Narrativa italiana Romanzi Va' dove ti porta il cuore
 

Va' dove ti porta il cuore Va' dove ti porta il cuore

Va' dove ti porta il cuore

Letteratura italiana

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Và dove ti porta il cuore racconta una storia forte e umanissima in forma di lunga lettera - scandita come un diario - di una donna anziana alla giovane nipote lontana. È una lettera di amore e allo stesso tempo una pacata ma appassionata confessione a cuore aperto di un'intera vita che nel gesto della scrittura ritrova finalmente il senso della propria esperienza e della propria identità.



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Va' dove ti porta il cuore 2023-10-06 13:22:48 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    06 Ottobre, 2023
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Testo quotabilissimo

Quest'anno ho avuto la fortuna di poter partecipare alla mia prima readalong in occasione dell'uscita della nuova edizione di "Va' dove ti porta il cuore", realizzata da Solferino a quasi trent'anni dalla prima pubblicazione di uno dei romanzi italiani più celebri all'estero. Prima di questa lettura, il mio solo incontro letterario con Tamaro era stato "Ascolta la mia voce", un libro ben scritto ma con una trama farcita di convenienze narrative; con questo nuovo approccio sarà andata meglio? Nì, ma diciamo che qui si tratta principalmente di gusto personale.

Il volume si presenta come una lunga lettera scritta da Olga alla nipote, al momento impegnata in un viaggio negli Stati Uniti, altrimenti nota come la terra dei cactus e dei coyote. L'anziana si sta faticosamente riprendendo dopo un malore, e proprio da questa situazione nasce l'idea di mettere su carta i pensieri di oggi ed i ricordi di ieri, per lasciare qualcosa alla ragazza nel caso dovesse rimanere sola. Con questa premessa, Olga inizia un viaggio nel passato: cominciando dalle difficoltà nel dover crescere la nipote, continuando con vari ricordi -dall'infanzia alla sua vita da adulta-, per arrivare infine a svelare il suo più grande segreto.

Inquadrato il contesto, partiamo dagli aspetti positivi e -nella fattispecie- da una grande conferma: la cara Susanna scrive benissimo: la sua prosa è estremamente scorrevole, nonostante non pecchi di diversi guizzi peculiari. Il tono della voce narrante risulta inoltre verosimile, perché la presenza di pochissime battute di dialogo è in linea con il concetto di memoir. Ho appezza anche le efficaci metafore, che mostrano i pensieri di Olga attraverso degli esempi alla portata di tutti.

L'altro grande punto a favore di questo romanzo sono le valide descrizioni dei rapporti interpersonali. Puntando la luce soprattutto sui contrasti generazionali, l'autrice riesce a raccontare delle relazioni genuine, che ben riflettono quelle presenti nella vita reale. Di conseguenza, anche i problemi sorti tra la narratrice e le persone nella sua vita sembrano molto concreti, simili ai conflitti che tutti noi ci troviamo ad affrontare.

Come anticipato però non sono riuscita ad appezzare l'esperienza di lettura. Lo scoglio principale per me è stato la caratterizzazione della protagonista: già dalla premessa (decidere di non dire nulla alla nipote sul suo stato di salute, privandola della possibilità di avere un ultimo confronto) si capisce come Olga sia una persona codarda ed arrogante, sempre pronta a riversare sugli altri le proprie colpe. Per ogni suo errore non manca di incolpare i genitori troppo esigenti, il marito troppo assente, la figlia troppo stupida, la società troppo giudicante; a rendere ancora più fastidiosa questa sua retorica è l'assenza di un'altra prospettiva, per cui bisogna prendere per buona la sua versione dei fatti a scatola chiusa.

