mi sono concessa a Verne, scrittore francese conosciuto per essere il padre della moderna fantascienza, nonché scrittore di romanzi scientifici e per ragazzi. Egli nacque a Nantes nel 1828 e morì nel 1905 ad Amiens dopo aver passato una vita “movimentata” fin da piccolo: ad 11 fuggì di casa imbarcandosi su una nave diretta nelle Indie per regalare una collana di coralli a sua cugina di cui era follemente innamorato. Un bambino dalle idee chiare, direi. Con una padre magistrato, il giovane Verne si dovette dedicare agli studi di giurisprudenza, nonostante il suo interesse per la poesia, la filosofia e la letteratura in generale, fosse molto spiccato. Studiò a Parigi, dove ebbe modo di frequentare circoli letterari (dove conobbe Dumas Junior) e la Biblioteca Nazione. Vivendo una vita divisa tra teatro, scrittura e le leggi, nel 1850 abbandonò la carriera giuridica definitivamente, per dedicarsi alla letteratura. Purtroppo il successo non venne fin da subito, ma ebbe la fortuna di firmare un contratto di 20 anni con l’editore Pierre-Jules Hetzel, riuscendo ad abbandonare l’impiego di agente di cambio per dedicarsi completamente alla produzione letteraria. Il romanzo letto da me, in questi mesi, nacque nel 1870, periodo in cui Verne si dedicò al mare, se così si può dire. Infatti, scrisse questo e “Una città galleggiante” durante il suo viaggio con il fratello Paul, sul piroscafo Great Eastern, la nave più grande del mondo.

Ecco qui una breve trama del romanzo “Ventimila leghe sotto i mari”: tutta la vicenda si svolge in mare, raccontata in prima persona da dal Professor Pierre Arronax, un celebre naturalista parigino. Egli viene chiamato a prendere parte ad una spedizione per svelare quale animale mastodontico potesse esserci dietro l’affondamento di una nave, un essere gigantesco, secondo i vari avvistamenti. Le supposizioni erano molte, il professore stesso, pensava che fosse un narvalo dalle notevoli dimensioni, con un corno perforante e dalla velocità estrema. Parte con il suo fedele cameriere, Conseil e, sulla nave “Abraham Lincoln”, conosce il fiociniere canadese, Ned Land. Passerà molto tempo in navigazione prima di imbattersi nel “mostro” famigerato, scoprendo poi essere un sottomarino all’avanguardia (il Nautilius). I nostri tre protagonisti lo scopriranno a loro malgrado: una volta finiti in mare dopo il conflitto tra il Nautilius e la loro nave, verranno presi come ostaggi dal comandante del sottomarino, dopo aver però nuotato fino allo stremo delle forze. Nel loro viaggio sottomarino, in compagnia del Capitano Nemo e dello strano equipaggio di bordo, faranno incredibili scoperte, rischieranno la vita e condurranno un’esistenza al limite delle leggi della natura, lontano dalla terraferma.

Trama probabilmente scritta male e fin troppo breve, ma non volevo dilungarmi troppo. Che dire, complessivamente sono rimasta delusa da questo libro, pur riconoscendogli una certa importanza letteraria. Sono rimasta delusa perché sono veramente milioni ed interminabili le parti in cui Verne si dilunga nel nominare tutte le cose che vengono viste dal professore, usando la nomenclatura scientifica. Un po’ va bene, ma dopo un centinaio di pagine, non se ne può più. Si vede che c’è della passione in ciò che è stato scritto, si vede che c’è molto dello scrittore stesso, ma è lento, scorre bene solo verso la fine, ma senza esagerare. Mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, ognuno aveva il suo bel caratterino, il suo spessore psicologico ed una coerenza dall’inizio alla fine. Senza dubbio, la tematica è tutt’ora affascinante, l’idea di visitare le profondità marine e di vivere isolati dal mondo, è senza dubbio intrigante e dubito che nessuno abbia desiderato, almeno una volta, di trovarsi lontano da tutti. In questo, mi sono immedesimata molto in Arronax, perché comunque ha sempre trovato l’aspetto positivo anche quando la situazione si stava facendo pesante, inoltre è un eremita “moderato”. Stare da soli piace a tutti, chi più, chi meno, ma ci vuole sempre del contatto con l’esterno e con il mondo che ci circonda. Non fosse stato per la pesantezza di questo romanzo, non avrei faticato a valutarlo meglio. Purtroppo è stata dura finirlo, è lungo e lento, sicuramente ne è complice il fatto di essere ambientato in due location per la maggior parte del tempo, il Nautilius ed il mare. Per il resto, se è stato definito come “uno dei libri di maggior successo di Verne”, un motivo ci sarà, forse non l’ho letto con il giusto spirito o con la giusta prospettiva. Non lo consiglio comunque, devo essere coerente con ciò che penso, per chi lo vorrà leggere però, auguro buona fortuna!

