Narrativa italiana Romanzi Un karma pesante
 

Un karma pesante Un karma pesante

Un karma pesante

Letteratura italiana

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Eugenia, da adolescente ossessionata dalla faticosa ricerca della propria identità e segnata da un dolore prematuro, diventerà una donna che sembra ottenere ciò che vuole. Ma un esaurimento e un incidente la obbligano a confrontarsi con i pezzi di sé lasciati per strada: la tredicenne affascinata dall'oscuro personaggio di uno scrittore russo; la ventenne che si ribella nel modo più pericoloso e parte per Londra in fuga dalla malattia del padre per approdare nella Milano dei profondi anni Ottanta, dove le accade per caso di scoprire il proprio talento di regista, e poi nella New York degli anni Novanta. Fino al presente, inquadrato nel rigore dei solitari Anni Zero ma riscattato dall'amore imperfetto per Pietro e per le figlie Rosa e Lucia.



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Un karma pesante 2015-08-24 16:52:00 lollina
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lollina Opinione inserita da lollina    24 Agosto, 2015
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Ancora un personaggio con il male di vivere

Eugenia è una donna apparentemente realizzata: intorno ai quaranta, regista di nicchia apprezzata e premiata, matrimonio solido seppure senza troppi slanci, due amatissime figlie ancora piccole. E un senso del dovere implacabile, un assoluto rigore verso se stessa. Un malore da stress la costringe però a rallentare e a fare un primo bilancio della sua vita: risalendo all’adolescente inquieta e ribelle, innamorata di un oscuro personaggio di un oscuro narratore russo e fidanzata di un tossico; alla giovane donna in fuga da una famiglia ingombrante e poi da un dolore improvviso; alle mille identità professionali (addetta ai call center, pubblicitaria free-lance, promessa del marketing), fino alla casuale scoperta della sua vera strada. Sempre in un equilibrio precario tra attivismo frenetico e indolenza, sulla soglia di una depressione da cui la salva l’amore per le figlie che la tiene ancorata a terra (ma questo tema è appena accennato nel romanzo).
Insomma, l’ennesimo personaggio con il male di vivere, quello che abbiamo un po’ tutti, anche chi di noi non ha la fortuna di cadere in piedi come la protagonista di questa storia. Per la quale mi permetto un giudizio superficiale e poco argomentato: alla fine risulta antipatica, o almeno così è risultata a me. La prosa della Bignardi è asciutta e diretta, descrittiva e senza fronzoli come la sua conduzione televisiva; un po’ più di ritmo non avrebbe guastato.

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Un karma pesante 2015-05-15 16:27:32 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    15 Mag, 2015
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UNA GIOVANE DONNA UN PO’ ME UN PO’ SI UN PO’ NO

Lo stile di questa scrittura ricorda molto il personaggio televisivo, che sono più abituata a conoscere: è uno stile fatto di frasi brevi, uno stile secco, asciutto, accattivante e mi piace, perché mi prende per mano e mi porta avanti nella lettura. La storia è un po’ il racconto della vita di una donna, attraverso i visi che le stanno attorno quando è bambina, i visi che nella vita non si scordano più, gli incontri che hanno caratterizzato la sua giovinezza, il suo equilibrio precario, borderline. Lei, che, appena si ferma, ritorna a percepire il dolore. Lei che è stata ancorata poi a terra dall’amore delle sue bambine, perché, da sola, non sarebbe stata capace di volersi abbastanza bene da restare. Lei che impari a conoscere attraverso dei mini-salti temporali che forse è l’unico aspetto stilistico del libro che ritengo non ottimale. Lei che è un po’ me in tante cose e per niente me in tante altre, ma che ho comunque sentito vicina. Sempre.

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Un karma pesante 2014-10-24 12:04:38 Virè
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Virè Opinione inserita da Virè    24 Ottobre, 2014
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Una piacevole sorpresa

Innanzitutto ringrazio gli utenti che hanno scritto le recensioni prima di me e che mi hanno indotto a leggere questo libro, che altrimenti non so se avrei scelto!