Passando però a delle critiche meno soggettive, abbiamo una ricercatezza lessicale un po' eccessiva -se consideriamo il contesto semplice e spontaneo di una lettera scritta di getto- e delle riflessioni che al giorno d'oggi stonano parecchio. Penso in particolare a come vengono demonizzate la figura dello psicologo e la scelta di andare in terapia; la voce narrante è estremamente autoreferenziale, e per questo vede la psichiatria come un'attività truffaldina che peggiora soltanto la condizione mentale dei pazienti. Una situazione analoga riguarda il femminismo, del quale Olga stravolge il significato stesso: a suo avviso questo movimento ha l'obiettivo di ridurre gli uomini a mero accessorio delle donne, uccidendo nel mentre i sentimenti genuini. Sentimenti genuini che invece abbondavano nei matrimoni combinati o di interesse, giusto?

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Va' dove ti porta il cuore 2020-02-17 21:00:22 Clangi89
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Clangi89 Opinione inserita da Clangi89    17 Febbraio, 2020
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Sentimenti nel cammino e parole nei passi

Va dove ti porta il cuore è un cerchio che si chiude. La vita ripercorsa della protagonista ormai anziana, malata e sola, Olga che tratteggia eventi ed esperienze per la nipote che studia all'estero.
La donna cerca di ricostruire il vissuto con occhio altamente critico verso se stessa, in primis. Molte sono le osservazioni e le riflessioni emotive che emergono. Dalle vicende della sua infanzia, famiglia benestante, matrimonio deludente ma che non si interrompe fino alla vedovanza. Il difficile rapporto che legava lei a sua madre e, poi, il rapporto contorto con sua figlia ormai morta. A questo segue l'agrodolce sentimento con la nipote.
La ragazza è ormai corazzata, il suo cuore sembra distante dalla nonna che l'ha cresciuta con le migliori intenzioni. Sentimenti contrastanti, errori, cadute e rattoppi segnano molti passaggi del libro. Di per sé sono pochi gli eventi significativi perché il racconto segue un ritmo lento, cadenzato e riflessivo.
Alle volte l'autrice si perde il descrizioni superflue e poco attinenti ma, posso pensare, trattasi di uno stile voluto in quanto la scrittura di un diario segue le idee che nella mente prendono forma in maniera confusa e astratta. In ogni caso i fatti sono narrati secondo una linea temporale lineare.
Dei personaggi conosciamo soprattutto aspetti interiori, pochi esteriori. È un libro che sicuramente fa riflettere su quanto i piccoli o grandi momenti della vita possano donare molto.
Non sono gli eventi eclatanti che pensiamo possano accadere a stravolgere tutto, bensì le scelte, quelle prese con la partecipazione dell'anima. I piccoli passi che ognuno porta avanti, non sempre giusti ma che hanno un loro perché.
La semplicità fa da padrona. Alle volte lasciarsi guidare dal sentimento rappresenta un'arma a doppio taglio e l'autrice non vuole mostrarsi un guru, nessuna risposta a portata di mano ma uno stile pulito e delicato a tratteggiare i risvolti di un cuore pulsante.
Consiglio il libro in un momento in cui si vuole leggere qualcosa di semplice e riflessivo.

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Va' dove ti porta il cuore 2017-01-10 13:34:46 Sara90
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Sara90 Opinione inserita da Sara90    10 Gennaio, 2017
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L' EQUILIBRIO DELL'AMORE

