La fine della storia
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Recensione della Redazione QLibri
Sepulveda torna alla Storia e non delude.
La fine della storia - Luis Sepulveda
Un libro denso di storia, un libro che chiude una storia, che insegna la Storia e ne fa la sua protagonista.
-“...non si sfugge alla propria ombra. Non importa dove stiamo andando, l’ombra di ciò che abbiamo fatto e siamo stati ci perseguita con la tenacia di una maledizione. No, non possiamo sfuggire all’ombra di ciò che eravamo.”-
Un Sepulveda che dopo la trilogia dell’amicizia (“Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare"; "Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico"; "Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza") torna a raccontare le gesta di Juan Belmonte, il personaggio con “Un Nome da torero” (titolo del precedente romanzo in cui compare), e mette fine almeno per il momento alla sua storia facendogli giocare la partita finale. Come ogni eroe che si rispetti anche il nostro, ormai ritiratosi in pensione a godersi la sua vecchiaia, deve rientrare in azione per risolvere una situazione a cui solo lui sembra in grado di porvi rimedio e, non appena accetta, la Storia invade le pagine del romanzo ed eccoci trasportati a cavallo del ‘900 trasportati da un continente all’altro.
Sepulveda è un grande scrittore e anche in questa occasione lo dimostra, i personaggi sono ottimamente scolpiti, ce li si può immaginare in carne e ossa per come sono ben descritti: l’oligarca russo grasso e imbolsito, il funzionario svizzero gracile e tremolante, gli ex agenti cileni nemesi e alter ego del protagonista, i cosacchi dipinti con le loro contraddizioni storiche e infine Victoria, che anche senza parlare brilla nelle pagine con i suoi sguardi magnificamente descritti.
Salti temporali tra un passato nostalgico e un duro presente, salti geografici tra Russia, Cile, Nicaragua e altri posti di guerriglia tutti per inseguire la protagonista indiscussa, quella Storia con cui Sepulveda sembra avere un conto aperto, quella Storia recente del suo amato Cile con a capo l’odiato Pinochet autore di crimini verso l'umanità che non si fa mai male a ricordare per quanto siano efferati e aberranti.
Il romanzo scorre via facilmente, i fatti si succedono veloci e le pagine volano via forse fin troppo velocemente; ho avuto l’impressione che a volte si tendesse a semplificare un po’ troppo a favore della narrazione in modo da non appesantirla eccessivamente che comunque porta ad un gran finale che riscatta le piccole pecche incontrate.
-“Perché alla fine tutto si può cancellare, tranne quell’ombra.”-
Una lettura consigliata perché quando il romanzo si mescola con la Storia e lo scrittore è uno come Sepulveda ne esce sempre qualcosa di buono che lascia qualcosa che sedimenta dentro.
-“...nessuno di voi due deve ringraziarmi di nulla,capo. Siamo compagni.”