Ti spiego
Letteratura italiana
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Scrivere lettere
Carta e busta pregiate, francobollo, cassetta, postino: nata alla fine del secolo scorso, ho avuto il privilegio di scrivere e attendere lettere.
Ti spiego: Romana Petri, scrittrice di parole chiare, nude ed essenziali, compone in un romanzo l’epistolario di Cristiana, sessantenne felice e madre di due figli.
Dopo quindici anni dal divorzio, riceve una lettera da Mario - in profonda crisi e in tormentato ripensamento - ma, stavolta, Cristiana, non prova a salvarlo. Semmai decide di avviare, attraverso i fogli di carta coperti di scrittura, un percorso di consapevolezza, riemergendo da una vita che sembrava rovinata, come il pugile statunitense, James Braddock, Cinderella man.
In fondo, la lettera è la misura del riconoscimento di sé e dell’altra persona ed è una formula di comunicazione pensata, critica. È una carezza positiva che riconosce l’importanza di sé e dell’altro assieme.
Sono convinta che per orientarsi alla coscienza – cum scire, sapere insieme - serva scambiarsi pensieri scritti. Non sempre alle lettere si risponde, bisogna ascoltare e rileggerle, e capire le proprie ragioni e le ragioni dell’altro. Se si ha fretta di rispondere, ci si distrae dal sentire e dal conoscere e si ricade nel dualismo obsoleto che isola chi ha ragione da chi, necessariamente, deve aver torto.
Le lettere sono sempre severe. Sono la dichiarazione scritta del cinquanta per cento di responsabilità propria e dell’altro, esse delimitano il territorio dell’autonomia. Apprendere a scrivere lettere è un esercizio di libertà.
Da Fernando Pessoa a Roberto Vecchioni a Romana Petri: ché la disciplina del vergare sia con noi.
“Per tutta la vita ho cercato di pensare attraverso gli occhi. Pensare dentro quello che vedevo fuori, guardarmi intorno e fare i conti con quello che c’era.”p.111
“Eravamo giovani. E’ triste ma è così…. Ricordo che guardandomi allo specchio dissi ad alta voce: .”p.19
“La felicità non è un eccitante, è tutto il contrario, ecco perché ti sembra che non possa esistere. Perché la felicità è il molto che riempie, il compimento di ogni desiderio realizzabile, non il troppo che deborda.”p.77
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Indicazioni utili
Spiegare il matrimonio
Originalissimo lo stile di Romana Petri. Se è vero che le storie d'amore all'inizio si assomigliano tutte, è altrettanto saggio riflettere sul fatto che è la loro evoluzione a renderle uniche.
L'amore resta tale anche quando una storia finisce ed è proprio questo il caso di TI SPIEGO.
Due semplici parole sono alla base della miriade di spiegazioni che una coppia tenta di darsi quando qualcosa non va nel senso giusto nel loro rapporto. Quante sono le possibili spiegazioni?
I protagonisti Mario e Cristina, a distanza di anni dalla fine del loro rapporto, ricostruiscono, per volere di lui, il loro passato, attraverso contatti epistolari. Al lettore è dato di leggere le lettere di Cristina che, con il suo tono polemico e disincantato, non ci sta a ricostruire un periodo della loro vita comune che lei ha odiato, ma lui si ostina a ricordare con nostalgia.
Anche se entrambi si sono rifatti una vita e vivono apparentemente felici i loro nuovi secondi matrimoni, c'è qualcosa che è rimasto incompleto, c'è qualcosa che è rimasto irrisolto tra loro. Ecco perché tornano a parlarne.
Una storia d'amore, in fondo, non si chiude mai completamente.
La Petri ha saputo indagare, con originalità e sensibilità, tutti i retroscena di una storia d'amore, dove rancori, tradimenti e tanti non detti esplodono a distanza di tempo e di spazio.
Credo di non aver mai analizzato l'amore in questo modo. Bravissima la Petri nel suo modo di esplorare la psiche di chi crede di aver chiuso i conti con un grande amore del passato.