Un calcio in bocca fa miracoli
Letteratura italiana
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Un calcio in bocca fa miracoli di Marco Presta
Già il titolo mi aveva attratta, ma è stato il consiglio della Littizzetto alla lettura di questo romanzo che mi ha convinta. Il protagonista è strepitoso: un vecchio burbero, cinico, ma anche capace di grandi slanci emotivi. Semplicemente uno spasso. Un personaggio capace di spiazzare chiunque con le battute avvelenate che tutti noi pensiamo, ma quasi nessuno ha il coraggio di dire. Un uomo ormai libero di essere (vista la sua veneranda età), che non si nasconde dietro alla forma e alle ipocrisie, ma ha il coraggio di dire e di fare esattamente ciò che pensa. Bella l'alternanza di scene esilaranti, dove si sorride e si ride senza contegno e i momenti nostalgici e malinconici, che ci fanno riflettere sulla solitudine in cui vive ognuno di noi. È un tipo di romanzo che mi piace: vivo, divertente, allegro, malinconico e cinico, capace di allertare i tuoi sensi e darti un sacco di emozioni diverse fra loro. Oltretutto, l'idea di poter restare perfidi anche in vecchiaia mi eccita assai. Peccato non sapere come si chiami il vecchio protagonista: nel libro non è mai accennato il suo nome.
Le frasi o espressioni che mi sono piaciute di più:
-"purtroppo, mi è sempre mancato il coraggio di apparire ridicolo, la sola vera forma di coraggio";
-"un giorno sei abbracciato a una donna, la baci con tanta passione da succhiarle via il cuore e trent'anni dopo al supermercato ti tratta come fossi il suo gommista";
-"io non ho mai saputo muovermi. Nel ballo bisogna tracciare delle curve, a me sono sempre venuti fuori solo spigoli";
-"il silenzio è la cosa più straordinaria che c'è in natura";
-" bisogna dire "ti amo" solo in caso di estrema necessità. L'uso incondizionato di questa frase l'ha banalizzata fino a privarla di significato".
Bello, lo consiglio!
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Senile Irriverenza
Ci si trattiene tutta la vita dal dire ciò che si pensa realmente, ma quando si superano i settanta si può osare e, finalmente, essere franchi. Così, senza un pelo sulla lingua e con la vivacità di un bambino che muove i primi passi, il nostro protagonista senza nome si racconta. Un vecchiaccio senza qualità, a suo dire, mai stato un buon padre, mai stato un buon marito e sopratutto, sempre stato un pessimo amico, costretto a praticare tutte queste mansioni solo perché obbligato dagli altri. Ladro incallito di penne, narra in prima persona, tutta di un fiato, l'ultimo, la sua vita con Anna, la figlia, Orietta, la ex-moglie e Armando, il pizzicagnolo suo amico.
E' un escalation di risate dolci, amare con e del protagonista. Ad ogni pagina, si prende in giro Armando, novello amorino, che onora l'amore alla moglie defunta, facendo innamorare due giovani, si scherza sulla portinaia, argomento dei sogni erotici del protagonista e delle sue irriverenti battute sul sesso, in particolare quando lei si innamora del barista "dentoruto" e ci si trastulla delle manie di Orietta, come donna, come mamma e come moglie.
“Un calcio in bocca fa miracoli” è un sguardo sfrontato della vita alla terza età, dove le paure della morte e delle malattie vengono esorcizzate dalle battute e dal sarcasmo, dalla libertà di dire e fare ciò che si vuole perché finalmente liberi dall'obbligo di “restare in società” e di comportarsi secondo le convezioni sociali.
Una corsa verso il futuro senza rinnegare il passato raccontata con semplicità e schiettezza, che si legge a menadito.
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I conigli ruggiscono?
Armando, pizzicagnolo di professione, è uno di quegli anziani innamorati dell'amore, sembra quasi che voglia onorare la memoria di sua moglie contribuendo alla nascita di un amore fra due ragazzini del suo quartiere Chiara e Giacomo, che lui, "vecchio amorino" con le ali rinsecchite ha deciso di far incontrare,scontrare e innamorare di un amore eterno come quello che lo ha tenuto legato fino alla fine a Francesca. L'altro protagonista di questa "commedia" è un vecchio falegname in pensione, di quegli anziani arrabbiati con tutto e tutti, lupo solitario, divorziato, con una figlia che vive a Milano ed è fuggita lontano dal suo egoismo come Orietta la sua ex moglie. Un anziano che all'amore crede come a Babbo Natale e la Befana,
che passa il tempo rubando penne, fregando i truffatori e sognando il seno prosperoso della portinaia. Ebbene i due terribili vegliardi ne conbineranno di cotte e di crude il primo perchè crede nell'amore il secondo perchè crede nell'amicizia.
Un romanzo divertente e toccante dove le battute al vetriolo che ci hanno fatto apprezzare Marco Presta nella trasmissione radiofonica "Il Ruggito del coniglio" sono il sale che da sapore a tutta la commedia umana.