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Ventimila leghe sotto i mari 2015-08-23 12:00:54 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    23 Agosto, 2015
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Un regno sommerso e ingovernabile

Con "Ventimila leghe sotto i mari" mi sono imbarcato nel terzo dei meravigliosi viaggi che Jules Verne ha creato con la sua fantastica penna. Dico fantastica e ci aggiungo unica, perché nessuno è né sarà mai come lui, in uno stile semplice e scorrevole al punto da far credere di essere uno scrittore per ragazzi, un'etichetta che molti gli hanno affibbiato per lungo tempo e ingiustamente. Quale errore.
Certo, forse in certi casi in questo classico lo scrittore si dilunga precisazioni geografiche e descrizioni magari troppo dettagliate dei pazzeschi fondali marini, della loro flora e fauna, ma che viaggio di ventimila leghe sotto i mari sarebbe stato in assenza di questi elementi?
Verne ha solo dimostrato la sua preparazione e il suo valore, e sono certo che lettore che ha conoscenza degli argomenti trattati nel libro avrà apprezzato oltremodo le sue digressioni.

Cosa sarà quell'enorme creatura che solca i mari a velocità incredibili? Una balena? Un mollusco gigante? Sono queste le domande che il mondo si pone alla fugace vista di quella meravigliosa creazione ingegneristica che è il sottomarino Nautilus, progettato, costruito e capitanato da quel tormentato genio che il capitano Nemo. Egli non trova più spazio per sé in un mondo dispotico che l'ho tradito, che non gli ha lasciato nulla e del quale non ha nostalgia, ma per il quale prova un profondo rancore. Egli ha trovato un meraviglioso rifugio sotto gli immensi abissi, dei quali non ha paura, nei quali vuole stendere il proprio personale e incontrastato dominio. Il Nautilus è il suo trono, e il suo regno quell'infinito abisso che noi non possiamo far altro che guardare in superficie. Ma per quanto grande questo uomo e il suo Nautilus possano essere, per quanto abbiano potuto riscoprire continenti perduti; giungere ai Poli e in altri luoghi nei quali nessuno era mai giunto prima; per quanto abbiano potuto arricchirsi dei tesori ghermiti dagli abissi marini, sono essi abbastanza potenti da poter rivendicare la supremazia incontrastata su quell'immenso mare? Sono furbi abbastanza da poter per sempre sfuggire anche alla sua furia? Al lettore l'ardua sentenza.

"Il mare e il vasto serbatoio della natura. È col mare che il globo ha per così dire cominciato a vivere, e chissà se non finirà con lui! Qui è la tranquillità suprema. Il mare non appartiene despoti. Alla sua superficie questi possono ancora esercitare dei diritti iniqui, battersi, divorarsi, trasportarvi tutti gli orrori terrestri. Ma a trenta piedi sotto il suo livello il loro potere cessa, la loro influenza si spegne, la loro potenza sparisce. Ah, signore, vivete, vivete in seno al mare! Soltanto qui è l'indipendenza. Qui non riconosco padroni! Qui sono libero."

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Jules Verne.
Bioshock: Rapture.
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Ventimila leghe sotto i mari 2015-01-20 15:26:22 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    20 Gennaio, 2015
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Le avventure di una volta

Jules Verne è un esperto di romanzi di avventura.

"Ventimila leghe sotto i mari" mi ha fatto ricordare i mirabilia di una volta. Questo libro è un piccolo "scrigno" (493 pagine) che pagina dopo pagina ti lascia meravigliato e con la voglia di partire.

Il romanzo inizia quando la nave Abraham Lincoln si trova a dover partire alla ricerca di un "mostro marino" che ha danneggiato diverse navi.
Dopo l'incontro/scontro con il misterioso animale, tre uomini finiscono in mare e vengono "presi" dal Nautilus.

