Protocollo Cremlino
Editore
Marek Halter, nato in Polonia nel 1936, a cinque anni lascia con la famiglia il ghetto di Varsavia per andare a vivere in Russia. Nel 1950 arriva in Francia. Artista poliedrico, oltre ad aver firmato una ventina di libri di successo dedicati all’epopea del popolo ebraico, è anche pittore e regista cinematografico. È tra i fondatori del movimento SOS Racisme, che si batte per promuovere la pace in Medioriente. Intellettuale di fama internazionale, Halter collabora regolarmente con alcune delle più prestigiose testate giornalistiche del mondo, incluse le più importanti in Italia. Tra i suoi libri ricordiamo: Perché sono ebreo, Intrigo a Gerusalemme e La regina di Saba e, pubblicati dalla Newton Compton, Il cabalista di Praga e Protocollo Cremlino.
Recensione della Redazione QLibri
SCAPPANDO DA STALIN......
Libro che “cuce” una vicenda di fantasia, in un contesto storico ben preciso, affiancando a personaggi inventati, persone e fatti realmente vissute ed accaduti. L’intreccio tra la storia russa e americana a cavallo della seconda guerra mondiale, ben si sposa con parti di fantasia.
L’autore è ebreo, nato in Polonia, si trasferisce per qualche anno in Russia, per poi stabilirsi definitivamente in Francia negli anni ’50; è un’intellettuale di fama internazionale, che ha dedicato molto allo studio e alla scrittura inerente alle vicissitudini del popolo ebreo.
La vicenda si snoda su due piani temporali differenti.
Inizialmente il lettore si trova a Washington nel 1950, più precisamente, ad assistere alla 147sima udienza della Commissione per le attività anti-americane, nella quale Maria Apron, insegnante di recitazione c/o l’Actors Studio di New York, viene accusata di essere una spia comunista, in possesso di un documento di identità falso, appartenuto ad un agente dell’ Office of Strategic Service ( Organo di raccolta informazioni sulle attività di spionaggio dell’URSS dal 1947),infiltrato a Mosca, di cui non si hanno più notizie, dopo l’ultimo contatto avvenuto nell’estate del 1944, rispondente al nome di Michael David Apron.
In quegli anni in America, imperversava una vera a propria caccia alle streghe, queste ultime erano impersonate dai comunisti. Il buon americano per essere tale, doveva anche essere un vero anti-comunista, ed ecco che anche tra nomi noti di Hollywood si era venuta a creare una vera e propria “lista nera”.
Il nome della persona che veniva vergato sopra tale lista, poteva dimenticarsi di lavorare e doveva fuggire con tutta la famiglia.
Ma torniamo alla storia. Chi è Maria Apron? Una donna bella ed affascinante, molto forte ed intelligente, con due occhi blu molto espressivi, brava attrice indubbiamente. Durante l’interrogatorio comincia a raccontare la propria storia, ecco l’alternanza temporale di cui accennavo precedentemente.
Maria inizia la narrazione dal lontano 1932, quando si è ritrovata costretta a fuggire, dopo aver passato una serata di festa nella lussuosa residenza di Stalin, a cui è seguita una nottata tra le braccia del dittatore.
All’udienza viene autorizzato ad assistere il giornalista Allen Koenigsman, i suoi dubbi, i suoi interrogativi, sono anche i nostri. Chi è in realtà Maria Apron? Le vicende che narra sono reali?
Dalle prime battute il lettore si ritrova coinvolto a pieno titolo nella storia. Il desiderio è sapere cosa ha da raccontare Maria, cosa può dire per convincere la Commissione della propria innocenza.
E così, si attraversano eventi storici realmente accaduti in modo naturale e fluido, lo stile di scrittura è chiaro, articolato, ma nello stesso tempo comprensibile. Risulta estremamente agevole per il lettore, seguire i cambi temporali, il sovrapporsi di personaggi e luoghi, che ripercorre la stessa Maria narrando la propria vicenda. Si potrà così vivere tra tanti orrori della guerra anche una dolce e grande storia d’amore.
354 pagine che si leggono in un soffio. Interessantissimo trovare in Appendice alcune pagine riassuntive che dettagliano “personaggi e fatti reali” presenti nella storia, con una breve descrizione, oltre ad uno schema altrettanto dettagliato relativo a “riferimenti storici e culturali”.
Insomma, Halter si premura di dare al lettore non particolarmente ferrato sulle vicende storiche menzionate, una sorta di bussola, che permetta di orientarsi tra le pagine in modo più che buono.
Ringrazio la Redazione che mi ha permesso di leggere questo libro.
Inoltre, ho avuto la possibilità di rivalutare la Casa Editrice Newton Compton, della quale,i romanzi letti in precedenza mi avevano parecchio deluso.