Lei, Olga, una donna anziana con un passato travagliato alle spalle. L’altra, sua nipote, una giovane in piena fase adolescenziale, che decide di trasferirsi in America per un’esperienza di studio. Pagine dense, ma non pesanti, quelle in cui Olga svela i segreti di una vita intera, segreti finora tenuti stretti dentro al cuore, per paura di ferire, per paura di rompere un equilibrio come tante altre volte era successo. Olga è malata e teme di non riuscire ad aspettare il ritorno della nipote a casa, così decide di lasciarle un diario grazie al quale la giovane potrà un giorno conoscere il passato di sua nonna, e quindi di tutta la sua famiglia.
Una famiglia in cui da sempre l’educazione borghese è andata di pari passo con la necessità di apparire perfetti agli occhi degli altri, anche a costo di fingere con se stessi. La protagonista risale alle sue origini per penetrare a fondo, dopo anni di riflessioni personali, una trama ricca di dolore, ma questa volta con sguardo maturo, con la consapevolezza cioè, che ogni vita è fatta di sbagli, insicurezze, ma anche di tanto amore.
Un viaggio a ritroso, in cui Olga volge gli occhi a ciò che è stato, alla sua difficoltà di darsi un contorno, all’incapacità umana di destarsi quando le cose non vanno bene, ma anche all’egoismo che l’ha condotta sino ad ora a nascondere la verità alla sua amatissima nipote. E’ arrivato così il momento di rimuovere quel guscio protettivo in cui l’aveva avvolta affinché non soffrisse come lei stessa aveva fatto, affinché potesse godere il più possibile del suo affetto, anche dopo la morte precoce della mamma. Una storia emozionante, tenera e triste allo stesso tempo, una storia che fa arrabbiare se si pensa a quanto possa essere crudele il destino, una storia che suscita un uragano di emozioni, nonostante il tutto si svolga all’interno di un quieto flusso di coscienza. Un romanzo consigliato che si legge tutto d’un fiato, un racconto che in numerosi punti scuote il lettore ponendolo dinanzi a domande cruciali, a conclusioni indiscutibili, a sensi e significati che, in modo diverso, ciascuno riscontra nella propria vita.

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Va' dove ti porta il cuore 2014-11-11 18:17:40 GPC36
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GPC36 Opinione inserita da GPC36    11 Novembre, 2014
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Difficile essere maestri di vita

Acquistato e riposto nel cumulo dei libri da leggere vi è rimasto per qualche anno, per istintiva diffidenza. Dopo essermi deciso a prenderlo in mano ho dovuto constatare che le perplessità erano motivate.
Il primo, a mio avviso fondamentale, limite del romanzo è la scelta di un titolo che anticipa la chiusura. Così, durante tutta la lettura, si è portati a chiedersi se la nonna che scrive una lettera fiume alla nipote, alla quale si apre con la narrazione di tutte le proprie esperienze, ha la credibilità necessaria per essere maestra di vita o se la lettera è solo una confessione liberatoria, lo sfogo nella parte finale di un’esistenza inaridita dalla mancanza di affetti. Un’esistenza segnata dall’impossibilità o dall’incapacità di comunicare –con la madre, con la figlia, con il marito e con la nipote- perché subisce le chiusure degli altri o perché non riesce a manifestare le proprie esigenze, a rivendicare il proprio diritto di essere amata. Anche la lettera è una manifestazione di tale incapacità: le lettere che non sono alla base di un epistolario, di uno scambio reciproco, le lettere unidirezionali valgono come mezzo di denuncia, di rivendicazione, non come strumento per un’effettiva comunicazione.
L’immagine della nonna che emerge da questa confessione è irritante. Una vita protetta dagli agi di una condizione alto borghese (il padre era un barone), si è svolta senza una tensione positiva: un insegnamento indiano “il fato possiede tutto il potere, lo sforzo di volontà è solo un pretesto” sembra soddisfare la protagonista, fornendole un alibi per la propria filosofia esistenziale. Una vita arida e inaridita, in cui l’unica fiamma passionale è vissuta in modo da evitare danni e mantenere i vantaggi. Non ci sono in questo personaggio né Emma Bovary né Anna Karenina; non vi sono, cioè, le passioni che si ritiene abbiano nel cuore la loro sorgente e che comportano spesso conseguenze laceranti.
Solo nella confessione finale emergono le cicatrici delle grevi responsabilità che si è assunta con il peggiore dei tradimenti che una donna può commettere, concependo la figlia con un amante, e con il trauma che ha provocato alla figlia la rivelazione della paternità, possibile causa indiretta della sua morte in un incidente d’auto.
La constatazione conclusiva che la vita non si svolge con un percorso rettilineo, ma ci pone di fronte ad una serie di bivi e che molte volte le nostre scelte sono inconsapevoli, è quella cui si arriva spesso nella fase della vita in cui ci si rivolge al passato perché il presente è tendenzialmente grigio ed il futuro ristretto e preoccupante. Va certamente a merito di Susanna Tamaro l’essersi calata nella psicologia di una persona ottantenne,. Trarre da tale considerazione l’ammaestramento di scegliere seguendo il cuore appare però incongruente con il bilancio della sua esistenza: quanto meno verrebbe da aggiungere una postilla ironica, parafrasando uno slogan di moda tempo fa “Prima di andare dove ti porta il cuore verificare che il cervello sia collegato”.
Ciò che è da riconoscere all’autrice è lo stile con spunti di reale poesia e l’essersi quasi incarnata nel personaggio, reso con una piena partecipazione. Si spera sia questa la ragione del successo editoriale.

