Narrativa italiana Romanzi Treno di panna
 

Treno di panna Treno di panna

Treno di panna

Letteratura italiana

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"... l'insaziabilità degli occhi che vedono lo spettacolo del mondo multicolore ingigantito come attraverso la lente di ingrandimento. È questa la giovinezza che De Carlo racconta." (Italo Calvino) È la storia di un ragazzo italiano piombato a Los Angeles non sa neanche lui perché e che cerca d'arrangiarsi con mestieri occasionali, è seguita attraverso tutto quello che capita nel raggio dei suoi occhi attenti e imperturbabili...



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Treno di panna 2015-06-22 13:08:26 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    22 Giugno, 2015
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Il mondo è bello perchè è vario

Questo è un libro sul senso dela vista. Giovanni, il protagonista del romanzo è un osservatore: guarda i dettagli. Oggi abbiamo perso l'abitudine a farlo,m a è bello osservare e persone, così, solo pr il gusto di farlo.
Un venticinquenne di Milano va a Los Angeles autoinvitatosi da due conoscenti occasionali. Non è qui per diventare attore come la maggior parte dei losangelini, si fa un pà trascinare dalla corrente, un pò ricorre a qualche picolo imbroglio. Attraverso i suoi occhi vediamo il panorama di varia umanità che gira per Los Angeles: quasi tutte le donne sono sovrappeso. Sarà la realtà, o una fissazione di De Carlo? Con Giovanni facciamo lavori improbabili e veniamo in contatto con ambienti variegati.
Per quanto riguarda la trama, non c'è un vero filo conduttore che unisce tutte queste esperienze ed in effetti arrivata all'ultima pagina, ho rivoltato il libro per vedere se mi ero persa qualcosa. Il finale lascia l'idea di incompiuto.
L'abilità dell'autore è forse questa: aver costriuto un bel libro, piacevole da leggere senza ricorrere a grandi storie d'amore, a drammi o ad eroi. Tutta la grandezza sta lì: nell'infinita varietà delle persone, che tutti noi sapremmo riconoscere se avesimo la voglia di guardaei. Perchè no, anche attraverso i buchi di un costume da biscotto.

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Treno di panna 2014-09-03 06:33:43 Matteo
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Opinione inserita da Matteo    03 Settembre, 2014

Sotto un sorriso accennato vince la tristezza

Appena leggi l'ultima pagina ti senti tradito. Ma come ... e poi?
Pensandoci però ci si rende conto che un libro del genere non poteva finire diversamente.
La trama non è l'asse portante di quest'opera di De Carlo anzi forse la trama proprio non c'è.
E' una luce che si accende su un periodo di vita di questo giovane italiano a Los Angeles che cerca la sua strada senza nemmeno avere idea di quale possa essere.
A mio giudizio le vere protagonista sono la superficialità, la mancanza di valori, la vittoria del dio denaro, ma anche l'insicurezza e l'incapacità di comunicare che colmano la scena e che riempiono la vita del protagonista lasciando un sapore amaro in bocca a chi legge nonostante alcune situazioni siano talmente paradossali da far sorridere.

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Treno di panna 2013-01-18 04:26:21 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    18 Gennaio, 2013
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Treno di panna – Commento di Bruno Elpis

Giovanni è un personaggio davvero notevole. E’ reduce da un viaggio in Nuova Guinea e, a Los Angeles, si stanzia provvisoriamente presso gli amici Ron e Tracy, con i quali forma un trio bizzarro.
Giovanni è particolare per il modo di sentire, osservare e vivere. Agisce e percepisce il mondo secondo una geometria del tutto personale:
“Rideva dei miei gesti obliqui attorno ai mocassini”.
“Osservavo la tessitura dei suoi gesti, gli sguardi davanti e di lato, i movimenti delle mani. Aveva anche una serie di gesti paralleli …”
“Dipendevamo da forze di gravità contraddittorie, che ci attiravano e respingevano secondo piani inclinati”.
“In certi momenti ci scambiavamo gesti perfettamente orizzontali con gli occhi fissi sullo schermo …”
Anche Los Angeles è vista in modo originale: “Ho guardato in basso, e di colpo c’era la città, come un immenso lago nero pieno di plancton luminoso, esteso fino ai margini dell’orizzonte”.
A modo suo Giovanni ricerca il successo: “… Non ho mai pensato per un momento di vivere senza riuscire ad aver successo in un campo o nell’altro, è solo che avevo scelto il campo sbagliato o forse non ho saputo cogliere le occasioni giuste”.
Anche perché gli altri glielo ricordano:
“Giovanni, Los Angeles è la città delle grandi occasioni”.
“Perché non cerchi di sfondare con le tue capacità?”
L’originalità marchia il protagonista anche nel rapporto con le donne. Emblematico quello con Jill. Quando la relazione s’incrina, Giovanni compie una serie di atti che ce lo rivelano a tutto tondo. E nell’ordine: non si presenta sul posto di lavoro, conclude una comunicazione mettendo la cornetta del telefono in una pentola d’acqua (“L’ho portata in salotto, ci ho immerso il telefono. Anche così continuava a produrre una sorta di trillo deteriorato, che increspava l’acqua in piccole onde di vibrazioni”). Per concludere: “Quando era arrabbiata i suoi gesti si involgarivano; acquistavano un’espressività elementare, del tutto privi di eleganza”.
“Guardava il telefono come se fosse un piccolo cadavere di gatto o cane, annegato da un teppista.”
“In questo litigio ho notato che la comunicazione tra noi era solo apparente: i nostri argomenti si esaurivano appena pronunciati …”
Secondo me, quest’opera è un vero capolavoro. Innovativa, creativa nel linguaggio, praticamente senza trama, o comunque con una trama tenue che non è essenziale rispetto al romanzo, riesce a catalizzare l’attenzione sulla pura narrazione, compiuta in se stessa e ramificata nella poliedricità psicologica del personaggio principale. Una chiara estensione del modo di sentire di uno degli scrittori – a parer mio – più interessanti della letteratura italiana contemporanea.

Bruno Elpis

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Treno di panna 2011-11-30 14:47:39 Cristina72
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    30 Novembre, 2011
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Un treno che si ferma a metà strada

“E allora?”. E' la prima domanda che si pone il lettore subito dopo aver letto l'ultima riga di questo romanzo, un treno che si ferma a metà strada. Lo stile c'è, la trama pure, i personaggi sono tratteggiati con efficacia, e tutto all'inizio sembra filare liscio. L'occhio impietoso del protagonista, un italiano arrivato a Los Angeles in cerca di fortuna, ci offre un interessante spaccato della città e diverte perché mette a nudo il ridicolo di alcuni personaggi, che vivono alla giornata in attesa della grande occasione. Del resto la smania di sfondare non risparmia neppure lui, che nel frattempo sbarca il lunario con lavoretti, ma ha sempre l'aria di pensare: “A differenza di queste schiappe, io ce la posso fare”. La storia perde mordente verso la fine, proprio quando il nostro eroe incontra Marsha Mellows, famosissima attrice, e sembra imboccare la strada giusta per realizzare i suoi indefiniti sogni di grandezza. Riesce a entrare nell'agognato ambiente hollywoodiano, conquista tutti con il suo spirito, ma smette di conquistare chi legge. Chi si aspettava ulteriori approfondimenti di quel mondo dorato, magari qualche tirata contro lo star system (il nome zuccheroso della diva lasciava ben sperare), resterà sicuramente deluso.

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