Narrativa italiana Romanzi Un giorno di gioia
 

Un giorno di gioia Un giorno di gioia

Un giorno di gioia

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

Jean e Tilda sono madre e figlio. Jean, il narratore, vuole raccontare la sua storia e quella della madre, che dopo la morte del padre è divenuta ladra e rapinatrice – in una eccentrica, sensuale famiglia, segnata da conflitti economici, follie e scontri passionali. Madre e figlio fuggono a una velocità emotiva che stritola realtà e finzione: i loro sogni confondono la realtà; i loro gesti tradiscono l’immaginazione. Jean non vive una vita semplice ma accetta la femminilità sfrenata e folle di Tilda. Tilda è madre, femmina e criminale: una criminale romantica, bellissima, che ama e si dispera in mezzo ai gioielli, dentro un castello con una tigre che si chiama Asia e un tesoro che si chiama Jean.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0  (1)
Contenuto 
 
3.0  (1)
Piacevolezza 
 
4.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Un giorno di gioia 2015-11-05 05:27:39 Natalizia Dagostino
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Natalizia Dagostino Opinione inserita da Natalizia Dagostino    05 Novembre, 2015
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Equilibri fra castello e confine

Storia di genitori fragili, di donne irrisolte, di relazioni contaminate, di figli turbati.

L’inconsistenza pericolosa del possesso. Scrittura sicura di crimine e di sesso, scrittura chiara di un’estetica violenta e dolente.

Aurelio Picca convince. Inaugura la speranza, attraverso il ricordo e il dolore di raccontarsi e di fidarsi.

“Mentre cresceva l’idea di scrivere questa storia, ho capito che castello e confine coincidevano, trasformandosi in una sorta di mia intima patria. Nel raccontare ho chiarito che sul confine è ubicato non solo il castello, bensì il mondo intero. Il mondo che ha perduto culture e pietà, talento e rivolta. E proprio perché la storia sta cancellando i suoi vecchi confini tutti noi siamo aggrappati a un ciglio di rupe che si affaccia sul precipizio. Accade, più spesso di quanto ce ne rendiamo conto, che le esperienze personali coincidano con molti destini – addirittura con il destino del mondo. Ormai sono convinto che il castello-confine sia stare appesi sul vuoto, camminare su una corda tesa sopra la voragine.” p.177

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
20
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Di bestia in bestia
I qui presenti
La vita a volte capita
Errore 404
La stagione bella
Dimmi di te
Fumana
Nina sull'argine
Liberata
Un millimetro di meraviglia
Nannina
La neve in fondo al mare
Chiudi gli occhi, Nina
Magnifico e tremendo stava l'amore
Dove la luce
Il nostro grande niente