Un adulterio
Letteratura italiana
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Recensione della Redazione QLibri
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L'amore assoluto
È un lungo racconto sull’amore assoluto l’ultimo libro di Edoardo Albinati, sull’amore libero da vincoli affettivi e istituzionali, sulla sua possibilità di realizzarsi e sopravvivere al di fuori degli schemi tradizionali che regolano la nostra società.
L’avventura di Clementina e Erri presi da una passione travolgente si consuma in un fine settimana in un’isola che offre una cornice spettacolare arricchita di profumi e colori. Scelgono consapevolmente la strada dell’adulterio, senza indugiare in ripensamenti e rimorsi, assaporando ogni minuto di un amore trasgressivo e travolgente.
Il tema non è certamente nuovo: la letteratura è ricca di amanti adulteri che sono stati vittime della passione, da Paolo e Francesca a Madame Bovary, a Tristano e Isotta e Lancillotto e Ginevra. Ciascuno di questi amanti paga il prezzo della sua colpa. Nel racconto di Albinati si vuole riscattare la passione dal senso di colpa, in un tentativo di legittimare il desiderio e la pulsione sessuale. Eppure la vicenda di Erri e Clementina riesce a sopravvivere solo lo spazio di un fine settimana, perché l’amore assoluto non ha lunga vita. L’amore è legame affettivo, è progetto di futuro, è casa, è esigenza di stabilità, si basa sulla lealtà e la fedeltà reciproca. Clementina aveva sempre sostenuto che non sarebbe mai stata di nessuno, sin da quando era giovanissima. Ma amare ed essere amati non vuole dire perdere possesso di sé, quanto piuttosto conservare il rispetto dell’altro e per l’altro, evitare l’umiliazione dell’inganno. È in fondo a questa conclusione che giunge Clementina nel momento della separazione da chi le aveva offerto la possibilità di vivere un’esperienza unica ma non ripetibile:
“Abbiamo riscosso un credito, io non sapevo nemmeno di averlo, ma ora è stato pagato. Sono stati due notti e due giorni bellissimi. Ma non credo che si ripeteranno.”
Un libro che fa riflettere sulle opportunità che la vita offre, sulle occasioni che si vorrebbe cogliere, sui limiti imposti dalla coscienza e dalla morale. Con una storia che sembrerebbe essere un inno all’amore libero, Albinati riesce a dimostrare che al contrario l’amore ha bisogno di vincoli e legami.
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l'introspezione di un adulterio
Edoardo Albinati, lo scrittore romano che lo scorso anno ha vinto il Premio Strega con La scuola cattolica, ha pubblicato un nuovo libro con la casa editrice Rizzoli, dal titolo Un adulterio.
E’ un racconto di centotrenta pagine, mentre il precedente ne aveva milletrecento, sulla storia di un uomo e una donna, entrambi sposati con altre persone, che a tre settimane dal loro primo incontro trascorrono insieme un weekend da amanti su un’isola.
I protagonisti e la loro relazione,
“fatta di beatitudine transitoria”,
sono il punto focale della narrazione, mentre:
“una tristezza insuperabile li punge mentre ancora sono gonfi ed elastici. La felicità è a portata di mano, basterebbe stendere il braccio, sporgersi per sentire se c’è”.
Così Erri e Clementina si conoscono solo da poche settimane. Ma la loro relazione inizia casualmente in un momento in cui le loro vite sono serene e complete. I due vengono travolti da una passione così intensa che le giornate passano in fretta, e i due si ritrovano calati in una sorta di realtà parallela in cui sono molto più che estranei o amanti occasionali. Tuttavia, anche in questo di più, restano essenzialmente due tipi che parlano poco, più che altro riflettono, si guardano attorno, si avvinghiano l’uno all’altra. Sul finire del weekend adulterino, tornano alla propria vita. E di quel che è successo sull’isola non rimane che il ricordo, celato sotto il cielo della finzione, che vuole fare intendere che l’amante non sia mai esistito.
