Una di luna
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Margherita & Achille
Lo Chef Achille Malventi ha ottantasette anni, è abruzzese di Pescocostanzo, è arrivato a Venezia sessant’anni fa, è alto un metro e cinquantaquattro, è un fascista ed è un uomo incredibilmente ostinato. Sua figlia Margherita, a sua volta Chef, è una ragazza insicura, premurosa, piena di aspettative, e ansiosa nei confronti del padre. II loro rapporto è sempre stato molto particolare: mentre lei cercava di avvicinarvisi, di creare un ponte tra i due, di proteggerlo da se stesso, dal suo essere così maniacalmente in conflitto con il mondo a causa del suo perenne senso di inferiorità dettato dalla modesta altezza, lui è sempre andato dritto per la sua strada per le sue idee, si è fidato delle persona più sbagliate, incurante dei consigli e delle conseguenze, incurante di quelli che erano i rapporti affettivi con la moglie Teresa e la figlia medesima. Il viaggio a Milano presso gli studi del programma Chef Test dove è stato invitato per presentare l’autentica pasta alla Gricia, è dunque l’occasione giusta per cercare di salvare e migliorare il loro rapporto. O almeno è quello che pensa lei perché per lui non è altro che un espediente per rivendicare il torto subito con la perdita forzata del ristorante. È cioè il suo modo di avere giustizia. Ma è anche in questo arco temporale di un giorno e mezzo dove Margherita riesamina il passato e il presente, dove cerca di guardare le situazioni dall’interno e dall’esterno, che i due incontrano Jules; un uomo misterioso, un mago, un illusionista. Chissà. Di fatto, la protagonista sente sin dal primo sguardo una complicità fortissima con il francese, una complicità, una empatia e una comprensione che invece non sente con il fidanzato Luca con cui ha intrapreso una relazione amorosa da ben dodici anni. Jules sembra leggerle dentro, la riconosce per la donna di luna che è, ne è affascinato e le offre, in una semplice conversazione notturna in un bar d’albergo, quelle attenzioni e quegli sguardi che non ha forse mai ricevuto dal suo compagno, un avvocato ingabbiato nel suo lavoro, una persona che ha sempre sminuito l’arte del cucinare quasi fosse un hobby, una persona che ha sempre preteso e mai dato. Tornati a Venezia padre e figlia restano in attesa; lui della messa in onda, lei di comprendere il perché continua a sentire la scia di un così labile rendez-vuos.
Andrea De Carlo torna in libreria con “Una di Luna”, suo ventesimo romanzo, opera che non tratta solo di donne, tema caro all’autore, ma anche del delicatissimo rapporto tra un padre e una figlia. E a queste delusioni, aspettative, rifiuti, tenerezze, frustrazioni, rabbie e speranze, mixa la magia, la forza dell’illusione che giunge e culmina in una volontà di apparire e non più sparire. Fonde inoltre il suo passato come regista e assistente alla regia con la scrittura. Il risultato è un componimento gradevolissimo, che va oltre le apparenze, e, perdonatemi il gioco di parole, le aspettative, questa volta del lettore, stesse. Di grande piacevolezza la tecnica narrativa adottata dove emerge il dato del pensiero contro quello della realtà, il dato del desiderio a dispetto della propria intima contraddizione.
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La frustrazione di Margherita
Un libro incentrato sulla frustrazione di Margherita, la protagonista.
Il testo è un diario, sul quale l'autrice scarica tutta la tensione generata dal difficile rapporto col padre. Ogni pagina è una ragnatela di delusioni e critiche, nella quale Margherita resta completamente imprigionata senza un'evidente via di scampo.
Sarà poi solo l'adesione totale alla Novità, rappresentata in questo caso da un incontro speciale, a cambiare la vita della protagonista. Un grande cambiamento in positivo, che conquisterà solo attraverso l'accettazione e l'abbandono - quasi in stato di apnea - delle antiche paure.
Il testo ci fa riflettere sul difficile rapporto tra genitori e figli e su temi quali fino a che punto si estendono i doveri dei figli nei loro confronti. E' sempre tutto dovuto?
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Le sue trappole ricattatorie
Una di Luna di Andrea De Carlo si compone di due parti distinte che poi confluiscono nella scena finale: l’analisi della relazione tra figlia e padre (“Non avevo nessuna voglia di cascare nelle sue trappole ricattatorie”), l’analisi dell’insorgenza di un rapporto di coppia.
La partecipazione di Achille Malventi, bizzarro ultraottuagenario genitore che ha sempre imposto alla famiglia la propria perniciosa personalità (“La sua aggressività latente sempre pronta a esplodere, che ho poi ritrovato in ogni maschio… anche nei più deboli e frustrati”), al programma televisivo Chef Test è per la figlia Margherita forse l’ultima occasione per ristabilire un rapporto filiale patito in posizione soccombente.
Il viaggio da Venezia a Milano negli studi televisivi tuttavia non consente di raggiungere questo obiettivo.