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Va' dove ti porta il cuore 2014-07-03 20:28:58 Diana
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Opinione inserita da Diana    03 Luglio, 2014

Dopo un po' la magia finisce

Non saprei se consigliarlo o meno. Credo che, al tempo della sua prima pubblicazione, il libro avesse avuto successo per l'originalità, per il grande sentimento che l'autrice vi ha messo al suo interno, per il fatto che critichi la società rigida, che affronti il tema della rivoluzione, dell'adulterio, della depressione a piccoli dosaggi... Temi delicati al tempo, e in parte ancora adesso. Ma oggi, fatte le somme, questo romanzo lo riterrei ripetitivo, scontato, poco accattivante (di violenze, di disturbi alimentari e del comportamento, di corruzione e quant'altro, ne siamo purtroppo bombardati !), ma certamente è un libro profondo e ricco di significato. Buona lettura per ragazzi in fase adolescenziale (12-16 anni).

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Va' dove ti porta il cuore 2014-06-16 18:30:25 ombraluce
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ombraluce Opinione inserita da ombraluce    16 Giugno, 2014
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Una catarsi non appropriata

Sicuramente questo libro è coinvolgente, emozionante, scorrevole e originale. Lo stile non è pesante e la lettura risulta gradevole, invitante e appassionante. Ho faticato a interrompere le vicissitudini di Olga, i suoi ricordi, le sue difficoltà, i suoi dubbi e i suoi drammi. Alla fine, però, soltanto un dubbio: ma è giusto che una nonna scarichi in questo modo tutta la sua vita ( o meglio, l'interpretazione che lei fa della sua vita) sulla giovane nipote che si è allontanata (forse per riuscire a respirare un po'), mediante una catarsi totalizzante di ogni evento che la porta addirittura a dire alla nipote che sua madre "non era per niente intelligente?" Io ho letto quelle parole con un impeto di sdegno. Sarò controcorrente, ma la fatidica eredità di consigliare di ascoltare il proprio cuore la si poteva dare sicuramente in un altro modo... senza la presunzione sciocca di aver capito tutto dalla vita.... Sono senz'altro controcorrente, ma, alla fine del libro, solidarizzavo più con Ilaria che con Olga. P.S. Ognuno ha i suoi percorsi. Forse Olga ci doveva ancora lavorare un po'....

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Va' dove ti porta il cuore 2014-05-14 16:43:04 Pia Sgarbossa
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Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    14 Mag, 2014
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IL CAMMINO DIFFICILE E CICLICO DELL'AMORE.

