Ufo 78
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Ufo Robot, Ufo Robot!
«Questa è la storia delle vite che si incrociarono allora, alle pendici della montagna. E se di una vita non si possono conoscere tutte le pieghe, le luci e le ombre, si può almeno provare a raccontarla, usando documenti, interviste, libri e giornali d’epoca, consapevoli dell’incolmabile distanza tra i giorni vissuti e le pagine scritte. Del resto, la sfida del narrare è raggiungere la verità affrontando l’ineffabile, si trattasse anche di lupi mannari e dischi volanti.»
Tutto ha inizio quasi per caso, ma una cosa è certa, Jacopo e Margherita non sono due sciocchi e ancor meno sono inesperti. Non si sarebbero mai allontanati senza far avere traccia di sé e mai se ne sarebbero andati così di punto in bianco. Eppure, durante e poi dopo quella spedizione, di loro si perde ogni riferimento, conoscenza, visione. Il preoccuparsi di Simone è cosa certa e fondata, il dare l’allarme è cosa altrettanto naturale quanto fisiologica. Tuttavia, ogni ricerca è vana; i due sono spariti nel nulla. Perché? Cosa ne è stato di loro? Oggi Simone di anni ne ha settanta. Nell’autunno del 1976 lascia gli scout e rimanda la laurea in giurisprudenza, è provato dai fatti. Fino all’estate successiva partecipa alle ricerche di Jacopo e Margherita ma senza successo. Batte ogni passo della montagna ma senza risultato, arriva anche a mollarla proprio l’università quando capisce che ormai c’è ben poco da fare. Si trasferisce in Svezia a Goteborg per cercare una vita diversa. L’illusione si spezza nel 1978 quando anche altre persone vengono coinvolte nel mistero del Quarzerone, luogo della scomparsa dei giovani.
«Milena ricorda ancora quel che scrisse sul suo taccuino d’appunti: “Gli ufologi sono più kantiani di Kant”, per intendere che Paolo Sesto teorizzava l’esistenza di una cosa-in-sé, cioè i fatti al di là di come li percepiamo e raccontiamo, ma ben oltre Immanuel Kant, pensava che quei fatti si potessero ricostruire, ripulire dagli elementi soggettivi, per arrivare alla pura realtà.» p. 165
Come sempre i Wu Ming tornano in libreria con un romanzo pensato e ragionato che nulla lascia al caso e allo scontato. Si tratta del primo romanzo del collettivo del nuovo decennio del nuovo millennio ma è un libro che ha visto la sua nascita e le sue fondamenta già da prima della pandemia e che da questa ancora viene ritardato.
Ed ecco allora che torniamo a rivivere un periodo storico questa volta però più vicino a noi. Siamo nel tramonto degli anni ’70 in un ciclo di lotta armata e legislazione d’emergenza, consumo smoderato di eroina, punk a go go e sconvolgimenti in quel del Vaticano a seguito della scomparsa di Papa Giovanni Paolo I, le riforme sociali, l’uccisione di Moro e sì, anche i rapimenti alieni. Storicamente questi sono stati anche anni di avvistamenti, della cd. “Grande ondata”, una vera e propria epidemia che a livello culturale porta ad abbracciare alieni e velivoli spaziali. Un po’ tutto il mondo ne è influenzato, basti pensare ai cartoni giapponesi di quegli anni quali Ufo Robot e chi più ne ha più ne metta. Cartoni che hanno cresciuto e fatto sognare intere generazioni.
Il romanzo al suo interno contiene anche musica ed effetti, chiamiamoli così, allucinogeni, circostanza che ci fa pensare a un vero romanzo corale che come sopra anticipato ha inizio con la scomparsa di Jacopo e Margherita in Lunigiana e che poi si sposta al primo movimento del marzo del 1978, due settimane prima del rapimento di Moro. Un romanzo corale che si struttura come una inchiesta che è avvalorata anche da documentazione e che si smuove su un oggetto narrativo capace di strutturarsi anche in più piani temporali. Si noti che dal 2019 ad oggi il romanzo è stato anche snellito nella forma. È un libro che, come anticipato sopra, trova le sue origini in quasi due decenni fa (sedici anni a voler essere precisi) e che arriva ora alla sua maturazione a seguito di altri scritti quali Proletkult in cui si sviluppano le ricerche preliminari e base che portano poi a Ufo 78.
Con Ufo 78 ci troviamo davanti a un volume complesso e dove nulla è come appare. Si trattano sì i misteri del paranormale, si rimanda allo scrittore Peter Kolosimo come riferimento letterario espresso ma anche a Battiato a livello musicale e alla nostra Storia perché tra pagine di ricostruzione non viene a mancare nemmeno quello che è un focus sugli Anni di piombo, i retroscena di quel che questi hanno significato e tutto quel che hanno rappresentato per noi.
Uno scritto stratificato, dove nulla è come sembra, con tanti intenti raggiunti e soddisfatti e con uno stile narrativo che accompagna e conduce in una perfetta partitura musicale.