Salto nel buio
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Inaspettatamente il migliore
Un Cussler ancora giovane ma già affermato scrive questo libro con uno stile solido e concreto senza ancora concedersi a quei cliché che nei romanzi sucessivi l’hanno reso famoso e che nei romanzi più recenti hanno il sentore di banale ripetizione.
E' superfluo specificare che da questo genere di narrativa tutta “effetti speciali” non ci si deve mai aspettare troppo, tuttavia il libro pur rientrando completamente in questo ambito, in parte ne trascende anche i canoni: la trama qua non è asservita al ritmo, l’ambientazione non è un obbligo nei confronti dell’autenticità della vicenda, ma l’esatto contrario.
In questo romanzo è l'atmosfera l’elemento principale: la notte, l'assenza di luce, il buio del titolo (“Night” nella versione originale), che può essere inteso come l'oscurità del profondo lago attorno al quale si svolge parte della vicenda, ma anche l'oscurità di un periodo storico, quello della guerra fredda, o quello delle lunghe ombre che avvolgono le coscienze degli uomini allorché avvertono sulle loro spalle il peso di sfilacciati equilibri internazionali e la precarietà della loro condizione di singoli esseri umani sull'orlo del baratro di un terzo conflitto mondiale. Questo è quell'elemento principale, l'elemento che rende l'opera differente, meno lineare delle altre forse, meno avvincente delle successive, ma sicuramente più intima, personale, profonda; questo è quell'elemento particolare e costante che avverte il lettore lungo tutto il romanzo. Ed è sempre grazie a questo che qui si ammira il maggior sviluppo dei personaggi di tutta bibliografia Cussleriana, il cui loro immancabile eroismo per una volta non è un attributo tanto congenito quanto fine a se stesso (l'eroe è tale poichè così richiede la storia), ma un più razionale, disincantato, freddo aspetto del carattere di un essere umano.
Certo da Dirk Pitt ci si aspetta sempre lo sprezzo del pericolo e il brillante dinamismo dell'eroe senza macchia, tuttavia qui, pur non deludendo il lettore, non ha più la disposizione d'animo dell'essere umano perfetto, ma il cinismo di chi è consapevole dell’inutilità dei suoi sforzi, e le sue gesta non sono tanto dettate da una topolinesca o supemaniana dedizione al dovere, al giusto, ma dal bisogno di sentirsi protagonista del rischio, dal romantico istinto di essere il primo a correre sull’orlo del precipizio quando tutto il mondo sembra stia marciando inesorabile verso l'autodistruzione.
Seppur sempre entro certi limiti imposti dal mercato qui dunque non si è di fronte al solito Cussler, la storia che racconta infatti non è particolarmente avvincente, il ritmo non è particolarmente serrato, anzi, storpiando il gergo musicale, il ritmo qui potrebbe essere quello di un "adagio meditato" o "incerto", con sporadici passaggi di "andante con brio", che come è giusto che sia si fanno via via più frequenti verso la conclusione. E il finale, senza svelare nulla, non è la banale e pirotecnica summa di quanto avvenuto nelle precedenti pagine, ma l'adeguata conclusione di un' opera forse minore, ma di sicuro unica nel suo genere. Poichè se l'eroe con quella sua sorprendente e forse involontaria introspezione si fa inaspettatamente emblema dell'uomo normale, il finale con il suo sofferto romanticismo, che contiene un messaggio di intrinseca speranza nell'incertezza del momento, una sorta di epitaffio della routine contrapposto al canto dell'autodistruzione, conferisce a Salto nel Buio il titolo di irriconosciuto emblema del mood sociale di un'epoca, di disincantata esegesi di un periodo storico.
Queste le sensazioni che permangono ad anni dalla lettura del romanzo; queste e lo stile dell'autore che non riuscirà più ad eguagliarsi, per abilità narrative, neanche nei suoi successivi e più celebri lavori.
Salto nel buio in conclusione è un libro cupo, a tratti malinconico e lento, tuttavia è anche intrigante, sorprendente e fresco, come l’ inattesa ventata nella piatta calura di un genere letterario già allora troppo ricco di autori di belle speranze e false promesse, come la solitaria e oscura ombra su un già allora troppo infuocato viale dell' intrattenimento di massa.
Del resto se anche a detta dell'autore stesso è il romanzo che gli è riuscito meglio ci sarà un motivo no?