Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo
Letteratura italiana
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Non mi portare nel bosco di sera
Gaetano Cappelli compone una storia bizzarra e le impartisce un titolo alla Wertmüller: Una medium, due bovary e il mistero di Bocca di Lupo.
Guido Galliano è scrittore di un certo successo, ma è in crisi coniugale e creativa. Viene contattato dal barone Ferdinando Canosa, nobiluomo meridionale che lo scrittura per esaudire le ambizioni letterarie della moglie Finizia. La “morbida giunone murgiana” sta infatti componendo la biografia della medium Eusapia (!), ma è bloccata dal complesso della pagina bianca. Galliano accetta la generosa offerta che implica un cospicuo rimborso spese in denaro, il soggiorno presso l’azienda vinicola Bocca di Lupo (“Una vera emozione poi è stata entrare nella bottaia”) e… la possibilità di fruire ad libitum delle grazie di Finizia, bovary che patisce la rivalità della seconda bovary murgiana, Maddalena Videtti (“Acerrima odiata rivale nella vita, in amore e infine adesso nelle lettere, di Finizia Varola coniugata Canosa”)…
La storia (e il romanzo che maestro e allieva scrivono) procede grazie all’intervento metafisico di Agatha Christie (!!), con intermezzi di cantanti pugliesi molto âgé: Albano e Romina, Rosanna Fratello, la cantante pugliese che i più attempati tra di noi ricordano come interprete dell’ammiccante e maliziosa “Sono una donna, non sono una santa” (!!!)…
Il romanzo irride l’universo delle velleità letterarie e la narrazione è intercalata da frequenti escursioni in linguaggio pseudo-dialettale (Camilleri docet?), boh!, e scusate il climax dei punti esclamativi.
Bruno Elpis