Micro
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Opinioni inserite: 5
Un' operazione commerciale e poco altro
Un libro ridondante impregnato di una nostalgica, ma anche banale, fantascienza anni '80 e arrangiato con uno stile talmente piatto da tendere alla schematicitá; un romanzo dalla trama lineare e scarna che ci si illude di poter leggere esclusivamente presagendo l'inevitabile, quasi periodico, susseguirsi dei colpi di scena, ma che in realtà si porta a termine solo rifacendosi costantemente a quella sorta di legacy, tradizione, obbligo ed affetto, che lettori ed estimatori avvertono nei confronti di un autore che era dotato di fervidissima immaginazione, ma che in Mycro, come non mai, tradisce le aspettative.
Quella di Crichton è narrativa di svago, d'accordo, del resto quale non la é?, ma qui, nell'ultima e probabilmente sua finale fatica, (con certi autori non si puó mai dire e tale è la sete di denaro che non li si lascia in pace neanche dopo la loro dipartita) in questa, terminata grazie all'aiuto di un collega, c'è davvero troppo poco e persino la documentazione scientifca, l'accurato lavoro di ricerca aprioristico alla stesura della storia, che a ben vedere era uno dei suoi punti di forza, viene meno, confidando piú sul sensazionalismo che sul realismo, più sugli effetti speciali che su quella autenticitá appena oltre il possibile che rimanda a un crepuscolare domani e che tanto lo ha fatto apprezzare dai lettori di tutto il mondo. Si per caritá qualche idea c'è, qualche intessante spunto a ben cercare lo si trova, ma viene sistematicamente messo in secondo piano, se non addirittura sommerso dall'inutile ridondanza di una trama che null'altro è se non un macabro countdown dei suoi principali attori, che, sempre in onore di quella giá citata banale ripetitivitá, vengono di volta in volta abbattuti attraverso stratagemmi che perfino un entomologo incallito non esitebbe a definire eccessivi e troppo sbilanciati verso una sorta di autocompiaciuto ribrezzo: se non è una formica è un ragno, se non un ragno una vespa o un millepiedi ma tutti prima o poi fanno i conti con qualche improbabile schifosa bestiaccia e tutti inesorabilmente hanno la peggio. E il pathos dei protagonisti che lottano per la loro sopravvivenza si trasforma in involontaria comicitá, e il giusto finale ad effetto si trasforma in ovvietà e quelle che potrebbero essere le ultime parole con cui ci lascia un autore che ha contribuito a plasmare l'immaginario di una intera generazione di lettori si trasformano nell'ennesima operazione commerciale. Un operazione che qui come non mai ha l'aspetto dell'accanimento terapeutico.
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Quando le formiche terrorizzano più dei T.Tex
In "Micro" c'è tutto Crichton, sembra quasi un collage delel sue migliori opere, senza pre questo essere banale. Fino dalle prime battute del libro ci si sente coinvolti dalle medesime emozioni e atmosfere di "Congo", Jurassic Park", "Timeline" o "Preda". L'autore o, meglio, gli autori (Crichton, purtroppo è riuscito a scrivere solo un terzo della storia), sono abilissimi a toccare le corde più sensibili del lettore, in particolare quelle del terror-panico per tutto ciò che è ci sconosciuto o alieno. L'idea, in sè, non è originalissima, perchè ci sono decine di romanzi (per tutte le età) che si divertono a sbattere gli umani in un universo al microscopio, costringendoli ad affrontare la crudele lotta della sopravvivenza in un ambiente privo di ogni pietà, come quello degli insetti. Ugualmente non originale l'atmosfera di "stato d'assedio" che si prova, immedesimandosi nei personaggi principali. Tuttavia il libro nel suo complesso è godibilissimo: è davvero difficile staccare gli occhi dalle pagine; trascinati dalla trama si cerca di giungere alla parola fine per scrollarsi di dosso l'ansia che ti trasmette la narrazione. Resta solo un dubbio: forse Preston ha fatto deviare la storia dai binari che si era dato l'autore originale. In una sorta di catastrofismo nichilista vengono via via sacrificati sull'altare della tensione narrativa i personaggi a cui il lettore si va affezionando. Crichton avrebbe forse salvato qualche carattere positivo in più, magari rinunciando a qualche colpo di scena. Nonostante ciò è uno dei migliori romanzi usciti dalla sua fantasia.
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Micro come i cervelli dei cattivi.
La trama prende il via in modo molto banale e un po' "forzatamente". Mi spiego: questa Nanigen ci viene rappresentata come all'avanguardia ma non vengono spese parole per illustrare il suo funzionamento e la sua struttura interna. Ma soprattutto non mi capacito di una cosa: quando si è raggiunto un livello altissimo di tecnologia si cerca di uccidere l'inventore della macchina tensoriale e non c'è traccia di qualche altro collega che possa prendere le sue veci, nessun altro scienziato o professore ma soltanto scagnozzi (immancabili ex marines..) insomma possibile che questo professore abbia fatto tutto da solo? Poi il capo, Vin Drake, quando la tecnologia sembra ormai già utilizzabile sull'uomo, non trova niente di meglio da fare che convocare "a caso" degli studenti universitari a cui rivelare i progetti fatti e mandare quindi tutto a monte; pensando bene di compiere un omicidio dopo l'altro (di persone tra l'altro legale alla Nanigen) senza immaginare che qualcosa a galla sarebbe dovuto pur venire. Mi sembra strano come un idiota simile sia potuto salire a capo di questa azienda altamente tecnologica. Una scoperta così rivoluzionerebbe il mondo e viene gestita in modo così banale! Detto questo rimane l'ottima trama avventurosa per un puro intrattenimento che ti tiene incollato alla storia, finendo per continuare a leggere per "sapere come va a finire". Mi è piaciuto il colpo di scena della morte di colui che sembrava il protagonista e rimane per tutto il libro la senzazione che nella storia tutto può succedere senza la possibilità di ipotizzare un finale scontato. Bello però il lieto fine dei personaggi più riusciti. Niente a che vedere con "Sfera" che rimane il mio preferito ma comunque un buon intrattenimento.
