Narrativa italiana Romanzi Via Castellana Bandiera
 

Via Castellana Bandiera Via Castellana Bandiera

Via Castellana Bandiera

Letteratura italiana

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La trama e le recensioni di Via Castellana Bandiera, romanzo di Emma Dante edito da Rizzoli. Più che una strada, via Castellana Bandiera è un budello a doppio senso in cui, se due auto si incrociano, una deve per forza cedere il passo.
È una domenica d’estate e lo scirocco soffia senza pietà su Palermo quando due donne si trovano l’una di fronte all’altra, al volante delle rispettive auto. Ma né Samira, vecchia albanese che abita in quella via, né Rosa, milanese d’adozione con origini palermitane finita lì per errore, accettano di arretrare. Samira è la suocera dell’uomo che le siede accanto, Saro Calafiore, capostipite di una vociante famiglia costruita su un miscuglio di odio reciproco, opportunismo e costrizione. Rosa invece ha tagliato presto il cordone ombelicale, lasciando la Sicilia e un padre che non ne voleva sapere di una figlia lesbica. Attorno a Samira e Rosa si muovono una pletora di personaggi indisciplinati, grotteschi, restii a lasciare la scena alle due donne. Mentre l’asfalto brucia e l’aria si fa incandescente, gli uomini della famiglia Calafiore organizzano un giro di scommesse per sfruttare a loro favore il faccia a faccia. Ma gli esiti del complotto sconvolgeranno ogni previsione. Nel suo romanzo d’esordio, Emma Dante, talento dirompente del teatro italiano, raschia, tra realismo e allucinazione, la superficie di un mondo che, in nome dell’onore e di passioni senza tempo, si condanna all’immobilità.



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Via Castellana Bandiera 2010-12-30 17:34:05 callettino
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callettino Opinione inserita da callettino    30 Dicembre, 2010
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un colpo di.., teatro, e siamo alla frutta

L’autrice di questo romanzo ha preteso di raccontarci una vicenda siciliana attraverso un crudo realismo che attinge le sue radici nell’assurdo. Niente di male, se non fosse che quel po’ di sicilianità che traspare nella prima parte del romanzo, cede il passo al grottesco, con picchi direi di istinti masochisti e necrofili che i personaggi assumono nella vicenda e che riescono a ricoprire il lettore… di merda. Infatti, le contendenti, questi ostinati e inverosimili personaggi che si fronteggiano per un pezzo di strada, marcano il territorio defecando e pisciando. La visione di Emma Dante è questa: un duello a colpi di chi caga di più o di chi piscia più in là. E nel mezzo di tutto questo, l’autrice ci infila un amore lesbo e una pioggia di vermi che cade dal cielo e copre le strade… E a questo punto non so davvero che cosa resta al povero lettore. La scrittura non è malvagia, anzi si fa notare, ma un libro non è soltanto scrittura, è altro ancora. Le cose positive: l’ambientazione, le scene; le cose negative: lo scadere del realismo nel grottesco, forse guadagna qualcosa in teatralità, ma narrativamente siamo appesi al palo.
Così com’è, non so davvero che cosa dovrebbe trasmettere questo libro al lettore.

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Via Castellana Bandiera 2008-09-08 23:53:20 uoddiu
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Opinione inserita da uoddiu    09 Settembre, 2008

via castellana bandiera

Sullo sfondo di una città vessata da un irresistibile vento di scirocco, che soffia la sua spaventosa verità dentro ogni cosa ed ogni persona, trasfigurandole irrimediabilmente, Emma Dante ci prende per mano conducendoci, intensamente, nel suo Mondo, nel suo modo di vedere, cioè, quell’Arte per lei disperatamente collegata all’uomo, ai suoi sentimenti, ai suoi valori ed alle sue follie.

“Clara, curiosa, si sporge”. Ha gli “occhi pieni di vita, disposti a riempirsi di fango pur di far scivolare via regole e tabù. Clara dipinge tutto ciò che non sarebbe da dipingere”. Vive nel momento in cui riesce a superare un limite e quando smentisce l’opera d’arte nel momento stesso in cui la crea.

E Clara è il grande amore di Rosa.

Una donna, questa, schiacciata dall’insostenibile peso di un mondo sempre fermo su una soglia troppo distante per essere varcata, reclusa, per sua stessa volontà, tra le pareti di una stanza in cui il silenzio diventa l’unica risposta possibile al senso di insubordinazione che prova nei confronti di un universo che, per sua natura, la ripudia ed allontana.

Rosa fugge, ma è a quel mondo che Clara la riporta inesorabilmente.

Perché è là che, immersa nell’assurdità e nell’estremizzazione di ogni gesto, fosse anche il sacrificio umano, l’artista si ritrova, e impara a non vergognarsi di quell’Amore che fino a quel momento le era sembrato troppo grande.

E’ lì che varca quel limite delle cose ordinarie e riesce a diventare quello che, da sempre, avrebbe voluto essere.

Il contesto in cui avviene questa rivelazione non può che essere Palermo, la città senza tempo, in cui si dibattono personaggi espressione sempre di un’unica voce impegnata, in eterno, sotto nomi diversi, a cercarsi, a perdersi e, talvolta, a ritrovarsi.

(...) www.studiolegalelopiccoloilblog.blogspot.com

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