Il custode del faro
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Buio narrativo
Quando un libro è frammezzato in due parti ben distinte, di cui una ti è piaciuta e l'altra meno, alla fine il libro ti è piaciuto?
Ancora non ho la risposta.
Questo è un romanzo che dalla sua metà in poi subisce una metamorfosi e si trasforma in altro.
La prima parte, pur narrando due storie parallele, scorre fluida, piacevole e interessante, nonostante il tema sia fondamentalmente la mancanza della felicità: attraverso i molti, bei racconti fatti ad una ragazzina, il suo "tutore per caso" le dipinge il mondo con poesia e senza abbellimenti, riuscendo a farle venire il desiderio di conoscerlo ed affrontarlo senza timore, facendo diminuire pian piano le sue stesse paure e dandole una sicurezza crescente.
Poi, per me, il crollo.
A seguito di un colpo di trama, tutto deve cambiare e ogni riferimento fisso per la protagonista sparisce, proprio come quando la luce di un faro viene a mancare nella notte: la costa diventa invisibile, il mare diventa cieco, le stelle non ci sono, e per le imbarcazioni diventa difficilissimo navigare senza infrangersi contro la terraferma.
L'improvviso smorzarsi di questa luce di continuità, del faro, ha sgretolato in me il gusto di procedere nella lettura.
Forse un espediente della scrittrice per portare il lettore nella stessa situazione della protagonista? chissà...
Il risultato, per me, è stato un calo di interesse non legato ai nuovi temi trattati, bensì alla modalità di narrarli: un continuo salto temporale che ha reso difficoltoso capire dove si era e quando si era, cosa stava succedendo e perché. A volte addirittura chi stesse parlando.
Mi è parso come se la prima metà del romanzo fosse stata scritta da una persona e la seconda da un'altra, senza che le due si fossero quasi consultate. Oppure come se la stessa autrice avesse preso una gran botta in testa (oppure si fosse innamorata, cosa che a volte può dare gli stessi risultati!) e avesse poi continuato la stesura prendendo tutt'altra strada.
C' era, sì, un unico filo conduttore che teneva fragilmente insieme le due parti, ma era così insufficiente che non è riuscito a darmi il senso della continuità, pur tenuto conto dell'evoluzione della storia e degli anni che passavano.
Insomma ho vissuto questo romanzo come un buio narrativo.
Fortunatamente la scrittrice, con o senza botta in testa, innamorata o meno, ha uno stile molto piacevole e ricercato nella sua semplicità, ha affrontato temi impegnativi come l'abbandono senza appesantirli ulteriormente, ha una voce delicata ed appassionata nel raccontare i sentimenti, e qua e là ha dato delle vigorose pennellate quasi surreali (specialmente all'inizio) che me ne hanno fatto apprezzare la forma.
Purtroppo però non mi è bastato per rendermi speciale questo romanzo.
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