Di Erri se ne percepiscono le debolezze e le ingenuità, mentre della componente femminile si apprezza l’onestà intellettuale.
“Clem è consapevole di non essere destinata a un solo uomo, riesce a capire che il senso di quel che accade con Erri è profondo ma questo non può impedire che ogni cosa volga al termine. Vive l’attimo intensamente.”.
La donna ha la forza di mettere fine alla storia, affermando con certezza che andare avanti deturperebbe la perfetta bellezza di quei momenti vissuti. E alla fine Erri non può che essere d’accordo.
Significativo il fiocco della copertina, simbolo universale dell’unione sponsale, che nel corso della lettura si capirà se potrà essere sciolto o meno. Al termine, infatti, l’autore fornisce la sua versione, ma nulla vieta che ci sia un poi. Albinati va al cuore della questione che mette sul piatto la passione e l’amore che possono coesistere, ma anche non. E allora:
“Mentire, tradire, ingannare, non farsi bastare la vita, perché?”.
La lettura di Un adulterio scorre veloce, ed è difficile non ritrovarsi nei pensieri e nelle riflessioni che, al di là della fisicità, accomunano, e al contempo separano, Erri e Clementina.
Un libro introspettivo ed affascinante.
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Cercasi amante disperatamente
Adulterio. Il tema, si sa, attira. L'infinità di libri scritti sull'argomento ne è la dimostrazione evidente. E questo di Albinati attira pure perché è breve e si legge in un soffio.
Un uomo e una donna, amanti da poco, trascorrono un fine settimana su un'isola. E' il primo viaggio soli. E' un viaggio pieno di aspettative importanti, di passione trattenuta e di desiderio crescente.
Arrivati sull'isola però, tra i due si instaura un'atmosfera fredda e tesa: silenzi importanti, attenzione a dettagli normalmente trascurabili in queste situazioni quali il colore del mare, i panorami, ristoranti, camera d'albergo. Dove sono l'abbandono, la passione, il desiderio che immagino dovrebbero caratterizzare questa situazione? Sono sostituiti da tante riflessioni personali ("cosa ci attrae in una persona sconosciuta?" E' pensabile farsi una domanda del genere durante un incontro sentimentale?).
Lui inizialmente sembra più interessato al sesso, lei alla relazione (notevole fantasia e originalità...). Ma:
"Ritrovandosi insieme in quella antiquata camera d’albergo, si erano accorti di aver raggiunto il punto di non ritorno, pensierosi e inquieti all’idea di varcarlo. Prima Erri poi Clementina poi per qualche istante insieme, spingevano lo sguardo oltre immaginando cosa sarebbe accaduto delle loro vite se si fossero sul serio innamorati."
Un paio di giorni insieme, sufficienti per far pensare a lui di lasciare tutto per la sua nuova lei e a lei di non voler lasciare ciò che già ha per paura che tutto col tempo si deteriori.
"Cominceremmo a conoscerci davvero, a capirci, magari amarci, o forse annoiarci e detestarci. Non voglio scervellarmi a inventare altre bugie per vederti. La verità non è necessaria, però l’inganno è stupido. Sono sicura che finirei per abituarmi e per crederci, cioè, credere di avere detto la verità. Non sono ancora abbastanza vecchia per avere una doppia vita."
(chissà perché per Albinati si può avere una doppia vita solo dopo una certa età)
Difficile descrivere un fine settimana tra due amanti più incoerente e irreale di quello rappresentato. Meditazioni filosofiche (ma quando mai?) di ciascuno in autonomia. Dialoghi risicati. Complicità zero. Senso di solitudine. Atmosfera romantica minimale. Tensione. Pianti liberatori. Voglia di scappare. Mah...
Può essere che sia questo libro, incoerente, irreale, poco coinvolgente, diciamo pure un po' banale e con italiano discutibile, che faccia pensare?
O è invece semplicemente l'argomento, che ci fa arrovellare? Io propendo per la seconda!
Parliamo del libro, non del tema. Che per me vale tra le due e le tre stelle. Facciamo due, dai.