"FARE ERRORI E' NATURALE...andarsene senza averli compresi, vanifica il senso della vita".
Una nonna cresce la propria nipote perchè la sua mamma è morta in un incidente stradale.
Finchè la ragazza è piccolina tutto procede bene, poi col passare del tempo iniziano le incomprensioni e la nipote decide di allontanarsi.
"Vivevano nella stessa pianta, ma stagioni diverse".
La nonna si ammala.
Ecco che ella inizia un percorso di riflessioni e decide di scrivere, nei suoi ultimi giorni, per raccontarsi e per cercare di spiegare le sue varie scelte di vita.
Lo fa con la speranza che le sue lettere aiutino la nipote , una volta che sarà ritornata, a capire, a perdonarla... a vivere.
Ecco che la donna ripercorre i tratti che hanno caratterizzato la sua educazione, il suo matrimonio, il suo tradimento...la nascita di sua figlia prima e poi della nipote.
E scrive tutto ciò che non ha mai avuto il coraggio di dire, tutte le parole che avrebbe dovuto dire prima, tutte le parole che nella sua vita ha detto in momenti inopportuni...ammette i suoi sbagli e si confessa nelle sue debolezze...in tulle le scelte che ha fatto nella sua vita.
Una lettura che mi ha fatto riflettere sulla sofferenza che ha segnato molte donne, anche a causa dell'educazione rigida che ha plasmato in modo indelebile il loro carattere.
Ricorderò per sempre il racconto del presepe perpetuo che le suore tenevano allestito nella scuola che frequentava, dove ogni bambina era rappresentata da un agnellino, che a seconda del comportamento corretto omeno si avvicinava o allonatnava da Gesù, sino a cadere se fosse stato il caso, in un burronone...anche se la motivazione poteva consistere nel non aver semplicemente assunto quel comportamento che dalle suore era richiesto...anche se non si era fatto nulla di male...che tristezza!!!
Ho ragionato su come una sofferenza subita e vissuta si riperpetui nel futuro, come a star significare che si crea il bisogno di ricorrere all'impronta subita, anche se dolorosa...quasi un'affezione al dolore.
Tre generazioni di donne che vedono susseguirsi situazioni tristi, dove la figura maschile acquisisce un ruolo direi secondario.
Un libro che invita ad una grande cautela nel giudicare il prossimo:
"Prima di giudicare una persona, cammina per tre lune con i suoi mocassini" come dice un detto degli Indiani d'America.
Una narrazione che ti lascia un groppo al "cuore, dove le lacrime che non escono si depositano e , col tempo, lo incrostano e lo paralizzano".
Ho terminato la lettura con una mia domanda sospesa : riuscirà la nipote, dopo essere venuta a conoscenza della verità , a sfuggire a quella sofferenza che pare la vita l'abbia destinata? Riuscirà? Io voglio sperare di si !
Pia

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Consigliato a chi ha letto...
A chi sa quanto sia difficile in talune situazioni vivere serenamente.
A chi è consapevole che nella vita si possono fare degli sbagli...quasi inevitabili.
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Va' dove ti porta il cuore 2013-07-11 12:14:25 CatehEffy
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CatehEffy Opinione inserita da CatehEffy    11 Luglio, 2013
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ALZATI E VA' DOVE LUI TI PORTA.

Conoscevo Susanna Tamaro da molto tempo, grazie alla lettura del libro "Rispondimi", un libro da leggere in mezz'ora. Va' dove ti porta il cuore è un diario, o per meglio dire una lettera di una nonna alla nipote partita per studiare in America. E' una lettera intima,con rimpianti,promesse non mantenute,una vita diversa da quella delle sue coetanee, descrive le sensazioni che l’hanno segnata e cambiata e cerca di insegnare alla nipote i veri valori della vita. Un'anziana signora che perde la figlia,Ilaria, e si ritrova a fare la mamma per una seconda volta. Comincia a scrivere questa lunga lettera all'età di ottant'anni, quando colpita da un ictus si rende conto che non le rimane molto da vivere.
Dietro questo libro vi è un messaggio che ho colto al volo, ovvero quanto siano sbagliate le scelte razionali, e quanto invece sia fondamentale lasciarsi trasportare dai sentimenti e ascoltare la voce interiore che spinge alla bontà, alla passione e al coinvolgimento!
Una lettura piacevole, lo consiglio!!

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Va' dove ti porta il cuore 2012-12-21 19:12:00 C l a r a
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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    21 Dicembre, 2012
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Cuore di nonna.

