La notte del predatore
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Recensione della Redazione QLibri
Paurosamente nella media
Trovarsi a leggere determinati autori genera sempre una sorta di attesa e di influenza positiva, soprattutto quando parliamo di grandi penne come Wilbur Smith. Tuttavia, durante la lettura de "La notte del predatore", andando avanti tra le pagine si fa gradualmente spazio l'idea di avere a che fare con un thriller spaventosamente convenzionale, che è abbastanza carente in molti aspetti in cui il suo autore aveva saputo distinguersi nelle sue precedenti fatiche.
La trama risulta coinvolgente solo in pochissimi e brevi tratti, è priva di suspance e non riesce mai ad intrigare. Sembra la versione romanzata di una serie di fatti di cronaca contemporanea. Da Wilbur ci si aspetta di meglio, e non vorrei che questo fosse solo il primo passo verso un declino che ha colpito altri grandi scrittori, tra i quali spicca Stephen King. Che Smith sia la prossima vittima della voglia di vendere a qualunque costo?
Capiamoci, "La notte del predatore" non è pessimo, ma rappresenta comunque un mezzo passo falso.
"La notte del predatore" è il terzo romanzo del ciclo che ha come protagonista Hector Cross, il capo di un'azienda di mercenari che è anche un importante socio di una società petrolifera.
Cross si appresta ad assistere all'esecuzione capitale del suo peggior nemico, Johnny Congo, pregustando una vita tranquilla con la sua fidanzata Jo Stanley e la figlia di tre anni. La rocambolesca fuga di Combo però, sconvolgerà i suoi piani tranquilli, costringendolo a rientrare in azione per proteggersi dalla sofisticata vendetta dell'evaso. Combo ha infatti come unico obiettivo quello di rovinare l'uomo che l'ha sbattuto nel braccio della morte e che ha ucciso l'unica persona alla quale avesse mai tenuto veramente.
Vi troverete di fronte ad operazioni militari in piena regola condotte da professionisti sprezzanti del pericolo, a intrighi finanziari e giudiziari, e a donne che al solo vedere il nostro protagonista saranno disposte a concederglisi senza remore, senza che lui se lo faccia ripetere due volte.
Personaggi un po' scialbi e trama non abbastanza coinvolgente.
Wilbur, che mi combini?
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Opinioni inserite: 1
Monotono
Questo thriller si muove attraverso un tableau di luoghi esotici, di petrolio, sale di rappresentanza in grattacieli ed uffici legali di Houston, passa per il Texas fino alle umili baracche dell'Angola.
Forse l'intento finale dell'autore era quello di mostrare come ci sono gli squali sulla terra assetati di sangue per l'odore di denaro al pari di quelli delle acque al largo della costa d'Africa.
Purtroppo credo che abbia fallito nell'intento.
Le descrizioni dettagliate su attrezzature di difesa elencate come una brochure aziendale, l'avventurarsi nel mondo dell'alta finanza, l'industria petrolifera, e oligarchie russe si intrecciano in modo grossolano nella trama, rendendola così dolorosamente altalenante e facendomi sentire ripetutamente tirato fuori della narrazione.
Per esempio Nastja sarebbe potuto essere un personaggio molto più interessante, se fosse stato sviluppato meglio. Ancora adesso vorrei conoscere più nel dettaglio il suo carattere.
Sinceramente non avevo letto nulla di Wilbur Smith, solo recensioni positive, dei suoi romanzi in genere, che mi hanno spinto a leggere questo libro. Proprio su questo romanzo molti fans di Smith, però, hanno condiviso l'opinione comune che probabilmente dietro questi passaggi prevedibili ed in altri inutilmente volgari, non ci fosse la mano dell'autore, bensì di un ghost writer.