Erri & Clementina
«Restava solo lo sforzo di esistere, lo sforzo inutile, il costo, il peso, l’ansimare, il volere, la faticosa rapina di un attimo appresso all’altro, inghiottire l’aria, inghiottire il proprio respiro. Tutto ciò non appena staccava le mani dal corpo di quella donna, come si stacca la spina di un apparecchio dalla corrente e inizia il consumo dell’energia accumulata. Tanta? Poca? Possibile, già agli sgoccioli?» p.26
Erri e Clementina non possono resistere a quella passione che li travolge e consuma. E’ impensabile. Il loro è un amore che brucia, che esige di essere vissuto anche se questo significa compiere un adulterio. Un adulterio che è ultimato consapevolmente, senza indugio alcuno, senza rimpianto e senza rimorso. Il tutto si dipana e sviluppa nel lasso di tempo di un fine settimana su un’isola che, con i suoi colori e profumi, fa da cornice a questo sentimento irresistibile.
Da queste brevi premesse ha inizio l’ultimo romanzo di Edoardo Albinati, uno scritto che assume le forme di un lungo racconto, che si esaurisce in appena 126 pagine e poche ore di scorrimento. Il tema trattato, al contempo, non spicca di originalità essendo quella del tradimento una della problematiche che sono maggiormente ricorrenti nella letteratura di tutti i tempi.
Il testo dell’autore si distanzia dai consueti elaborati, incentrati sulla inevitabile e successiva conseguenza del gesto compiuto, per il fatto che detta passione si distacca dal senso di colpa: il desiderio sessuale è legittimato ed avvalorato da quella trasgressione e pulsione inarrestabile a cui è inimmaginabile far fronte. L’amore, è secondo questa prima analisi, un qualcosa che dovrebbe essere vissuto senza vincolo alcuno, e a prescindere dagli effetti che le nostri azioni possono arrecare a noi stessi quanto a chi ci circonda.
Ed è da qui che “Adulterio” si sofferma e muta la propria prospettiva: la storia dei due protagonisti, come altre relazioni clandestine della realtà, non riesce a sopravvivere a questi due giorni di paradiso apparente. Perché l’amore è un legame affettivo e come tale ha bisogno di confini, di progetti, di stabilità ed anche e non di meno di fedeltà reciproca. Amare è rispetto, condivisione, emozione e non umiliazione, menzogna, inganno.
«Ora che lo avevo per le mani non lo desideravo più ma mi sembrava stupido lasciarmelo sfuggire. Si, eri forse tu quella persona attesa, ma oramai con te potevo solo commettere adulterio. Infrangere qualcosa invece che costruirlo» p. 123
Ancora, Albinati ci fa riflettere su quelle che sono le opportunità della vita, su quelle tentazioni che soventemente ci mettono alla prova con la loro attrazione fatale. Da qui sono introdotti quei limiti imposti dalla coscienza, dalla morale, dagli insegnamenti di vita ricevuti. Perché paradossalmente, rispetto all’impostazione della storia narrata che potrebbe sembrare un inno alla libertà, l’amore ha bisogno di vincoli, di relazione, ha bisogno di essere coltivato giorno dopo giorno, di maturare e crescere sotto il sole e sotto la tempesta.
A ciò si somma uno stile narrativo scarno, diretto, breve che conquista soltanto a tratti. La lettura, vuoi per le argomentazioni trattate, vuoi per brevità, resta sospesa tra i due poli della piacevolezza e non.
Si apprezza per la morale ma non necessariamente per la successione degli eventi che tendono a calcare la mano – volutamente – sulla sfera dell’intimità fisica.
«Ma non la chiedo, non la esigo, la felicità. Non la merito. Quella che mi hai dato u in questi giorni già mi sta schiacciando. Mi leva il fiato. Sono priva di forze dopo due giorni appena. Appena mi sento felice, subito divento triste, te ne sei accorto? Te ne sei accorto amore mio?» p. 124
Indicazioni utili
- sì
- no