Narrativa italiana Romanzi Un posto anche per me
 

Un posto anche per me Un posto anche per me

Un posto anche per me

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Peppino puoi incontrarlo ogni notte sugli autobus di Roma, con un bustone in mano e la faccia da bambino. È sardo, ma vive a Roma, anzi a Pomezia. Ha trentotto anni, ma è sempre stato un po' «lentarello». La sua voce ingenua, comica, sgangherata descrive il mondo scintillante e decadente delle sue notti, ma anche l'irresistibile compagnia di ultimi del mondo in mezzo a cui è cresciuto e vive: ciascuno aggrappato a un sogno o a un dolore, a un tentativo come un altro per non essere invisibile. Un eroe stralunato racconta tutta la crudeltà di esistere, con uno sguardo infantile e sghembo che diventa l'unica forma di resistenza al male.



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Un posto anche per me 2018-02-23 09:15:27 68
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68 Opinione inserita da 68    23 Febbraio, 2018
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Origine e destino, viaggio includente....

… “ Chiunque ha un passato, anche io , un passato più lontano ed uno più vicino. Poi c’ è il pane di tutti i giorni “…
Un viaggio nel cuore della notte, un autobus da prendere, un tragitto da compiere, coincidenze, cambi, una linea retta ripetuta quotidianamente a congiungere due punti e, nel mezzo, il succo della vita.
Un dolore, quello di Peppino, che ha radici lontane e si trasfonde in un dialogo muto con la propria infanzia rievocata nella forza dei ricordi e delle parole della propria lingua e terra natia ( la Sardegna ) ed in una sola immagine dolce ( Marisa ), fino a quel tragico evento che lo ha segnato per sempre.
Ma …” un uomo solo che viaggia su un autobus nel cuore della notte porta sempre con se’ un segreto e molte vergogne, e gli uomini che custodiscono segreti e vergogne e’ bene non vengano disturbati “….
Oggi Peppino non piange più, è un corpo che, posato il proprio dolore, è semplicemente ingrassato, un ragazzo grasso e solo. Consegna pacchi attraversando la notte, i propri ricordi unici compagni di viaggio, lui una semplice ombra.
Ma … “ la vita la comprendi meglio solo se la osservi da fuori e la capisci meglio quando è passata, io la mia vita la capisco quando ripenso a me stesso bambino e mi rivedo come fossi un altro che non sono più”...
Respira i volti, gli odori, gli aliti, e soprattutto Marisa, fantasma dolce ed amorevole più che mai vivo e presente, mentre lui, da sempre un po’ lento, ha da tempo deposto i propri sogni ne’ ha mai avuto niente.
Sin da bambino le cose sono andate al contrario, era considerato “ uno porceddu “, coinvolto nella eterna lotta tra prepotenza e disperazione, forse sarebbe divenuto uno “ cuccurus cottus “ ( testa calda ), ed ancora oggi ricerca un piccolo angolo tutto per se’.
In fondo a quell’ autobus sembra sempre parlare da solo, tutti pensano sia un po’ picchiatello, invece parla sempre con qualcuno ( Marisa ).
Una famiglia complessa la sua, allo sbando, piena di vergogna, una madre ( del Canton Ticino ) mai conosciuta, un padre contrabbandiere, una nonna vecchia, una nonna giovane e poi il refettorio, il viaggio nel continente, una nuova vita, una casa ed un lavoro a Roma.
Ad un certo punto qualcuno aveva desiderato la sua morte per poi deviare verso un altro genere di morte.
Oggi ha tanti anni di consegne notturne alle spalle, invisibile come sempre, cercando di evitare ogni genere di scontro. Sta meglio solo quando sa essere quel Peppino sempre bambino, ed in questa grande città non sua si considera ancora un intruso perché sa, mentre cammina e guarda le finestre, di non avere una vera vita.
Il passato vive di vecchi fotogrammi, una storia riaccesa, una espiazione dovuta, un viaggio mentale e sentimentale conclusosi come quel solito iter notturno, tutto azzerato ed introiettato per riuscire ad riemergere.
In futuro un nuovo viaggio lo attende senza nessuno a cui accompagnarsi, potendo decidere del proprio destino perché …” non sono né il posto ne’ le persone a fare la differenza ed il solo ricordo delle cose belle non basta ad una nuova vita ….
Una nave ed un mare aperto di fronte cercando, se ci riuscirà, di essere una bella persona, finalmente in sintonia con se stesso senza alcun sentimento di rivalsa perché’ … “ovunque andrò ci sarà un posto anche per me. Mi spetta “…
Un racconto toccante ed un protagonista profondo, come la storia ed il linguaggio della propria terra, da cui tutto ebbe inizio. Un’ origine apparentemente smarrita, travolta e stravolta da affetti negati e perduti, ignoranza non condivisa, violenza gratuita, quotidiana disperazione, rabbia repressa con un unico amore, dolce e lontano ricordo.
Un romanzo di indubbia forza, una ambientazione a metà tra le calde e pittoresche espressioni dialettali della colorita terra natia e le ombre cupe e silenti di una metropoli impersonale e violenta.
Tra le pagine un inno alla essenza più vera, la forza di radici introiettate e definenti apparentemente lontane e disperanti ( in alcune persone, non nei contenuti ) ed un monito alla forza dell’ amore ed al potere della parola, del perdono e della speranza, alla fondamentale conoscenza ed introiezione di se’ come solo riscatto possibile, in un viaggio includente ( il nuovo se’ ) che approdi in un luogo ( il mondo ) sentendosi finalmente liberi e a casa.

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