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Nel micromondo
È stato un po’ come ritrovarsi a Jurassic Park, con la sola differenza che lì si guardava al passato (anzi, per essere, precisi alla preistoria), mentre in MICRO si guarda verso un futuro fantascientifico.
Non sapevo della morte di Michael Crichton nel 2008.
Non sapevo che quest’opera, rimasta incompiuta, fosse stata ultimata da Richard Preston.
Non so quanto ampia sia la parte ideata da Crichton e quale sia stata riveduta e completata dal co-autore.
Lo stile di Crichton è comunque inconfondibile, orientato verso una probabile trasposizione cinematografica, costituito da una scrittura fluida e una trama in cui le situazioni horror affiancano sensazionali colpi di scena e suspense ai massimi livelli.
La storia è avvincente, avventurosa, ambientata in un modo inimmaginabile, impensabile, affascinante e misterioso per noi umani. Il fatto che i protagonisti di questo thriller siano tutti esperti scienziati che, quindi, possono spiegare anche al lettore cosa accade in ogni momento, rende interessante e comprensibile la storia nella quale personaggi buoni e cattivi si scontrano per la sopravvivenza, per il potere, esattamente come avviene nel mondo animale e vegetale, senza che noi umani ce ne accorgiamo. Crichton ha deciso di indagare un universo che ci è sconosciuto, il micromondo in cui gli insetti trascorrono la loro esistenza senza avere stati d’animo, ma solo esigenze primarie di sopravvivenza, un micromondo che ci è sconosciuto e cui noi siamo altrettanto indifferenti.
Ho trovato bellissimo questo romanzo che ha come protagonisti anche gli esseri viventi del micromondo, oltre agli essere umani, dove i colpi di scena non si limitano al possibile, ma affondano le radici nella scienza, negli imprevisti e dove nessun personaggio può considerarsi davvero principale ed esente da una morte drammatica e toccante e dove tutto è in costante evoluzione, dalle micro creature alle sfumature dell’indole umana. Un romanzo capace di suscitare grande paura e terrore, ma anche di emozionare.
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Jurassic insect
Sette studenti di dottorato di Cambridge in Massachusetts,Rick Hutter,Karen King,Peter Jansen,Erika Moll,Amar Singh,Jenny Linn e Danny Minot specializzandi in materie come Etnobotanica,Aracnologia,Entomologia,Biochimica etc etc vengono contattati ed ingaggiati dalla
Nanigen Micro Technplogies un'azienda che opera alle Hawaii e produce micro tecnologie.
Vincent Drake, Alyson Bender ed Eric Jansen sono i manager dell'azienda , Eric è anche fratello di Peter, i due fratelli sono legatissimi ed è sconvolgente per Peter dopo pochi giorni dall'avventura allle Hawaii, scoprire che il fratello è rimasto vittima di uno strano incidente, anzi grazie ad un hacker, Peter Jansen viene a conoscenza dei nomi dei due assassini del fratello: Vincent Drake capo della Nanigen, affarista senza scrupoli, spalleggiato dalla bella Alyson Bender si è voluto liberare da un socio,Eric Jansen, diventato ormai scomodo.
Per una serie di circostanze fortuite per il perfido Drake, i sette ragazzi finiscono sotto il Tensore nel laboratiorio e vengono rimpiccioliti, ridotti come degli insetti, vengono abbandonati nella foresta hawaiana.Mentre l'infame Vin Drake è convinto di essersi liberato di ogni possibile testimone dei suoi crimini, i mini uomini cominciano un 'avventura nel micro mondo tentendo di sopravvivere all'attacco di formiche,millepiedi,pipistrelli e tanti terribili insetti per raggiungere il laboratorio dove potranno invertire il processo che li ha resi minuscoli,ma hanno i giorni contati perchè c'è una sindrome, la Mdd, che colpisce gli esseri micro che a lungo andare conduce alla morte. Un romanzo d'avventura e fantascienza che ha ritmo e suspance, pubblicato post mortem è stato "finito" da Richard Preston che ha svolto bene il proprio compito rispettando l'arte del compianto Crichton, se avete amato Jurassic Park questo romanzo non vi deluderà.
A mio modesto parere la debolezza del testo è nel plot che da a noi lettori l'idea che si tratti di un prodotto commerciale costruito a tavolino seguendo gli schemi di Crichton, i buoni che combattono il cattivo scienziato pazzo, un po di splatter qua e là con sfigati sbranati, nozioni pseudoscientifiche e un pizzico di romanticismo
di Luigi De Rosa