Avrei voluto scrivere la recensione di questo libro già prima di completarlo e questo la dice lunga su quanto mi sia piaciuto. E' stata una bella sorpresa, viste le perplessità iniziali dovute all'autrice, il cui successo nello scrivere è sicuramente dovuto più al fatto che sia un volto noto dello spettacolo che non alla sua abilità letteraria.
Di sicuro non siamo di fronte ad un capolavoro della letteratura, ma devo ammettere che la protagonista di questo libro ha le caratteristiche di un grande personaggio. Ti prende e coinvolge sin dalla prima pagina, ti fa affezionare a lei e si fa seguire nei suoi salti descrittivi tra la sua vita attuale e la sua storia. E' lei che regge tutto il romanzo, ne riempie la trama e il linguaggio, mette in ombra tutti gli altri personaggi e nonostante questo non risulta noiosa.
E' questo il pregio principale di questo libro, una protagonista che riesce a reggere sulle sue spalle tutto, senza far pesare una trama e un linguaggio semplici se non banali.
Le altre persone che compaiono nel romanzo sono lì solo per fare da cornice, ne vengono presentati gli aspetti fondamentali per spiegare il loro rapporto con la protagonista e nulla più. Se ne parla quando è necessario e per il resto vengono tenute ai margini, ma anche questo non risulta un difetto, anzi si inquadra perfettamente nella storia.
La narrazione si muove tra il presente che vede Eugenia, la protagonista, fragile e insicura, in uno stato di despressione e insofferenza e il suo passato, che però nulla ha di straordinario, è la vita più o meno normale di una ragazza, irrequieta da adolescente, che cerca la propria realizzazione e parte dai lavori più insignificanti per cercare di costruirsi una posizione migliore e di capire cosa realmente vuole fare nella vita. Una ragazza a cui le opportunità arrivano, un po' perchè cercate con caparbietà, un po' casualmente, con proprio quello che capita un po' a tutti nella vita.
Insomma una storia che in fondo non ha una trama particolarmente originale, nè piena di colpi di scena, eppure in grado di coinvolgere comunque il lettore, di suscitare quella curiosità che ti porta a voler divorare il libro per sapere com'è andata avanti la vita di questa donna, quale scelte ed eventi si è trovata di fronte.
Il linguaggio è semplice, scorrevole, senza perifrasi complicate, ma neanche pieno di frasi brevi e ad effetto. Un linguaggio descrittivo che ben si adatta alla voce narrante.
Insomma come dicevo, non è un capolavoro della letteratura, ma è un libro che ha tutta la sua forza nella protagonista e in quanto tale si fa apprezzare tanto. Tutto il resto, la storia normale, ma non per questo banale, il linguaggio semplice, ma non per questo sbagliato, lo rendono una piacevole sorpresa.

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Un karma pesante 2012-11-02 23:06:09 Zoe 2012
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Zoe 2012 Opinione inserita da Zoe 2012    03 Novembre, 2012
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Avrei voluto non finisse mai

Avrei voluto leggere di Eugenia ancora e ancora. Ritratto di una donna decisa, carismatica, che si basta, al quale nulla basta mai. Dalla gioventù tormentata, ai legami sbagliati, passando per la famiglia al suo attaccamento al lavoro che spesso funge da via di fuga e da consolazione all'inquietudine che le alberga dentro, pagina dopo pagina sono stata sedotta dal suo essere così facilmente distaccata... Anche se l'animo è un turbine di emozioni contrastanti.
Un libro semplice ma che arriva dritto al cuore.

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Un karma pesante 2011-07-06 13:45:07 crisk
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crisk Opinione inserita da crisk    06 Luglio, 2011
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Eugenia

Un “Karma pesante” è un romanzo con un’unica protagonista “Eugenia”. Eugenia è una donna “vera” e credo che molte donne si possano riconoscere in lei, nella sofferenza verso se stessa, e nella sua incapacità di godersi in pieno gli avvenimenti della vita. Eugenia appare una donna che ha patito gli eventi della vita, rincorrendo uno stato di felicità che non raggiunge mai, si fa travolgere da situazioni che in fondo non vuole, solo per godere di emozioni forti che la fanno sentire viva. Anche, quando la vita gli propone un amore da “sogno” con un uomo che le possa dare tutto il benessere che desidera, perfino questo sembra non appagarla. Si ritrova per caso a fare un lavoro, che poi sarà il suo lavoro definitivo quello che le darà grosse soddisfazioni professionali, ma che apparentemente non la rende felice. Forse tutta questa sofferenza interiore, questa insoddisfazione che prova, la confonde con quello che ha voluto e che vuole veramente, perché questa è Eugenia, una donna che da sola si è costruita una carriera e una famiglia e anche se crede di non averlo scelto, ha scelto questa vita, e forse questa la rende felice ma non ne ha la consapevolezza. Inseguire le forti emozioni non le permette di godere di quelle sensazioni semplici, che poi sono quelle a dargli la felicità, in fondo la felicità è uno stato d’animo transitorio, una piccola emozione che dà gioia.
In questo personaggio mi sono rispecchiata molto in fondo credo che la quotidianità , lo stress, le insoddisfazioni, ci fanno correre dietro a qualcosa che pensiamo di volere, ma che in fondo non vogliamo veramente. Probabilmente quello che desideriamo è davanti a noi ma non riusciamo a vederlo.
La scrittura scorrevole e fluida rende la lettura estremamente piacevole, non sarà una trama originale, ma gli spunti riflessivi che offre sono notevoli, per questo lo consiglio veramente a tutti e non solo alle donne……..