Cosa c’è di più dolce delle parole di una nonna?
Olga, un’anziana signora ormai giunta all'epilogo della propria vita, decide di scrivere una lunga lettera a sua nipote in viaggio negli Stati Uniti.
Una lettera per raccontarle la sua vita ormai passata, il suo matrimonio infelice, la morte prematura della figlia e tutti quegli avvenimenti che l’hanno coinvolta, nel bene e nel male. La lettera prende la forma di un vero e proprio diario, una confessione spassionata, un insieme delicato di emozioni toccanti e commoventi .
187 pagine di una semplicità e delicatezza disarmanti. Inevitabile è la tenerezza nel immaginare “nonna Olga“ prender carta e penna e mettere per iscritto le proprio debolezze, i rimpianti e le delusioni di una vita con la speranza di lasciare un'impronta indelebile nel cuore della nipote, ma soprattutto ricordarle (e ricordarci) che la prima rivoluzione da fare è quella dentro se stessi. La prima e la più importante.

"Quando la strada alle tue spalle è più lunga di quella che hai davanti, vedi una cosa che non avevi mai visto prima: la via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, ad ogni passo c'era una freccia che indicava una direzione diversa; da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi. Qualcuna di queste deviazioni l'hai imboccata senza accorgertene, qualcun'altra non l'avevi neanche vista; quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore; non lo sai ma ugualmente provi rimpianto. Potevi fare una cosa e non l'hai fatta, sei tornato indietro invece di andare avanti. Il gioco dell'oca, te lo ricordi? La vita procede pressappoco allo stesso modo. Lungo i bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle o non viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che fai in un attimo; anche se non lo sai, tra proseguire dritto o deviare spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino."

Un viaggio con le parole lungo una vita intera.
E un consiglio per tutti voi di vero cuore!

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Va' dove ti porta il cuore 2012-07-09 09:42:31 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    09 Luglio, 2012
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Vorrei una rosa. E vorrei una volpe.

Questo breve romanzo e’ un lungo monologo di una nonna.
Una nonna mamma, per l’esattezza, che ha cresciuto la nipotina rimasta sola dopo la scomparsa della madre.
L’adolescenza, che periodo pericoloso, il passaggio che dalla fanciullezza all’eta’ adulta spesso porta con sè rabbia e cattiveria gratuita specialmente, chissa’ perche’, con le persone che piu’ ci vogliono bene.
Cosi’ la nipote, finita la scuola, decide di recarsi in America per un anno.
Lo comunica con quel solito rancore, nemmeno un abbraccio prima di partire. Solo nervi.
L’anziana nonna decide cosi’ di rispettare la volonta’ della nipote e temendo l’imminente arrivo della morte, lascia in un diario le sue riflessioni, il suo presente ed il suo passato.
Tra segreti e confidenze, pagine per quella ragazza che tornera’, prima o poi, libera dal rancore, assestata nel suo corpo di giovane donna.

Camminava un tempo con quella bimba che le dava la manina in un giardino fiorito, curavano una rosa, la rosa che aveva piantato la bambina.
Cammina oggi, sola e malata, in quello stesso giardino. Continua a curare la stessa rosa rossa , cosi’ lei potra’ trovarla al suo ritorno.

Un racconto tanto profondo quanto comune, del resto potrebbero essere i pensieri ed i ricordi di una nonna qualunque. La mia. La tua. Potrebbe essere in tutto o in parte la storia di chiunque.
Di te che hai avuto una nonna che ti ha cresciuto, mentre tu eri solo un adolescente arrabbiato .
O di me, che da ieri ho posto questo libro nell’Olimpo della mia libreria.
Io ed il mio grande rimpianto, quello di avere visto tristemente coincidere gli anni della mia stupida collera con gli ultimi anni di vita della mia nonna.
E quando ero pronta a tornare, lei non c’era piu’.

“Cio’ che dovevi dire alla persona cara, resta per sempre dentro di te; lei sta là, sotto terra e non puoi piu’ guardarla negli occhi. Abbracciarla, dirle quello che non le avevi ancora detto. “

A tutti quelli che hanno un bel ricordo.
A tutti quelli che hanno un terribile rimpianto.
A tutti quelli che hanno il presente, e possono permettersi di non sbagliare.

Buona lettura.

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