Tutto torna
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 6
Tutto torna, come un cerchio che si chiude
Questo romanzo di Giulia Carcasi s'intitola "Tutto torna" ed io lei già la amo per il modo in cui scrive: le sue parole ti arrivano dritto al cuore e ti sconvolgono nella loro semplicità e purezza.
E non a caso parlo di parole, dato che in questo libro sono fondamentali: inscatolare la realtà nei barattoli delle parole è ciò che fa il protagonista maschile, occupandosi della revisione - quasi in maniera maniacale - di un vocabolario.
Il libro racconta di un lui, Diego, e di una lei, Antonia, che s'incontrano e s'innamorano, ma non lo fanno in maniera banale: sono due che si riconoscono nelle loro rispettive mancanze, cercando di colmarle, insieme.
Per quasi tutta la metà del libro, siamo indotti a pensare che il cattivo sia lui, Diego, il quale, a mano a mano e grazie all'amore di Antonia, cambia e migliora.
Poi, alla fine, tutto si capovolge e ci si rende conto che forse in realtà le cose non stanno realmente così e che il carnefice forse è un altro. Ma, alla fine, non è corretto parlare né di carnefice né di vittima: nelle ultime pagine si capisce che l'amore, quello autentico, permette d'essere realmente se stessi, senza trucchi e maschere; senza bugie di alcun tipo.
Con dolcezza e tenerezza, Giulia Carcasi ci regala un altro bel romanzo e che scorre via veloce, con tante bellissime frase da sottolineare e da imprimersi in testa e nel cuore.
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Manca il senso
Io non ho capito. E' quello che mi viene da dire su questo libro. Un commento onesto e privo di qualsivoglia malizia, perché tutti gli altri libri della Carcasi per me sono stati amore puro. Ma questo no. Perché non l'ho proprio capito. E non credo a chi mi dice “Forse è uno di quei libri che per essere capito va riletto più volte”. No. Continua a non avere senso.
E' la storia di Diego, uomo metodico e super organizzato, che vede il mondo attraverso schemi e categorie lessicali. E' la storia di sua madre che si dimentica le cose, di lui che la accudisce senza nessun tipo di sentimento in mezzo – non per mancanza di umanità, ma per mancanza di parole dell'autrice. Diego conosce Antonia, che smorza un po' la meccanicità della sua vita e penetra nella coltre di regressione infantile della madre. Anche per questo rapporto la Carcasi non spende parole.
Ho tanto amato le belle frasi poetiche e le metafore delicate ma perfette dei suoi libri, che qui mancano del tutto. La visione meccanica e fredda di Diego anestetizza tutto, e non ci sono parole per spiegare i sentimenti o le situazioni. Viene tutto lasciato all'intuizione del lettore, ma l'effetto è artificioso, superficiale, finto. Diego sembra anaffettivo, non si riesce a prenderlo in simpatia, né con tenerezza. Né altro. Non si afferra, non si capisce. Non c'è un bisogno primario, non c'è uno svolgimento coerente, non c'è una vera storia. C'è un incontro, una vita che scorre, dei sentimenti inespressi. Boh.
La fine, soprattutto, non ha né capo né coda. Bruciato sui tempi, liquidato in poche pagine, senza il minimo senso logico, sconnesso dal resto. Manca addirittura la “morale” tipica della fine delle storie della Carcasi. Il lettore rimane lì, con ancora l'ultima pagina aperta, cercando di capirci qualcosa... ma niente. Come se avessimo guidato tranquilli beati a 50km all'ora su una strada dritta, tutto liscio come l'olio, al limite della noia ma con la promessa di una meta mozzafiato alla fine della strada e invece... BUM. Un muro di cemento insensato e brutto. Sono rimasta delusa.
Io non ho capito.
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BYE BYE GIULIA
Mamma , la mamma , siamo tutti figli e sappiamo bene quale legame ci unisce a lei. Poi si invecchia, mamma invecchiera' prima di noi, la madre di Diego oltre all'eta' carichera' le sue spalle minute del fardello della malattia , Alzheimer , la memoria svanita nel nulla, persa in un presente che dura qualche breve istante poi si dimentica. Una mamma che da donna torna bambina, piccola e indifesa.
Urla in mezzo alla strada lei, cerca il bambino scomparso , le hanno rubato Il suo Roberto, la gente accorre, la polizia pure, Diego anche.
Diego e' il bambino. Che non si chiama Roberto e ha trent'anni passati.
Quanto sopra e' un breve assaggio delle prime righe di un romanzo bigusto, che cosi' chiamo poiche' sono in realta' due le anime del romanzo. Il gusto mamma ed il gusto storia d'amore, su cui non mi dilungo che gia' mi ha sufficientemente annoiata durante la lettura.
Il libro e' molto breve, semplice, la trama potenzialmente gradevole, pero' se ammetto di essermi affezionata alla figura della mamma poi cosi' non malamente caratterizzata, questo non basta a farne un buon racconto.
Fresco ? Mmmmm...Acquoso.
Leggero ? Mmmmm...Vacuo.
Dolcemente love story ? Mmmm... Banale.
Avevo voglia di leggere qualcosa del genere, non credo di avere sbagliato il timing. Semplicemente non amo il modo di scrivere dell'autrice ne' tanto meno il mancato sviluppo della trama , un libro di cui mi resta molto poco, peccato.
Giulia Carcasi intitola TUTTO TORNA e cosi' sia per tutto , non per me .
Io non torno e intitolo BYE BYE GIULIA, credo non ci rivedremo piu'!
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- no
Voglio dare un parere da adolescente...
Ho soltanto 16 anni ma ho voluto leggere questo libro in quanto mi è stato consigliato da un'amica... beh, che dire, per quanto il mio parere da inesperta della lettura e della vita possa valere, volevo solo dire che secondo me è stato un libro emozionante. L'ho letto tutto in due ore. La velocità e l'imprevedibilità con cui accadono i fatti e' davvero eccezionale. Non si ha temo di capire bene tutto che subito si ribalta tutto, A me personalmente ha creato un turbine di emozioni. L'immediatezza e la concretezza con cui venivano esposti i fatti è impressionante. Davvero bello!
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SCONVOLGENTE ?
Questo libro mi rievoca brutti ricordi...
Va avanti liscio, fino alla fine.
Poi ti ritrovi un palo davanti. Un ostacolo che non puoi superare.
Sei lì che cerchi di capire "ma perché? come mai finisce così?".
Sconvolgente ed un po' deludente... se alla Carcasi nei primi due libri ho dato un voto complessivo di cinque, ora è tre.
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Delusione...
Conosco tutti i libri della Carcasi. Mi sono avvicinata ai suoi libri incuriosita dal suo modo di scrivere (appreso da frammenti trovati in internet) poetico e moderno, carico di aforismi che ti induce spesso a fermarti e a farti riflettere. In questo romanzo ho notato una certa differenza nello stile rispetto ai primi due "Ma le stelle quante sono" e "Io sono di legno", e devo dire che questo fatto mi ha un pò delusa. Nonostante ciò penso che questo romanzo abbia un non so chè di curioso e di irrisolto, è uno di quei libri che per poterli capire veramente devono essere letti più volte. Io personalmente mi metto in discussione e immagino che potrebbe anche darsi che io non sia stata capace ad afferrare il vero significato del lavoro alla prima lettura, ragion per cui ci proverò una seconda volta.
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