I personaggi sono pochi e molto diversi.

Fra i tre "naufraghi" troviamo: il professor Pierre Aronnax, naturalista francese; il suo fedele domestico Conseil, ossessionato dalla classificazione degli animali e l'inarrestabile Ned Land, fiociniere di professione.

I tre, come dicevo, si ritrovano nel Nautilus, un sottomarino super tecnologico, con a capo il misterioso Capitano Nemo ed il suo equipaggio. Il Capitano è una figura enigmatica che rende questa avventura più interessante.

Dimenticavo: " chi entra nel Nautilus, non deve più lasciarlo".

L'avventura dei tre prende una piega molto imprevista.

Ho avuto la fortuna di leggere la versione illustrata dal bielorusso Vitaliy Shushko che con la sua interpretazione ha aiutato la mia fantasia.

E' un libro di metà Ottocento; si percepisce la passione della scrittura per Verne che ha cercato di rendere il romanzo più reale possibile utilizzando dati e descrizioni molto dettagliate.

Questa è una frase che mi ha molto colpito:
"Signore, che cos'è una perla - caro Ned - risposi - per il poeta la perla è una lacrima del mare. Per gli orientali è una goccia di rugiada solidificata; per le signore un gioiello di forma oblunga e dalla lucentezza ialina, di una materia madreperlacea, che portano al dito, al collo o all'orecchio. Per il chimico è un miscuglio di fosfato e di carbonato di calcio con un pò di gelatina. Infine per i naturalisti è solo una secrezione morbosa dell'organo che, in particolari bivalve, produce la madreperla."

Quanti significati può avere una sola parola.
Non è un'avventura alla Salgari, ma lo consiglio comunque, non ve ne pentirete.

Buona lettura!

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Il giro del mondo in ottanta giorni
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Ventimila leghe sotto i mari 2014-01-18 12:40:14 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    18 Gennaio, 2014
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Il misterioso capitano Nemo

Nelle mie rilettura di romanzi che mi avevano appassionato da ragazzo non poteva mancare Ventimila leghe sotto i mari, una delle opere più riuscite di Jules Verne, scrittore francese piuttosto fecondo.
Dico subito che il mio giudizio è rimasto inalterato: è un gran libro.
Se molti anni fa non mi ero posto il problema di ricercare i motivi per cui mi era piaciuto tanto, ora invece ho sentito la necessità di comprendere il perché di tanta soddisfazione.
La vicenda inizia nel 1866, allorché un mostro imprecisato affonda o fa scomparire navi, ingenerando un vero e proprio terrore fra i marinai. Si organizza così una spedizione per cercare di far luce sul mistero, ma anche la nave incaricata allo scopo, del cui equipaggio fanno parte il professor Pierre Aronnax e il suo servo Consiglio, finirà per soccombere. Pur tuttavia i marinai e i passeggeri non diventeranno dei naufraghi, ma verranno ospitati a bordo del mostro, che si rivela essere un sottomarino, il cui capitano si chiama Nemo. Lì avranno modo di scoprire le straordinarie bellezze dei mari, nelle loro profondità, un mondo vietato a tutti gli altri, fatta eccezione per il comandante del Nautilus (questo è il nome della nave), che ha eletto a sua dimora l’oceano.
Non vado oltre, al fine di non togliere il piacere a chi volesse leggerlo per la prima volta.
E’ evidente che la trama, per quanto fantasiosa - ma anche legata a una tecnologia che allora era agli albori (i primi episodi di guerra sottomarina, condotta con rudimentali battelli mossi a forza di braccia, si ebbero nel corso della Guerra di Secessione americana) - è tale da avvincere il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Il romanzo, tuttavia, oltre che a stupire per una fantasia profusa a piene mani, presenta altri elementi di interesse. In particolare il comandante, il capitano Nemo, è un genio, ma anche un essere misterioso. Costui è un personaggio ombroso, spesso chiuso in se stesso, un essere in cui generosità e odio si accompagnano in egual misura. Se da un lato si presenta assetato di conoscenza, dall’altro è animato da un livore profondo che lo spinge a cercare una vendetta per un torto subito dagli inglesi che gli hanno tolto tutto, la patria, l’amore e i figli. E’ insofferente alle regole scritte di un mondo di cui ritiene di non far più parte, perché ora la sua patria sono i mari, in cui correre libero. A voler ben guardare il profilo del capitano Neno ricorda un po’ quello classico dell’anarchico e probabilmente anarchico lo è, considerato che non si ritiene più parte di un genere umano asservito ai potenti, ma per rimanere tale ora è lui che deve dimostrare di essere altrettanto potente, anzi addirittura di più.
Il romanzo ha un suo ritmo, una sua tensione costante, grazie allo stile dell’autore, sempre agile, anche se talvolta un po’ appesantito dalle descrizioni naturalistiche. L’ambientazione é da plauso, così come i dialoghi, mai grevi, snelli, e altrettanto riuscita è l’atmosfera, opprimente, grigia, tesa come un elastico tirato al massimo.
Non è che gli altri personaggi siano solo abbozzati, perché anzi son ben delineati, ma lui, il capitano Nemo, con la sua contrastante personalità occupa di fatto la scena e la sua presenza aleggia anche quando non sembra presente.
L’abilità di Verne appare quasi incredibile, tanto più che si parla di un autore del XIX secolo, un’epoca in cui di romanzi strutturati in modo completo e armonico non ce ne sono stati molti.
E così, rapiti dalla lettura, si arriva all’ultima pagina senza accorgersi del trascorrere del tempo, appagati, ma anche desiderosi di un seguito, che ci sarà con L’isola misteriosa, un altro bel romanzo, ma non riuscito così bene come questo, che consiglio vivamente.