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Un karma pesante 2011-02-27 22:07:06 alan smithee
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alan smithee Opinione inserita da alan smithee    28 Febbraio, 2011
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una "Daria" potente

Quello che mi colpisce di piu' di Daria Bignardi e' lo stile essenziale eppure cosi' accattivante ed ironico della sua scrittura. Per un anno in famiglia siamo stati abbonati a Vanity Fair e io ogni settimana aspettavo questa rivista (per il resto patinatissima e raramente interessante) per leggere la rubrica della Daria. Ogni settimana la scrittrice ci intratteneva (penso succeda ancora oggi) con argomenti di attualita'e costume, a volte anche leggeri o lievi ma scritti cosi' bene che ho spesso provato una sana invidia (ma piu' che altro vera e propria ammirazione) per come riuscisse a scriverli con la naturalezza con cui le cose si pensano. In questo suo primo vero romanzo (il bel autobiografico "Non vi lascero' orfani" sembra rispetto a questo piu' un'opera seconda) Daria riesce a tradurre in scrittura chiara e lineare pensieri e turbamenti della protagonista (una regista italiana quarantenne ormai affermata) che sono poi le stesse incognite e dubbi che di ognuno di noi prima o poi nella vita deve affrontare. La struttura del romanzo alterna capitoli - tutti veloci e di gran ritmo - relativi alla vita odierna della protagonista, ad altri che partono dai primi vent'anni di Eugenia che fugge a Londra, poi a Milano, poi negli Usa e che dal marketing la portano quasi per caso ad affacciarsi nel mondo del cinema. Dal primo cortometraggio sulle emorroidi ai film di fiction premiati ai festval piu' prestigiosi. Ma le insicurezze di Eugenia non l'abbandonano nemmeno ora che potrebbe essere una donna realizzata. Bel romanzo, questa volta senza sopresa perche' sapevo bene quanto valesse Daria Bignardi scrittrice dopo il felice esordio dell'anno precedente.
Secondo romanzo sul cinema che affronto, subito dopo l'altrettanto bello ma diversissimo "Fare scene" di Starnone, cui seguira' (sempre casualmente e per chiudere una trilogia sul "fare cinema") un altra opera sul cinema...ma stiamo parlando di quel satanasso di Palaniuk, e ve ne parlero' piu' avanti...se vorrete.

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Non vi lascero' orfani
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Un karma pesante 2010-11-11 07:18:24 Ginseng666
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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    11 Novembre, 2010
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Debiti karmici, un destino che si eredita...

Si definisce Karma l'insieme di vite precedenti che determina lo scorrere piatto o carico di traversie che la nostra vita ci offre e alla quale inutilmente ci possiamo opporre.
Nelle vite precedenti siamo stati benevoli e generosi? Allora possiamo godere di una vita agiata o con pochi problemi...
Al contrario se siamo stati feroci, ladri o predatori...vivremo una vita carica di negatività, traversie e sfortuna...
Questo per spiegare il senso del titolo...
"Un Karma pesante" è un libro piacevole, accattivante e di stile scorrevole, adatto ad ogni tipo di lettore, anche a quelli più esigenti come sono io.
Eugenia è un personaggio irresistibile che al contrario del consueto si adatta al suo karma e lo combatte, cioè sa trarre dalle traversie la parte migliore, l'insegnamento e trasformare le vicende sfortunate in occasioni di crescita e di riscatto.
Nel libro si attraversano le diverse tappe della vita della protagonista dalla giovinezza all'età matura e vi assicuro che si rimane conquistati dall'umanità di Eugenia, dalla sua particolare fragilità, dal suo essere vicina a noi che ci riconduce inevitalmente al centro del nostro cuore, delle nostre più intime emozioni.
Se anche noi abbiamo un karma pesante e che ci opprime proviamo a fare come lei e a travolgere come un uragano le traversie della nostra vita.
Consigliato.
Saluti.
Ginseng666

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Un karma pesante 2010-11-09 19:20:27 lucaferri
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lucaferri Opinione inserita da lucaferri    09 Novembre, 2010
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Lettera aperta all'autrice di un capolavoro


