Narrativa italiana Romanzi Un passo indietro
 

Un passo indietro Un passo indietro

Un passo indietro

Letteratura italiana

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Sotto un cielo siciliano Elisabetta trova la forza di riprendere in mano la sua vita solo dopo due anni. Per il suo temperamento anticonformista, aveva dovuto rinunciare a molto. Tra una serata "ignorante" con gli amici e la scelta di decidere tra il ragazzo perfetto o quello ribelle toccherà a lei portare alla luce la verità. Perché Michelle si era ammalata? Chi era davvero suo padre? Come può essere collegata l'anoressia alla mafia? Non si tirerà indietro nemmeno quando Gioia, l'amica di sempre, le chiederà di essere al suo fianco il giorno che dovrà dire ai genitori di essere gay. Un intreccio di storie lontane tra loro verrà a galla per far comprendere di essere parte di un'unica, sconvolgente, realtà. A Elisabetta non resterà altro che fare un passo indietro...



Recensione della Redazione QLibri

 
Un passo indietro 2014-03-23 16:09:57 SunshineAle
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SunshineAle Opinione inserita da SunshineAle    23 Marzo, 2014
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Elisabetta cercava l'amore, quello vero.

“I soldi non fanno la felicità” ed Elisabetta ne sa qualcosa. Figlia di un grande imprenditore di Taormina e di una donna capace di sentirsi sicura solo indossando abiti firmati, la protagonista si trova ad affrontare da sola gioie e dolori della vita aristocratica. Lei, giovane ed anticonformista, studentessa di psicologia infantile si divide tra una serata con gli amici e due ragazzi troppo diversi tra loro, ma ancor più da lei. Messaggini a tarda notte, canzoni e problemi troppo seri per una ragazza della sua età, portano Elisabetta in una dimensione parallela. Gli altarini si scoprono, la sua amica del cuore è in realtà malata di anoressia, e Gioia, che di malato non ha nulla viene considerata però tale data la sua omosessualità. Storie di giovani, che però di puro e candido non hanno ormai nulla. Un mistero si cela tra le mura di casa Primo e casa Cundari, la mafia c’entra qualcosa con la malattia di Michelle? Ci vuole un passo indietro, un passo per poter guardare da lontano la sua famiglia, per poter esternarsi da quel nido accogliente che in realtà, cela qualcosa di profondamente inquietante.

Questo è il primo libro di Nicole Pizzato che leggo, è un romanzo a “tema sociale” che, a mio parere, riesce ad avvicinare anche i più giovani ad un argomento impegnativo come può essere la mafia. È riportato tutto in modo semplice, niente giri di parole, solo la chiarezza e schiettezza necessarie a spiegare al meglio un argomento delicato come questo. La storia tra la protagonista e Raul, giovane Brasiliano dal bell’aspetto, mi ha tenuta incollata alle pagine, suscitandomi curiosità e una gran voglia di scoprire l’evolversi della loro relazione. Mi ha infastidita il personaggio della madre di Elisabetta, e leggendo mi sono trovata più e più volte a pensare a quanto in realtà non siano scontati certi valori che ci insegnano i nostri genitori. Valori fondamentali, come l’umiltà, hanno tristemente risparmiato alcuni soggetti, ed è davvero avvilente leggere come una donna si possa sentire completa solo indossando un abito “Gucci” e sentendosi così qualcuno solo indossando il nome di un altro. Quanta insicurezza può esistere in una persona che non è capace di guarnire la sua vita con i nomi dei suoi cari, ma solo con quelli di stilisti famosi? Ad alcuni la lunga lista di grandi marche potrebbe infastidire, specialmente all’inizio quando non si conosce bene la personalità della madre, e quindi può dare l’idea di essere un libro un po’ frivolo. La storia racconta di alcuni “incontri clandestini” con Raul, e non mancano gli accenni sessuali, ma intendiamoci, nulla di volgare o esageratamente sfrontato. Chi avrà letto alcune delle mie recensioni precedenti saprà che io sono un po’ “bacchettona” da quel punto di vista e quanto un libro sfocia nel volgare mi infastidisce, ma in questo le parti “d’amore” sono descritte in maniera così dolce da far volare l’immaginazione e lasciare il lettore ad affezionarsi ancora di più ai due protagonisti. I dialoghi sono scritti in maniera semplice, a volte con qualche accenno dialettale e con qualche parola colorita, ma non ci ho trovato nulla di male, solamente ragazzi di vent’anni che usano qualche “minchia” di troppo per dare enfasi alle loro conversazioni … e quale ventenne non lo fa? Anche in questo ho trovato veritiero il racconto di Nicole, descrive i giovani alla perfezione, e leggendo mi sono ritrovata ad immaginare i loro gesti e la sfrontatezza che solo un ventenne può mostrare. Mi sono piaciuti gli accenni alle canzoni dei “Negramaro”, una delle quali porta proprio il nome del libro, e alcuni scambi di sms tra Elisabetta e Raul mi hanno fatta sorridere, insieme a lei. Una cosa negativa che ho trovato (anzi, l’unica) sono alcuni errori di grammatica, non parlo dei discorsi diretti, espressi in un linguaggio dialettale, ma proprio qualche errore qua e la, forse solamente errori di battitura, ne ho notati un paio, ma nulla che comprometta la lettura del libro, che sentirei di consigliare ad un pubblico giovane, che cerca una lettura semplice e rilassante ma allo stesso tempo di spessore. Termino la mia recensione scrivendo una frase che ho trovato all’interno del libro e che mi ha colpita:

“Elisabetta cercava l’amore quello vero, puro. Quel sentimento che ti fa sentire la febbre e i brividi alla pancia. L’amore quello citato nelle poesie dei poeti romantici. L’amore che non guarda in faccia niente e nessuno, nel quale non conta l’automobile che ha l’altra persona perché la seguiresti in ogni parte del mondo, anche a piedi nudi”

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