Il leone d'oro
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Recensione della Redazione QLibri
Un'avventura degna di questo nome
Alla mia prima esperienza con Wilbur Smith, posso dire che ci troviamo al cospetto di un autore che merita la sua fama. Tralasciando il titolo del libro, che non ha molto a che vedere con la trama in sé, se non una vaga citazione all'inizio, mi sono ritrovato di fronte a un libro davvero bello e coinvolgente.
Lo stile di Wilbur Smith mi ha colpito. Leggero, scorrevole, accurato e piacevole. Ma la vera nota positiva che voglio mettere assolutamente in risalto è la egregia caratterizzazione dei personaggi. Non esistono personaggi inutili e, non vorrei esagerare, ma credo ce ne siano almeno sei degni di nota. Anche le comparse sono funzionali alla storia e davvero ben presentate. L'autore ha fatto un lavoro perfetto nel far muovere questi personaggi in una storia appassionante e varia, che sono loro stessi ad arricchire e rendere più interessante. Ci troveremo a navigare nei mari dell'Africa e ad attraversare alcune delle sue terre, inseguendo in lungo e in largo le frenetiche avventure di Courteney e dei suoi uomini.
C'è un po' di tutto ne "Il Leone d'oro". Assisteremo alla storia del comandante della nave Golden Bough, il comandante inglese Hal Courteney, valoroso combattente distintosi nelle battaglie tra musulmani e cristiani, alla difesa di reliquie sacre come il Graal e il Tabernacolo, e figlio di un altro grande comandante (e corsaro). Assisteremo all'amore che lo lega al generale Nazeth, valorosa e bellissima guerriera etiope, alla sua amicizia con il possente guerriero Aboli, ma soprattutto alla battaglia contro il suo peggior nemico: Angus Cochran, altrimenti detto l'Avvoltoio. Cochran, uomo che Courteney credeva di aver ucciso in battaglia, torna dal regno dei morti con il corpo ridotto a una carcassa bruciacchiata, ma animato dall'inesauribile desiderio di vendetta nei confronti di colui che l'ha ridotto a un vegetale. Coglierà al volo l'opportunità offertagli a Zanzibar dal sultano in persona, con il quale condivide l'odio per il comandante inglese, e che gli offrirà i mezzi per mettere a punto la sua tanto desiderata vendetta e privare il suo nemico di tutto quello che ha di caro a questo mondo: la sua nave, i suoi uomini, il suo oro, ma soprattutto la sua donna e il bambino che porta in grembo.
Popolato da uomini valorosi, da pirati, sultani, uomini senza scrupoli e vigliacchi, e animato da avventura, onore, amore, amicizia e vendetta, questo romanzo di Wilbur Smith mi ha piacevolmente sorpreso, e non posso fare altro che consigliarlo caldamente a tutti, soprattutto agli amanti dei romanzi d'avventura.
"Non sono gli schiavi a puzzare. Il tanfo è quello delle anime degli uomini che li riducono in schiavitù."
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Opinioni inserite: 2
Avventura esotica
'Il leone d'oro' è un romanzo d'avventura in piena regola ambientato nell'Africa orientale, nella seconda metà del diciassettesimo secolo. Ci sono 'buoni' e 'cattivi' in competizione, velieri, arrembaggi, porti pittoreschi, schiavi, sultani, harem, miniere d'oro, tesori da recuperare, vendetta e amore ... il tutto supportato da una scrittura coinvolgente ma soprattutto, ci tengo a sottolineare, 'sapiente'. Wilbur Smith non si improvvisa scrittore: conosce le ambientazioni e le può descrivere con competenza, studia i personaggi, il periodo storico, ogni elemento di contorno nei minimi particolari e per questo è perfettamente credibile. Pur essendo di godibile lettura anche se non si sono letti altri romanzi del ciclo dei Courteney, io consiglio caldamente di leggere prima gli altri per evitare l'impressione che manchino dei pezzi, soprattutto all'inizio, visto che, ovviamente, molte cose sono date per scontate.
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Wilbur
E' molto bello quello che ha scritto Valerio a proposito di Smith e del suo libro. A differenza sua io li ho letti tutti e quindi ritrovo dei personaggi conosciuti in precedenza che diventano dei conoscenti.
I personaggi diventano, protagonisti o meno, positivi o negativi, epici.
Adoro le descrizioni fisiche, di carattere ma anche degli ambienti e con i suoi libri mi immergo negli eventi. Grazie a lui mi sono innamorata (purtroppo senza esserci ancora andata) dell'Africa e del Sud Africa in particolare.
Io lo consiglio a tutti quelli che mi chiedono cosa leggere. Non li farei magari iniziare con questo romanzo, perché leggendo gli altri prima si possono apprezzare e amare ancora di più i personaggi qui presentati.
Attraverso i suoi libri poi si imparano molte cose anche della cultura africana e delle diversità esistenti e dei problemi che essa ha dovuto sopportare.