Un cuore arido
Letteratura italiana
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Il mio cuore inaridito
Condizionata dal buon esito della mia passata esperienza col piu' famoso LA RAGAZZA DI BUBE, quando ho per caso incontrato quest' altro titolo di Cassola ho detto sì, leggiamolo.
Ambientato tra Cecina e Marina, la collocazione marittima poteva essere un buono spunto in cui piazzare la storia di Anna. Ma la storia di Anna non decolla, arranca rasoterra con la bocca impastata dalla sabbia dell'arenile e la pazienza (mia) pugnalata ininterrottamente dagli aghi della pineta livornese.
La blanda trama si arrangia come puo' vivacchiando tra il pudore ed il perbenismo di Anna, che inorridita insulta con l'allora tremendo epiteto "villano" l'innamoratissimo Enrico che le bacia i capelli e poi - la meschina - si rotola beata e consenziente fra le dune col soldatino della sorella innamorata.
E ancora sono sbaciucchiamenti a destra , palpatine a manca e l'inconsistenza si fa sempre piu' fitta ovunque, gli spilli pungono, mi si inzuppa la bocca di sabbia e sale.
La scrittura estremamente semplice non crea atmosfera e non convalida la scena come in LA RAGAZZA DI BUBE, in questo caso si contano ripetizioni ed il risultato finale e' piatto, noioso, una minestrina farinosa e tristemente insipida.
Ci sono romanzi come semplici ballate memorabili e romanzi di canzoni stonate.
Qui siamo talmente scardinati nel pentagramma e d'ugola così infeltrita che non solo il testo e' sconsigliabile, e' addirittura pruriginoso nella sua banalita'.