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Ventimila leghe sotto i mari 2013-12-01 06:53:35 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    01 Dicembre, 2013
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Il fascino discreto della fantascienza vintage

Premetto che non sono un appassionato di fantascienza.
Anzi, i romanzi Sci-Fi, con tutti loro tecnicismi a volte spericolati e roboanti, generalmente non incontrano il mio gusto.
Ma un’eccezione la devo fare: Jules Verne, il Nautilus, il capitano Nemo… Cercherò di spiegare perché per loro devo fare un’importante eccezione.

LA VICENDA

Un mostro viene avvistato in mare aperto: è “una cosa enorme, di forma affusolata, talvolta fosforescente, più grande e più veloce di qualsiasi balena”.
Il potere costituito e l’ansia di dominio dell’uomo civilizzato entrano subito in azione. Ingaggiando un uomo di scienza: “Quell’anno io, professor Pierre Aronnax, mi trovavo negli Stati Uniti allo scopo di raccogliere materiale per il Museo di Storia Naturale di Parigi”.
Viene allestita una spedizione per la caccia al mostro: “Se volete unirvi alla spedizione dell’Abraham Lincoln, il governo degli Stati uniti avrà piacere che la Francia sia da voi rappresentata in questa impresa”.
Dell’equipaggio fanno parte “Conseil, il mio fedele domestico” e il fiociniere canadese Ned Land.
La Lincoln incrocia il mostro nelle acque del mar del Giappone ed è subito scontro: “E quando scoprii che il suo dorso era fatto di piastre di metallo fissate da bulloni, capii che l’animale misterioso, il mostro, era stato costruito dall’uomo”. Il professore, il suo domestico e il fiociniere vengono catturati e fatti prigionieri a bordo del Nautilus, un sottomarino che incarna le fantasie tecnologiche dell’epoca e che oggi ci appaiono straordinarie intuizioni. Il sorprendente batiscafo è comandato da…

… IL CAPITANO NEMO, EROE ROMANTICO

Nemo così si materializza di fronte ai suoi prigionieri: “La testa dritta sulle spalle e lo sguardo freddo dei suoi occhi neri rivelavano una grande sicurezza di sé.”
Indossa “abiti di un tessuto che non avevo mai visto e che aderiva al corpo”.
Ha una sua filosofia di vita (“In superficie gli uomini possono combattersi e distruggersi a vicenda, ma negli abissi il potere degli uomini non esiste più”) che ben presto Aronnax comprende: “Capisco la vita del capitano Nemo. Si è fatto un mondo a parte, un mondo unico, solo per sé”.
Il capitano Nemo è un eroe romantico (“e io sarò sempre, finché vivrò, un difensore degli oppressi”), una specie di Robin Hood delle profondità marine (“Io raccolgo quello che gli uomini hanno perduto”). Suona l’organo (“Era il capitano Nemo che suonava con molto sentimento, ma solo di notte e al buio, mentre il sottomarino dormiva, cullato dall’oceano”) e ha alle spalle una storia di sofferenza (“Io rappresento la giustizia e là c’è l’oppressore! A causa sua ho perso tutto ciò che amavo: patria, moglie, figli, padre e madre”). Coniuga senso della giustizia e spirito d’avventura (conquista il Polo Sud, il 21 marzo 1868), ma su un punto è irremovibile: “Chi entra nel Nautilus non deve più lasciarlo”.

