Zorro
Letteratura italiana
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... Per me, la vita è un giorno...
Questo libro è stato un regalo, un dono, una sorpresa fatta.
Un racconto di 66 pagine ma degno di essere chiamato Libro più di tanti altri.
E’ il classico esempio di quanto sia importante il “contenuto” di una storia, aldilà, del numero di pagine, del tempo e della ragione su cui si struttura un libro.
Narra di un delirio di una persona che potrebbe essere un me, un te, un voi qualunque che si appresta a fare i conti con la propria esistenza e ne esce “sconfitto”, ma anche no,
la magia di queste 66 pagine infatti sta proprio in questo, nel farci capire che a volte la linea che separa la vittoria da una sconfitta è molto, tanto, sottile.
E’ allegria, mai rassegnazione è sempre voglia di giocare anche di fronte l’ineluttabile- Zorro ride, e si fa gioco degli accessori a noi tanto cari e disintegra quello che per noi sono diventati, ahimè - “indispensabili”.
La Mazzantini ci fa capire che c’è molto da imparare da loro e dal loro modo di vivere la vita, dunque oltre a guardarli con aria misericordiosa e magari lasciargli quegli spicci che a noi pesano sulla coscienza, ogni tanto, sarebbe bello scambiare due parole, per aiutarli e non ci crederete, farci aiutare. In questo delirio, anche questo succede.
“ Dico solo che normale è una parola storta. Parliamo di frequenze e infrequenze, così mi sta meglio. Diciamo che è infrequente che la gente attraversi a cazzo come me. Io sono un infrequente.
Infrequente è bello, è una rarità. E' come un fico a dicembre. Io sono un fico a dicembre, una ciliegia a gennaio, una pesca a febbraio …”
Questa è la gettata di cemento su cui si basa il tutto: il contrasto tra il frequente e l’infrequente e alla fine del libro il dubbio è lecito, siamo noi o loro le persone normali?
Zorro sicuramente davanti questo dilemma una risata se la sarebbe fatta, ma io? Ma voi?!