Eppure a Milano Margherita conosce Jules, un uomo intuitivo e sorprendente, che offre alla narratrice l’altra importante occasione della vita: quella di ristabilire il giusto rapporto tra sessi contrapposti (“Esseri potenzialmente pericolosi, inclini all’irrazionalità malgrado tutte le loro continue ostentazioni di razionalità. Il prevalere dell’orgoglio, l’ossessione per i successi pratici, lo spirito accanito di competizione, l’ambizione priva di limiti naturali, l’ostinazione non intaccabile: sono tutte cose che ho conosciuto prima in mio padre, e poi riconosciuto negli altri maschi”), quello di sovvertire il corso di una vita altrimenti votata alla monotonia e al fallimento.
La prima parte, negli studi televisivi di Milano, assume tratti comici e divertenti. La seconda, a Venezia, si tinge di romanticismo fuori dagli schemi e di serenissima eleganza (“Le sole situazioni un cui non ho dubbi di esser giusta sono quando lavoro e quando guardo la Luna”).
Adoro la scrittura di De Carlo ed ecco il mio giudizio finale: elegante, raffinato, descrittivo, romantico.
Bruno Elpis
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Per l'ironia delle descrizioni .paterne: Full of life e La compagnia dell'uva di John Fante (imperdibili!)
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Un padre/una figlia a Chef Test
L’ultimo libro di Andrea De Carlo, Una di Luna, esplora con perizia e metodo il rapporto tra una figlia e un padre. Un rapporto non sempre idilliaco, spesso tormentato e difficile, dove non si smette mai di sperare in un qualche cambiamento proficuo, che:
“il tuo cavolo di padre possa improvvisamente smentire tutto quello che è stato (e non è stato)fino a quel momento. Che possa rivelarsi d’improvviso interessato a te, capace di ascoltarti, desideroso di sapere a che punto sei, se sei contenta o no, com’è messo il tuo cuore, pronto a condividere i tuoi dubbi sulla vita, partecipare ai tuoi pensieri, uscire dalla campana trasparente del suo ego per essere con te, esserci. O anche solo chiacchierare un po’, mostrare un minimo di curiosità, chiederti come stai, cosa fai. Un minimo, proprio. (…) Eppure c’è un filo tra noi, una comunicazione fatta di tratti comuni, di cose non dette, ma intuite, di sentimenti che affiorano in modo così fugace da lasciarti il dubbio che siano mai manifestati. E’ una comunicazione stancante, frustrante, dove non fai in tempo ad illuderti, e già la delusione ti arriva addosso come una doccia fredda.”
Il padre di Margherita non è un soggetto facile. Un ex chef di grido, che ha perso tutto, per non essersi reso conto di aver esagerato con le proporzioni, ora ottantasettenne è un uomo incattivito con il mondo, e riversa tutta la freddezza di cui è capace sulla figlia. Da lui:
“mi viene il senso di precarietà che provo quasi sempre, di incompleta legittimazione, di insicurezza sul mio aspetto fisico, sui miei modi di fare, sul timbro della mia voce. (…) Poi mio padre è stato solo il primo maschio egocentrico e prevaricatore nella mia vita, non certo l’unico. “.
Ora è stato invitato come giudice ad un reality show, a Chef test, che può quasi sembrare un’occasione di rivincita, e al contempo la possibilità di recuperare il rapporto con la figlia. Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta ….
Un libro scritto con un’ottima prosa. Esplora con acutezza il rapporto filiale, da un punto di vista intimo ed intimistico. E’ anche una buona osservazione di costume della società attuale. Con uno sguardo particolare, quello benevolo della Luna, che:
“da bambina guardavo la Luna per delle ore dalla finestra della mia stanza, con la sensazione di appartenere più a lei che alla Terra. Lo faccio ancora: guardo la Luna con la stessa intensità di allora, a volte fino a che gli occhi mi lacrimano. Allora ero convinta che se l’avessi guardata abbastanza intensamente forse sarei stata finalmente risucchiata lì, a casa. (…) Perché: “il sole fa rumore, ma la Luna è silenziosa”.
Un dualismo, Luna/Sole, assai di fascino e di buon intrigo. Un connubio tra cucina, analisi psicologica ed introspettiva, che conduce il lettore in un vortice riuscito di sensazioni e di emozioni. Di particolare pregio è l’esplorazione nell’animo femminile compiuta da un punto di vista maschile, assolutamente da apprezzare. Unico punto debole è il finale, che risente dei soliti e melensi clichè. Un buon libro, nel complesso.
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Ancora un uomo che spunta dal nulla
Ho letto diciotto dei venti romanzi di Andrea De Carlo, che anche in Una di Luna sa essere meraviglioso nelle sfaccettature di carattere, di ambientazione... Però l'ennesimo uomo misterioso che spunta dal nulla per rapire l'ennesima donna frustrata, e che in due giorni le trasforma la vita, beh, trovo che sia un tema ormai troppo ricorrente nei suoi romanzi, in questo forzato fino alla banalità di una casualità al limite di ogni immaginazione. Coraggio Andrea, immagina una donna che ce la fa anche senza stereotipi che magicamente si realizzano.