UN VIAGGIO INCREDIBILE

Procede dal Giappone a Ceylon, continua attraverso un immaginario tunnel sotto quello che diverrà il canale di Suez, passa per il Mediterraneo, raggiunge le meraviglie sommerse di Atlantide, conquista l’Antartide, doppia capo Horn, sfida le gigantesche piovre del mar dei Sargassi per finire nel vortice del terribile gorgo del Maelström, già descritto da Poe…

Come non fare un’eccezione per un’avventura profonda come i fondali oceanici? Come non consigliare questo sogno ad occhi aperti come riflessione di fronte agli effetti scenografici rutilanti e pretenziosi di certa fantascienza contemporanea?

Bruno Elpis

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... romanzi di fantascienza.
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Ventimila leghe sotto i mari 2012-06-28 09:09:09 Yoshi
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Yoshi Opinione inserita da Yoshi    28 Giugno, 2012
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misterioso viaggio

La figura del Capitano Nemo e del suo Nautilus mi hanno stregato dall'inizio alla fine.
Sarà che adoro il mare e le sue profondità oscure e misteriose, ma questo libro mi ha fatto innamorare sempre di più di questa magnificenza terrestre.
Anche qui troviamo le vicende di un professore che viene chiamato per aiutare gli uomini di mare a trovare un mostro marino che ha creato scompiglio nella marina e nei trasporti.
Dopo mesi di navigazione scopriranno che Il Nautilus è quel mostro marino di cui tutti hanno paura ed il Professore Aronnax, il suo servo e un fiociniere, vengono catturati dal Capitano Nemo dando inizio all'avventura meravigliosa attraverso i mari.
Inizialmente verrannno tenuti prigionieri ma poi, col passare dei giorni il capitano Nemo deciderà che i prigionieri dovranno diventare per sempre parte dell'equipaggioe iniziandoli così al Nautilus.
Nemo, questo personaggio misterioro, a volte iroso e burbero ma molto sapiente, trarrà dal mare tutto ciò che gli servirà per vivere e studiare e sarà suo piacere mostrarci come.
Anche perchè, cosa c'è di meglio che studiare sul campo? Nulla.
Ed ecco qui che la meravigliosa vita del mare verrà avvicinata con le loro passeggiate marine camminando sulla sabbia dei fondali come camminassero sulla terra, scopriremo relitti di navi con tesori per poter barattare sulla terra con beni di prima necessità, specie marine mai viste e di colori strabilianti con la loro vita e la loro routine.
Anche qui troviamo molte parole difficili, definizioni latine da cercare in internet per capire il significato.
Tutto dipende dalla curiosità e dalla pazienza del lettore.
Nemo ci spiegherà la vita del Nautilus con l'amore e il rispetto per il mare da cui trae tutto ciò che gli serve per vivere ed evitare di andare a terra il meno possibile perchè, essendo un personaggio misterioso, anche lui ha qualcosa da nascondere.
Per il professore sarà fantastico vivere nel Nautilus ma a lungo andare questo diventerà una sofferenza per il fiociniere e il suo aiutante che faranno di tutto per escogitare una fuga.
Ce la faranno??????
Trovo che questo libro sia un meraviglioso viaggio attraverso i fondali marini di tutti i mari e tutte le spiecie marine in cui avranno la fortuna di incappare e che potranno osservare attraverso un enorme vetrata nella biblioteca del Nautilus.
Troviamo la magia e il mistero che nasconde tutt'ora il mare ed è proprio questo che funge da carburante di questo meraviglioso viaggio.
Ha suscutato la mia curiosità e stimolato la mia fantasia tanto che lo rileggerei volentieri anche domani.

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