Io ho adorato NON VI LASCERO' ORFANI perchè è un libro vero, sincero, scritto benissimo, pieno di frasi molto belle ed emozionanti che vanno dritte al cuore....un libro non facile che tu hai scritto spogliandoti completamente di tuoi segreti e di piccole intimità famigliari e rendendoci tuoi complici in un bellissimo percorso di vita.....
Ti giuro che ero proprio curioso di vedere come saresti uscita da due difficoltà...quella di ogni opera seconda, che deve bissare o superare il successo della prima, mettendo sempre in una situazione di disagio e di pressione psicologica...e quella di scrivere per la prima volta un romanzo, un libro dunque ben diverso e senza appigli autobiografici.
Daria hai scritto un capolavoro, credimi....
Sono completamente certo di quello che scrivo...non sono di sicuro un grande critico letterario, anche se ho sognato per tutta la vita e sogno ancora di fare il giornalista o lo scrittore, ma sono certo di rappresentare il lettore medio e questo libro è meraviglioso...
Eugenia è un personaggio fantastico, in cui è impossibile non riconoscersi, perchè, durante questa emozionante storia di vita lunga 30 anni, Eugenia siamo noi e, quando non lo siamo, rappresenta magari quello che avremmo voluto essere, i nostri sogni, la nostra voglia di mollare tutto e ripartire, le nostre angosce, le nostre infatuazioni, le nostre paure, gli amori che spesso non riusciamo a vivere del tutto e in cui rimaniamo invischiati, la voglia di vivere ma anche di sparire.
Eugenia mi è piaciuta da morire perchè è fragile, sempre sul punto di spezzarsi, ma è anche capace ogni volta di rinascere con una tenacia incredibile....quando si trova, unica informata, a sapere della malattia del padre, sembra crollare e scappa a Londra, ma in realtà la sua forza sta nel sapersi costruire in un attimo, e giovanissima, una vita in una città straniera...
Anche il fatto di licenziarsi due volte per ripartire con un nuovo lavoro e proseguire nel suo sogno (peraltro non chiaro in un primo momento neanche a lei, ma di sicuro qualcosa di più bello del presente) è veramente affascinante....
Eugenia è capace di lasciare un lavoro proprio nel momento in cui il capo comincia a prestarle attenzione (come nel giorno della nevicata oppure quando si inventa il cortometraggio a New York) e poi crede talmente in se stessa (pur avendo alle spalle solo uno spot pubblicitario di 30 secondi) da partire davvero per New York lanciandosi in un'avventura piena di incognite....
Ma ti innamori definitivamente di lei, se non l'hai già fatto all'inizio del racconto, quando una bugia raccontata ad Erica Jong diventa lo spunto per iniziare la sua carriera di regista.
E poi è fantastico il modo fresco e immediato in cui racconti, a partire dall'attacco di panico in aereo in cui Eugenia crede di morire....questo continuo flash-back, alternato al presente con Pietro e le figlie, rende la storia veramente emozionante e ti impedisce di abbandonare la lettura perchè il presente di Eugenia non è meno avvincente del passato.
Bellissimo anche il modo in cui introduci, con varie citazioni qua e là, il personaggio carismatico del Conte, romantico e tragico amore giovanile messo sempre a confronto con gli amori incostanti pre-maternità...il momento in cui dedichi un capitolo al loro amore e alla fine tragica dell'unico che faceva sentire Eugenia la "sua donna" è quello giusto e lo fai in modo perfetto.
E' rappresentato benissimo anche il personaggio del marito, che nel racconto di Eugenia, oltre che intelligente, riesce ad essere a suo modo ironico e rassicurante...si sente che dopotutto la ama e lei stessa riesce a trovare romantico il loro menage fatto di continui litigi.
Giusto anche dare risalto in copertina al dialogo con Alessandro, unico amore per cui Eugenia fa una follia economica e figura molto bella...la frase in cui lei dice che ha capito perchè lo amava è splendida.
Di grandissimo effetto il momento in cui Eugenia ha l'incidente, a cui segue nel capitolo successivo il ricordo dell'ospedale e della vecchia operazione di peritonite, che si dissolve nuovamente nel presente e nel coma attuale.
Un gioiello anche il finale, introdotto da quel viaggio a Venezia con Lucia, con quelle frasi bellissime di uno zio che forse l'aveva capita come nessun altro.
Vorrei parlare per ore del libro e di mille risvolti e mille frasi che mi sono piaciute tantissimo (moltissime me le sono scritte...) e se ti fa piacere lo farò....
Per ora ti ripeto solo che è un capolavoro assoluto e che l'unico modo per introdurre un'intervista a te in cui si parli di questo libro sarebbe..."alè Bignardi alè alè", come è stato detto per Piperno.
Complimenti Daria, non vedo l'ora di farmi autografare questa copia e di dirti di persona che sei una grandissima scrittrice!!!!

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