Vite doppie Vite doppie

Vite doppie

Letteratura italiana

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Leo, quel ragazzino senza qualità né soldi dei tempi del liceo, è un faccendiere senza scrupoli. Sul suo panfilo invita per una crociera nel Mediterraneo tre ex compagni di scuola: l'occasione di una rimpatriata nella memoria, un modo originale per tornare a sentirsi come allora, per misurare il passato e il presente e le vite trasformate insieme alle idee. Lo raggiungono Christine Gerra, la compagna carina del terzo banco - oggi attrice di teatro, snob e altezzosa quanto basta -, Vito Impellizzari, integerrimo commissario di polizia, e Guido Businco, titolare a Roma di una farmacia. Il Cairo, Barcellona, Tel Aviv, Tangeri. Il viaggio e` lungo e si presterebbe facilmente alla noia se il diavolo non mettesse lo zampino facendo deviare il corso atteso dei fatti: un gruppo di criminali, non è chiaro lì per lì se pirati o terroristi islamici, cattura l'imbarcazione sequestrando ospiti ed equipaggio. Condizione estrema, estrema modalità di sopravvivenza. Leo propone un "gioco": ciascuno deve narrare agli altri una memoria segreta, un episodio vissuto o conosciuto mai rivelato prima. Dai crudi racconti emergono i tratti più riposti del carattere dei protagonisti: da Christine, gelosa e succube dell'amica Eliana, a Vito, uomo d'ordine incapace di smascherare un collega, a Guido, intellettuale sgomento di fronte alla grave malattia del contitolare della farmacia, che con Leo, smagato dalla vita, intesse fitti dialoghi su temi esistenziali e religiosi. Ma son tutte vere quelle storie o in realtà nascondono la "doppiezza" dell'essere umano? In vista del Pireo, ancora una volta il fato devia il corso dei fatti, ma quando l'incanto si discioglie quasi tutti torneranno alla loro realtà, alla loro quotidiana abitudine.



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Vite doppie 2013-10-13 07:25:40 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    13 Ottobre, 2013
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Il gioco della verità

Il risvolto della originale copertina riporta fra l’altro:….
“un gruppo di criminali cattura l'imbarcazione sequestrando ospiti ed equipaggio. Condizione estrema, estrema modalità di sopravvivenza. Leo propone un "gioco": ciascuno deve narrare agli altri una memoria segreta, un episodio vissuto o conosciuto mai rivelato prima. Dai crudi racconti emergono i tratti più riposti del carattere dei protagonisti: da Christine, gelosa e succube dell'amica Eliana, a Vito, uomo d'ordine incapace di smascherare un collega, a Guido, intellettuale sgomento di fronte alla grave malattia del contitolare della farmacia, che con Leo, smagato dalla vita, intesse fitti dialoghi su temi esistenziali e religiosi. Ma son tutte vere quelle storie o in realtà nascondono la "doppiezza" dell'essere umano?..”
A leggere queste parole sembrerebbe che il viaggio avventuroso di un gruppo di amici presenti caratteristiche di un thriller, con i sequestratori che si impadroniscono di un’imbarcazione in navigazione, con le inevitabili successive peripezie.
Non è così, però, o almeno lo è solo in parte, perché l’intenzione dell’autore è tutt’altra. La sua vuole essere un’analisi attenta e approfondita dei personaggi, mettendo a nudo il loro reale carattere, che si mostra grazie al pericolo. In questo gioco che si snoda durante il sequestro si svela così la vera natura di ognuno, si mettono alla luce verità inconfessabili, insomma si alza il sipario sulle apparenze. Sono esseri cinici, in cui l’esistenza è un palcoscenico in cui rappresentare una commedia con un copione già scritto e in cui gli attori, nel loro intimo, non sono mai i personaggi che interpretano.
Si tratta di un progetto ambizioso indubbiamente e in buona parte anche riuscito, e questo è senz’altro il merito del libro.
Per quanto possa comprendere che non è facile scrivere di certi argomenti, devo però rilevare che lo stile di Caccavale , la sua narrazione sono abbastanza grevi, con un ritmo che appare lento, salvo rare pagine, e che se presenta il vantaggio di indurre il lettore alla riflessione, però alla lunga finisce con stancare, e così si arriva alla fine con sollievo. O forse ci si affatica nel leggere perché anche noi, guardandoci dentro, cominciamo a ritrarre l’impressione che le nostre vite siano due: quella esterna, in cui ci sforziamo di omologarci, e quella interiore, profondamente diversa, anche se ci è difficile ammetterlo.
Da leggere, comunque.

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Vite doppie 2013-08-17 17:56:27 Fabrizio
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Opinione inserita da Fabrizio    17 Agosto, 2013

Vite Doppie

Mario Caccavale cambia: si trasforma da Romanziere in Drammaturgo.
Grazie ad una fluida e veloce lettura della sua ultima opera Vite Doppie, il lettore è catapultato al centro di una piece teatrale dai sapori Pirandelliani di uno nessuno e centomila, o meglio al Teatro dell’Assurdo di Ionesco con gli attori che dimostrano di non volere combattere i propri mostri, i propri “rinoceronti”.
A questo punto si è già ampiamente appagati da questa miscela originale e l’attento lettore, alla fine del libro, ne porterà con sé una persistente sensazione.
Ma vi è di più.
E’ il secondo livello di lettura del dramma che ne fa un’opera molto più interessante quasi da assaporare come un Antico Toscano.
L’autore contrappone con un fine intreccio quattro personaggi della vita comune con i loro dilemmi e le loro colpe ed alcune capitali del Mediterraneo ognuna di loro metafora dei problemi sempre attuali e mai risolti come l’Autocrazia, la teoria dell’evoluzione della specie, l’occidente epicureo. La doppiezza delle figure narrate e delle capitali costiere descritte fa il pari con la storica visione duale del mondo.
Il Solfureo Leo costringe i crocieristi a denudarsi ed ad accettare che le apparenti piatte vite borghesi sono solo l’immagine riflessa e virtuale della loro esistenza. Ognuno di loro è custode di un segreto/mistero, a cui sono legati per una strana analogia. Un commissario favoreggiatore, un farmacista dispensatore di morte, una attrice che istiga al suicidio. Tutti temi molto attuali e che sono lo specchio dell’attuale società. Ecco che lo speculum, mezzo di duplicazione della realtà, raddoppia l’individuo. Resta da scoprire se il reale è il soggetto riflesso o il riflesso dello stesso. Se il tutto avviene fuori o dentro lo specchio, ovvero se la storia si svolge effettivamente o in un luogo/non luogo come lo yacht Money.
L’ultimo livello è quello personale, quello che ognuno di noi vuole o può interpretare nelle righe dell’opera riconoscendo fatti o mancanze della propria Vita solo dopo essersi fatto la domanda socratica: Conosci te stesso ?
E questo è un altro romanzo.

FF

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